Cos’è il CRAL aziendale e come costituirne uno

11.03.2024 - Tempo di lettura: 6'
Cos’è il CRAL aziendale e come costituirne uno

In questi ultimi anni si parla sempre più insistentemente della necessità di garantire un ambiente lavorativo sereno, dell’importanza di costruire dei gruppi di lavoro coesi e in grado di prevenire i conflitti. In tal senso, poter contare su un organo deputato alla creazione di momenti di svago, all’organizzazione di attività durante il tempo libero dei dipendenti, alla programmazione di viaggi o alla stipula di convenzioni può essere estremamente vantaggioso, sia per l’azienda che per gli stessi collaboratori. In tal senso, il ruolo del CRAL aziendale può essere inteso come fondamentale e insostituibile per arricchire il capitale umano dell’impresa.  

Ma cos’è nel concreto un CRAL aziendale, e da quale normativa è regolato? E come è possibile costituirne uno, rispettando i cambiamenti introdotti dalla Riforma del Terzo Settore in questi ultimi anni? Ecco una guida completa.  

Cos’è un CRAL aziendale 

Iniziamo questa guida con una definizione di CRAL aziendale. Il termine CRAL è un acronimo che sta per Circolo Ricreativo Aziendale dei Lavoratori: con tale sigla è possibile indicare gli enti senza scopo di lucro, costituiti generalmente in forma di associazione riconosciuta o non riconosciuta, da parte dei lavoratori di un’azienda. Lo scopo è quello di promuovere delle attività culturali, ricreative oppure assistenziali, nei confronti dei lavoratori stessi dell’azienda e dei relativi familiari 

Le legge che istituisce i CRAL è la Legge del 20 maggio, numero 300, del 1970, ovvero lo Statuto dei lavoratori, all’altezza dell’articolo 11: qui si afferma infatti la possibilità di promuovere nelle aziende delle attività di tipo culturale, assistenziale o ricreativo, con la gestione affidata a degli organismi formati per la maggior parte dai rappresentanti dei lavoratori delle medesime aziende. Si tratta nello specifico di enti non commerciali, che non hanno per oggetto né esclusivo né principale l’esercizio di attività commerciale.  

Vediamo ora come si istituisce un CRAL aziendale, nel rispetto di quanto stabilito dalla Riforma del Terzo Settore. 

Il Codice del Terzo settore e gli ETS 

Per capire come istituire un CRAL aziendale è necessario comprendere tutti i cambiamenti imposti dalla Riforma del Terzo Settore. Tutto parte dal decreto legislativo numero 117 del 2017, il quale individua in modo preciso le tipologie di enti che possono essere annoverati all’interno del Terzo Settore, e che in quanto tali possono essere registrati come Enti del Terzo Settore, con tutto quello che ne consegue.  

All’interno del Terzo Settore trovano quindi posto tutte le associazioni, siano essere riconosciute o non riconosciute, che sono state istituite per “il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale, mediante lo svolgimento, in via esclusiva o principale, di una o più attività di interesse generale in forma di azione volontaria o di erogazione gratuita di denaro, beni o servizi, o di mutualità o di produzione o scambio di beni o servizi”. In quanto tali, queste associazioni possono diventare degli ETS mediante l’iscrizione al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore, ovvero al RUNTS. Nell’interesse di comprendere come istituire una CRAL aziendale dopo la Riforma del Terzo Settore, è bene sapere però anche che non possono essere considerate ETS “le formazioni e le associazioni politiche, i sindacati, le associazioni professionali e di rappresentanza di categorie economiche, le associazioni di datori di lavoro, nonché gli enti sottoposti a direzione e coordinamento o controllati dai suddetti enti”. 

