Come aprire una palestra evitando i 12 errori più comuni

01.12.2023 - Tempo di lettura: 8'
Come aprire una palestra evitando i 12 errori più comuni

Come aprire una palestra e aumentare le probabilità di successo? La risposta non è di certo semplice perché coinvolge molteplici aspetti da curare, come: ricerca di mercato, Business Plan, corretta localizzazione, scelta di personale qualificato e attrezzature di qualità, buona promozione, cura dei clienti, diversificazione dei programmi. Le cose da fare sono tante, ma ce ne sono anche alcune da non fare: parliamo degli errori più frequenti commessi da molti imprenditori di questo settore. Vediamo dunque quali sono gli errori da evitare quando si decide di aprire una palestra. 

1. Scegliere il posto sbagliato 

La nostra guida sugli errori da evitare per aprire una palestra di successo parte da un elemento “geografico”: posizionare una nuova palestra nella giusta location non è facile. Ma di certo ci sono degli elementi che, se valutati correttamente, possono aiutare non poco ad optare per la soluzione migliore.  

  • Prima di tutto, sarebbe bene evitare di aprire una palestra nella stessa struttura che, in tempi recenti, ha già visto la chiusura di un centro fitness. L’idea all’inizio potrebbe sembrare allettante: ci saranno infatti meno lavori da fare e un certo numero di utenti è già abituato a recarsi lì per allenarsi. Ma è davvero saggio cimentarsi dove altri in passato hanno già fallito? E quanto sarà difficile distinguersi efficacemente dal brand precedente?  
  • Per selezionare la location giusta, poi, è bene analizzare i dintorni, per assicurarsi che il mercato non risulti già saturo.

2. Non avere i fondi necessari 

Aprire una nuova palestra presuppone un investimento importante e bisogna esserne consapevoli. È già accaduto in passato che imprenditori impegnati nel lancio di un nuovo centro sportivo si siano ritrovati a metà del percorso senza più le risorse economiche necessarie per completare l’avvio dell’attività. Finanziamenti, partner commerciali, investitori: prima di avventurarsi nell’apertura di un centro fitness è bene assicurarsi di essere coperti economicamente, pur sapendo che è possibile lanciare una versione “ridotta” del proprio progetto per poi ampliare progressivamente spazi, strumenti e servizi. 

3. Non calcolare i costi 

I costi dei lavori di sistemazione dei locali, quelli per l’acquisto degli strumenti (come, ad esempio: macchine per l’allenamento, armadietti per gli spogliatoi, tornelli per il controllo accessi, automazioni per risparmio energetico di docce e phon, etc.), quelli per l’implementazione di un software gestionale, quelli per la prima fondamentale campagna pubblicitaria, ma anche quelli successivi e continui, per gli stipendi dei trainer e degli altri collaboratori, per l’affitto dell’edificio, per le bollette e così via. Nel momento in cui si progetta l’apertura di una palestra, e successivamente quando ci si mette al lavoro per calcolare le tariffe degli abbonamenti, è necessario avere bene chiaro ognuno di questi costi, per non rischiare di annullare i margini di guadagno. 

4. Non avere un piano dettagliato 

Non basta essere appassionati di fitness, non basta essere dei bravi trainer, non è sufficiente avere le migliori intenzioni: aprire una palestra vuol dire diventare degli imprenditori e, quindi, significa pianificare tutto in anticipo, sapendo che ogni mossa sbagliata – una campagna pubblicitaria fallimentare, l’acquisto di un attrezzo poco utilizzato, una politica di pricing poco oculata – si trasformerà in un danno economico. Meglio programmare tutto in anticipo in un Business Plan dettagliato. 

5. Trascurare le normative 

Quello dei centri sportivi è uno spazio fisico soggetto a normative ben precise. Prima di ideare gli ambienti, prima di decidere quali macchinari acquistare, prima di scegliere i servizi da offrire, è bene assicurarsi di conoscere perfettamente le varie normative vigenti che vanno a regolamentare i più differenti aspetti. Pensiamo, ad esempio, agli spogliatoi delle palestre: i regolamenti regionali definiscono quali sono le dimensioni minime di questi spazi in base al numero di utenti, quali tipologie di rivestimento e di pavimentazione sono permesse, nonché aspetti relativi a illuminazione, ventilazione e arredo. Non tenere in considerazione queste norme è uno dei peggiori errori per chi vuole aprire una palestra: vorrebbe infatti dire esporsi a multe salate e, nel peggiore dei casi, anche ad una chiusura. 

6. Scegliere un gestionale generico 

Spesso chi sta avviando una nuova palestra è desideroso di risparmiare il più possibile e, non di rado, i tagli maggiori riguardano anche l’adozione di un gestionale ad hoc. Ma questo può essere rischioso e controproducente: perché affidarsi a gestionali generici, pensati quindi per qualsiasi tipologia di impresa, significa non poter contare su un software in grado di rispondere alle specifiche esigenze dei centri sportivi. 

