Il 3-5-2 tra gioco, storia e tecnologia

16 maggio 2022

Conosciamo meglio il modulo figlio del catenaccio e la sua evoluzione

Il 3-5-2 è uno dei moduli del calcio più discussi di sempre. C’è chi sostiene la sua natura prettamente difensiva e chi, invece, lo esalta per l’equilibrio che crea tra le due fasi di gioco.

Questo schema prende piede in Italia verso la fine degli anni ‘70 e viene considerato un’evoluzione del catenaccio. Nel corso di questi anni si diffondono le nuove idee di gioco olandesi e sono soprattutto le due squadre torinesi a decidere di sfruttarle nella propria visione di gioco.

Nonostante l’introduzione del modulo risalga a quegli anni, la prima interpretazione moderna del 3-5-2 è attribuibile alla Nazionale Argentina che trionfò nel 1986.

Dal punto di vista tattico, il modulo del 3-5-2 si caratterizza per il ruolo degli esterni di centrocampo, che danno il proprio contributo sia in fase d’attacco sia di difesa. Davanti, invece, le due punte di solito si dispongono in orizzontale l’una accanto all’altra, oppure in verticale, una più arretrata e l’altra più avanzata, mettendo in campo la variante 3-5-1-1.

La tecnologia e gli strumenti digitali a supporto permettono di studiare alcune variazioni dello schema. Per questo nel calcio moderno il 3-5-2 può essere difensivo, con gli esterni che arretrano, oppure offensivo, con i centrali che avanzano.

In ogni caso, il 3-5-2 rimane uno schema di gioco con i suoi pro e contro e la tecnologia, come sempre, è un’importante alleata di allenatori e preparatori atletici per aiutarli a migliorare costantemente la formazione schierata in campo e trovare le soluzioni tattiche più performanti.