ODV: cos’è, e come funziona un’Organizzazione di volontariato

27.11.2023 - Tempo di lettura: 8'
ODV: cos’è, e come funziona un’Organizzazione di volontariato

Ci sono termini che sentiamo molto spesso e che però conosciamo per lo più solamente a livello superficiale: pensiamo soprattutto a diverse parole di uso regolare nei telegiornali o nei quotidiani, peraltro usate spesso in modo non del tutto corretto. Tra questi termini rientrano senz’altro quelli relativi al mondo del non profit, ovvero delle organizzazioni che, per statuto, non prevedono alcun profitto, e che quindi sono chiamate a reinvestire ogni utile generato nei propri scopi costitutivi. Nella maggior parte dei casi ci si tiene sul generale, parlando per l’appunto di organizzazioni o di enti non profit: altre volte invece si usano termini più specifici, come ONLUS, ONG, APS e ODV. In questa guida ci focalizzeremo sul significato di ODV, per poi vedere come funzionano queste peculiari associazioni e quali sono le differenze tra ODV, APS e ONLUS.

Cos’è un ODV: il significato dell’acronimo

Iniziamo con lo svelare il significato dell’acronimo ODV: queste tre lettere indicano le parole Organizzazione di Volontariato. Torna quindi utile riportare prima di tutto la definizione di volontariato data dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, ovvero: “l’attività di volontariato è la presenza prestata in modo personale, spontaneo e gratuito, tramite l’organizzazione di cui il volontario fa parte, senza fini di lucro anche indiretto ed esclusivamente per fini di solidarietà.” A partire dalla sola definizione di volontariato, però si potrebbe rischiare di confondere un’ODV con altri enti non profit che si avvalgono del lavoro di volontari. Per questo vale la pena vedere più nello specifico in che modo le Organizzazioni di Volontariato sono regolate dalla legge italiana.

Cos’è un ODV nella legge italiana

L’ODV, così come intesa nella legge italiana, è un ente finalizzato allo svolgimento di attività di interesse generale a favore di terzi, avvalendosi in modo prevalente – ma non esclusivo – di volontari. A disciplinare nello specifico l’Organizzazione di volontariato nell’ordinamento italiano è il decreto legislativo 117/2017 (detto anche Codice del Terzo Settore) al Capo I, Titolo V, in particolare tra gli articoli 32 e 34.

Nell’articolo 32 si legge infatti che “le Organizzazioni di Volontariato sono enti del Terzo settore costituiti in forma di associazione, riconosciuta o non riconosciuta, da un numero non inferiore a sette persone fisiche o a tre organizzazioni di volontariato, per lo svolgimento prevalentemente in favore di terzi di una o più attività di cui all’articolo 5, avvalendosi in modo prevalente delle prestazioni dei volontari associati”. Qui i punti importanti da sottolineare sarebbero diversi. Quello fondamentale è però senza dubbio uno: quando si parla di ODV si fa riferimento a un’associazione, così come quest’ultima è definita dal Titolo II del Codice Civile, ovvero “gruppo di persone fisiche riunite ed organizzate per conseguire uno scopo comune, consistente in un fine altruistico o in un vantaggio per gli associati”; e di un ETS, e quindi di un’organizzazione che risponde al Codice del Terzo Settore.

Peculiarità dell’Organizzazione di Volontariato

Si è visto che un’ODV deve essere costituita da non meno di 7 persone o da almeno 3 altre Organizzazioni di Volontariato. Detto questo, è bene sottolineare che un’ODV può ammettere in qualità di soci anche altri ETS o enti senza scopo di lucro, a patto che queste realtà non finiscano per rappresentare una quota superiore al 50% delle ODV presenti in qualità di soci.

Come anticipato, l’Organizzazione di Volontariato può avvalersi laddove necessario di lavoratori indipendenti o di lavoratori autonomi, e quindi di persone pagate e non classificabili come “volontari”; per non contravvenire alle regole, però, il numero di lavoratori non può in nessun caso essere superiore al 50% dei volontari dell’ODV. Va precisato, però, che i componenti dell’organo direttivo dell’Organizzazione non possono essere pagati; nel loro caso è infatti concesso esclusivamente il rimborso di eventuali spese sostenute e documentabili per la gestione dell’ODV.

Infine, la natura non profit dell’Organizzazione di Volontariato non le preclude la possibilità di avere delle entrate di natura commerciale. Per svolgere attività commerciale, però, un’ODV deve aprire la partita Iva.

Come funziona un’ODV

Il funzionamento di un’Organizzazione di Volontariato differisce in modo importante da quello di altre associazioni. Il diritto al voto per le decisioni che l’assemblea è chiamata a prendere è infatti concesso al socio tipicamente 3 mesi dopo la sua iscrizione; questa è la regola generale, ma va detto che ogni statuto può modificare questo periodo di attesa o persino evitare di inserirlo. Ogni socio, superato questo eventuale periodo di inserimento, ha diritto di voto, con la possibilità di optare per una delega scritta a un altro socio in caso di assenza.