  • Pensiamo, per esempio, a Wellness in Cloud di TeamSystem, il software per palestre e centri fitness più utilizzato in Italia, che offre funzionalità appositamente pensate per i centri sportivi: come la gestione delle anagrafiche, la gestione vendite e pagamenti, le prenotazioni in autonomia, la gestione corsi e attività, un’APP per utenti e staff, controllo accessi con la domotica, un sistema di analisi e statistiche, la gestione della comunicazione e un prezioso CRM. 
  • Un altro valido esempio è Sportivi in Cloud, il gestionale per la società sportive che permette un controllo semplice ed efficace anche di tutte le aree amministrative, come la gestione dei dati dell’organizzazione, di soci e tesserati, l’amministrazione di beni e strumenti, contabilità e fatturazione. 

Per quanto riguarda l’aspetto economico, poi, va anche detto che un gestionale in cloud risulta particolarmente vantaggioso, perché permette di tagliare i costi di server, infrastruttura e manutenzione. 

Scegliere di adottare dei gestionali specifici, dunque, può fare la differenza: aiuta ad ottimizzare le operazioni, migliora l’esperienza del cliente e aumenta la redditività complessiva della palestra. 

7. Ignorare il tuo pubblico

Mai avviare un business senza definire il proprio pubblico. Questa regola vale ovviamente anche per chi sta per aprire una nuova palestra. A chi desideri rivolgerti? Quali utenti sono già soddisfatti dalle offerte di competitors vicini? Quali sono le esigenze dei tuoi potenziali clienti? 

Sono tutte domande a cui occorre dare una risposta, non solo al momento dell’analisi pre-apertura, ma anche durante la normale operatività. 

Il pubblico, dunque non deve essere mai ignorato, ma attenzione a non promettere l’impossibile: nello sforzo di promuovere la palestra, si potrebbe essere tentati di promettere più di quanto potrà essere effettivamente offerto. Questo è uno degli errori più comuni che comporta inevitabilmente la rapida perdita di iscritti e l’avvio di un dannoso passaparola negativo. Molto meglio essere realistici! 

8. Provare ad attirare tutti 

Ecco un altro tipico errore di chi sta lanciando una nuova palestra: volere tutto, o meglio, tutti. Giovani e più maturi, solitari o votati alle lezioni di gruppo, principianti ed esperti, appassionati di CrossFit e habitué dei corsi di yoga, e così via. Difficilmente una palestra può presentare un’offerta di qualità a chiunque: molto meglio, invece, concentrarsi su specifiche nicchie di pubblico, così da avere la certezza di offrire loro il meglio. Ci sarà poi tempo per aprire la propria attività a nuovi target. 

9. Dimenticare le pre-vendite 

Chi sta lavorando per aprire una nuova palestra non deve aspettare il fatidico “giorno 1” per iniziare a vendere abbonamenti. È invece bene avviare la promozione dei pacchetti nelle settimane e nei mesi precedenti, attraverso delle strategie di pre-sell, organizzando dei corsi all’aperto oppure degli eventi. In questo modo si potrà avere la certezza di avere dei clienti che varcheranno le porte della palestra già dalla prima ora di apertura del nuovo centro fitness. 

10. Copiare i prezzi dei competitor 

Stabilire i prezzi degli abbonamenti della palestra è tutt’altro che semplice. Di sicuro però decidere le proprie tariffe esclusivamente basandosi sui prezzi imposti dai competitors è molto pericoloso: la politica di pricing deve essere decisa dopo un’attenta analisi dei propri servizi offerti, dei propri costi e del proprio margine di guadagno. Un competitor potrebbe infatti offrire dei prezzi molto bassi offrendo un livello di qualità altrettanto ridotto: un regime totalmente sbagliato per un centro fitness che punta invece alla qualità.

11. Non differenziare le formule di abbonamento 

Differenziare le formule di abbonamento in una palestra consente di soddisfare le diverse esigenze dei clienti, attraendo un pubblico più ampio, aumentando l’acquisizione di clienti e massimizzando i ricavi. Formule di abbonamento personalizzate, inoltre, possono aiutare a fidelizzare i clienti, in quanto possono trovare un piano adatto alle loro esigenze a lungo termine. A tal proposito, va detto anche che le tendenze di fitness e le preferenze dei clienti cambiano nel tempo, pertanto la differenziazione delle formule di abbonamento permette alla palestra di adattarsi meglio a queste evoluzioni.
Tra le formule più apprezzate oggi, c’è l’abbonamento a rinnovo automatico. Con Wellness in Cloud è possibile configurare abbonamenti mensili che si rinnovano automaticamente, adattandosi a varie opzioni, compreso il passaggio ad un abbonamento mensile più conveniente, che premia la fedeltà del cliente nel tempo. 

12. Puntare tutto sugli sconti 

Infine, un altro tipico errore di chi sta lavorando per aprire una palestra è quello di puntare tutto sugli sconti. Una corsa al ribasso sulle tariffe non è salutare per nessuno e va detto che gli iscritti che si muovono da una palestra all’altra in base alle tariffe degli abbonamenti mensili non sono i clienti più desiderabili. Meglio puntare a offrire un servizio di qualità, a fronte di un prezzo equo!

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