Cos’è un ente di fatto: tipologie e caratteristiche

Spesso, su questo magazine, sono state nominate, anche indirettamente, le associazioni non riconosciute, anche dette associazioni di fatto. Ma cos’è, nello specifico, un ente di fatto? Quali sono le caratteristiche, i vantaggi e soprattutto gli eventuali svantaggi di definirsi come associazione di fatto? In questo breve articolo spiegheremo in parole semplici che cos’è un ente di fatto per vedere poi il perché, in determinate situazioni, può essere sensato optare per questa tipologia di organizzazione. Accenneremo, infine, all’eventuale passaggio da ente di fatto ad associazione riconosciuta.
Che cos’è un ente di fatto
Si tratta, in estrema sintesi, di un insieme di soggetti che non ha richiesto nessun riconoscimento formale. Ovviamente, un ente di fatto, come un’associazione non riconosciuta, esiste e può esistere anche senza nessuna registrazione: nessuno può infatti vietare a un gruppo di persone di creare un’organizzazione intorno a un obiettivo comune, per una passione condivisa, senza essere per forza obbligate a richiedere un riconoscimento giuridico. Del resto, questo diritto è garantito dalla libertà di associazione espressa all’articolo 18 della nostra Costituzione, che riconosce per l’appunto a tutti i cittadini la possibilità di associarsi liberamente e senza autorizzazione, per tutti quei fini che non sono vietati dalla legge penale.
Non bisogna però pensare che un’associazione di fatto, in quanto non riconosciuta, non si veda riconosciuti dei diritti, come peraltro dei doveri. Vediamo dunque quali sono le caratteristiche, i vantaggi e gli svantaggi di un ente di fatto, per capire quindi anche le potenzialità di un’associazione non riconosciuta all’interno del Terzo Settore.
Le caratteristiche di un’associazione di fatto
In che modo un’associazione di fatto differisce da un’associazione riconosciuta? A livello strutturale i due enti risultano piuttosto simili, sapendo peraltro che l’ente di fatto in questione parte dall’applicazione dell’articolo 36 (e dei seguenti) del Codice civile. Sono gli stessi associati a dare forma all’ordinamento interno, il quale da questo punto di vista differisce da un’associazione riconosciuta unicamente per l’assenza della personalità giuridica autonoma. Ne deriva, quindi, che l’associazione in quanto tale non può stipulare nessun tipo di contratto, né avere delle proprietà. Nessuno di questi limiti, però, determina necessariamente l’impossibilità o le difficoltà di raggiungere gli obiettivi comuni alla base della nascita dell’ente di fatto
Ma cosa significa che un’associazione di fatto non presenta una personalità giuridica autonoma? Quali sono le conseguenze?
Come funzionano le associazioni di fatto
La conseguenza diretta e principale dell’assenza della personalità giuridica autonoma in un ente di fatto è rappresentata dal fatto che ogni membro dell’ente di fatto risponde personalmente e solidalmente alle obbligazioni dell’associazione stessa. Ne consegue dunque che, di fronte a eventuali impegni assunti dall’ente, saranno i suoi soci a doverne rispondere direttamente, mettendo di fatto a disposizione il proprio patrimonio personale.
Non bisogna inoltre pensare alle associazioni di fatto come a dei complessi non regolati. Se è vero che l’ente di fatto non è obbligato ad avere né uno statuto né un atto costitutivo formale, è altrettanto vero che è prassi per un’associazione non riconosciuta adottare comunque dei regolamenti interni e delle discipline atte a rendere efficaci le attività da intraprendere, cosa che permette peraltro di evitare di incorrere in eventuali problemi di ordine legale.
Si capisce, quindi, quali sono i vantaggi di optare per un’associazione non riconosciuta: le formalità burocratiche si riducono drasticamente, aumenta la flessibilità, non sono necessarie costose procedure legali. Ma va anche ricordato che un ente di fatto espone i propri associati a delle responsabilità legali ed economiche che in altri casi ricadrebbero sull’associazione stessa
Da associazione di fatto a riconosciuta
Non è affatto raro, per un’associazione, iniziare come associazione non riconosciuta, per avviare quindi l’attività del gruppo in modo flessibile, economico e semplice, posticipando a un secondo momento della vita associativa il passaggio a ente riconosciuto, seguendo le procedure del caso. In ogni caso, qualsiasi sia lo “status” dell’associazione, il software gestionale Terzo Settore in Cloud di TeamSystem può essere prezioso per la gestione di qualsiasi tipo di ETS, anche per degli enti di fatto in fase di sviluppo e crescita.