Si capisce quindi che un CRAL può – e come vedremo nella maggiora parte dei casi – deve  essere ricondotto nell’alveo degli ETS, sapendo che questi comprendono gli enti che nelle attività di interesse generale propongono la gestione di attività di stampo culturale, ricreativo, o artistico, nonché di interesse sociale. Vale quindi la pena sottolineare che un ETS non commerciale prevede tra le altre cose:  

  • la decommercializzazione delle attività di interesse generale, di cui all’articolo 5 del D.Lgs. n. 117, nel caso in cui siano svolte a titolo gratuito o dietro versamenti inferiori o uguali ai costi effettivi;  
  • la decommercializzazione delle attività viste sopra, nel caso in cui i ricavi non superino del 50% i relativi costi per ciascun periodo d’imposta, per non più di 2 periodi di imposta consecutivi; 
  • l’opportunità di optare, nella dichiarazione annuale dei redditi, per la determinazione forfetaria del reddito d’impresa 

Visto il quadro generale degli ETS, vediamo ora come istituire un CRAL aziendale dopo la Riforma del Terzo Settore.  

Come istituire un CRAL dopo la Riforma del Terzo Settore 

A partire dalla Riforma del Terzo Settore, i CRAL aziendali vengono ricondotti tipicamente alla disciplina delle APS, ovvero delle Associazioni di Promozione Sociale. Se è vero che la scelta della forma giuridica da assumere è tipicamente il primo passaggio concreto per istituire un CRAL aziendale, è vero anche che nella quasi totalità dei casi l’Associazione di Promozione Sociale rappresenta la forma più adatta.  

Ecco gli altri passaggi necessari per l’istituzione del CRAL aziendale. 

  • L’individuazione dei soci fondatori: i soci fondatori sono le persone che, condividendo i medesimi obiettivi e la stessa visione, decidono per l’appunto di collaborare per l’istituzione e la successiva gestione di un Circolo Ricreativo Aziendale dei Lavoratori. La normativa del Terzo Settore prevede attualmente che il numero minimo di soci fondatori per un CRAL aziendale sia pari a 7 
  • La definizione dello scopo dell’associazione: in quanto associazione, è necessario che il CRAL abbia uno scopo specifico, dal quale deriveranno le attività che potranno effettivamente essere organizzate e gestite.  
  • La redazione dell’atto costitutivo e dello statuto: questi documenti sono essenziali per definire l’organizzazione e il suo successivo funzionamento. Lo statuto, nello specifico, deve seguire quanto richiesto e dettato dal Codice del Terzo Settore.  
  • La registrazione del circolo presso l’Agenzia delle Entrate: per poter beneficiare delle agevolazioni previste per le APS il CRAL aziendale deve essere registrato presso l’Agenzia delle Entrate, così da ottenere il proprio codice fiscale. In questa occasione è necessario presentare l’atto costitutivo e lo statuto, nonché pagare la tassa di registro.  
  • Iscrizione al RUNTS: in quanto APS, il CRAL aziendale deve iscriversi infine al RUNTS.  

Gestire facilmente un CRAL aziendale 

Una volta che il CRAL avrà preso ufficialmente forma, la sua vita sarà articolata in numerose attività, dall’iscrizione dei soci all’organizzazione e gestione delle iniziative ricreative, dalla rendicontazione e la stesura del bilancio, fino alla gestione dei libri sociali e contabili e molto altro ancora.
Rientrando a tutti gli effetti il CRAL aziendale nel novero degli ETS, si capisce quanto possa essere vantaggioso per la sua gestione l’utilizzo di un software apposito come Terzo Settore in Cloud di TeamSystem. Questo gestionale intuitivo è già stato scelto da migliaia di associazioni italiane – tra ODV, APS, cooperative sociali, enti filantropici e fondazioni – e permette una gestione semplice e veloce dell’ente da qualsiasi luogo ci si trovi, grazie alle possibilità offerte dal cloud. Scopri tutte le sue funzionalità 

Terzo Settore in Cloud
Il software per la gestione degli enti del terzo settore e delle Associazioni no profit.

Articoli correlati