Differenze tra ODV e APS

Sono tanti i punti in comune tra ODV e APS, a partire dal fatto che entrambe queste organizzazioni possono contare su particolari e generose agevolazioni concesse dal legislatore: ambedue, quindi, vantano una posizione privilegiata a livello fiscale all’interno del variegato mondo degli Enti del Terzo Settore. In entrambi i casi, inoltre, la figura del volontario risulta fondamentale. Nell’APS, ovvero nell’Associazione di Promozione Sociale, è prevista la presenza di almeno 2 volontari ogni lavoratore dipendente, sapendo che però non è in nessun caso possibile avere un numero di lavoratori superiore al 5% del numero dei soci.

A differire in modo chiaro è l’elenco delle attività di natura non commerciale riconosciute dal legislatore, che per le ODV, oltre a quelle previste dall’articolo 79 del Codice del Terzo Settore, sono:

  • Attività di vendita di beni acquisiti da terzi a titolo gratuito per scopi di sovvenzione (purché la vendita non avvenga tramite intermediari)
  • Cessione dei beni prodotti dai volontari e dagli assistiti (a patto che la vendita sia gestita dall’ODV e non da intermediari)
  • Attività di somministrazione di bevande e di alimenti durante manifestazioni ed eventi occasionali, come manifestazioni, raduni o altri eventi simili.

Nel caso delle APS si parla invece di:

  • Cessione anche a terzi di pubblicazioni proprie
  • Attività svolte dall’APS in diretta attuazione degli scopi istituzionali, effettuate verso pagamento dei corrispettivi nei confronti degli associati
  • Attività di vendita di beni acquisiti da terzi a titolo gratuito, esclusivamente a fini di sovvenzione
  • Per le sole APS riconosciute nell’articolo 3 della legge 25 agosto 1991, n. 287, attività di somministrazione di alimenti e di bevande nelle sedi in cui viene svolta l’attività istituzionale.

Differenza tra ODV e ONLUS

Con l’acronimo ONLUS si indica un’Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale, ovvero un ente costituito per perseguire scopi di beneficenza o di utilità sociale, offrendo tipicamente supporto a delle comunità fragili o vulnerabili.

Come si costituisce un’Organizzazione di Volontariato

Come anticipato, per creare un’associazione ODV è necessaria la presenza di 7 fondatori o di almeno 3 ODV, i quali devono firmare lo statuto e l’atto costitutivo, documenti che definiscono lo scopo, il regolamento e il funzionamento dell’Ente. Se si vuole creare un’associazione riconosciuta, alla quale viene quindi riconosciuta personalità giuridica, deve essere presente un patrimonio di circa 15.000€ (tale somma può variare a seconda della Regione in cui si costituisce l’Ente) e la costituzione dell’ODV dovrà avvenire con atto pubblico (quindi con l’intervento di un notaio) o con scrittura privata autenticata. Al contrario, per creare un’associazione ODV non riconosciuta sarà sufficiente una scrittura privata registrata e non è necessario un patrimonio iniziale.

Per quanto riguarda, invece, l’atto costitutivo, all’interno di questo documento devono essere riportate le seguenti informazioni:

  • La sede legale
  • Le generalità dei soci fondatori
  • L’attività di interesse generale che rappresenta l’oggetto sociale
  • L’assenza di scopo di lucro
  • Le finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale che si intendono perseguire
  • Le regole relative all’ordinamento e alla rappresentanza dell’associazione
  • La composizione del Consiglio Direttivo.

Lo statuto dell’Organizzazione di Volontariato deve contenere tutto ciò che riguarda il funzionamento dell’Ente, quindi:

  • Una descrizione dettagliata delle attività svolte
  • Le modalità di finanziamento dell’ODV
  • I requisiti di ammissione per gli associati e le regole di espulsione
  • I diritti e gli eventuali obblighi degli associati
  • La nomina degli organi sociali obbligatori e i loro compiti
  • Le regole per la nomina delle cariche sociali
  • Le modalità di utilizzo del fondo comune
  • Le regole per l’eventuale devoluzione del patrimonio dell’ODV in caso di estinzione o di scioglimento.

Una volta fondata, un’ODV va gestita in modo attento, occupandosi quindi di iscrizioni, assemblee, attività sociali, stesura dei bilanci dell’associazione e tutto ciò che riguarda la vita operativa, amministrativa e finanziaria dell’Ente: risulta quindi prezioso utilizzare un software semplice e intuitivo come Terzo Settore in Cloud per la gestione a 360° dell’organizzazione. Questo gestionale, facile da utilizzare, è stato appositamente sviluppato da TeamSystem per soddisfare le esigenze di ODV, APS, cooperative sociali ed enti filantropici, ed è attualmente usato da oltre 4.700 organizzazioni italiane.

Terzo Settore in Cloud
Il software per la gestione degli enti del terzo settore e delle Associazioni no profit.

Articoli correlati