Uso dei social network: Facebook al primo posto

03.05.2017 - Tempo di lettura: 2'
Uso dei social network: Facebook al primo posto

Facebook risulta essere il social network più utilizzato, secondo una recente indagine che considera un campione di 1500 persone residenti in Italia, di sesso differente, di età compresa tra i 15 e i 64 anni e di area geografica diversa. Facebook è, infatti, il canale social più usato da ogni categoria intervistata: l’84% del campione dichiara di accedervi e di utilizzarlo più volte al giorno.
Seguono Facebook, YouTube, Instagram e WhatsApp. Molto più altalenante è l’uso di Google Plus, Twitter e LinkedIn – rispettivamente il 40%, il 35% e il 31% degli intervistati. Riassumiamo la frequenza di utilizzo dei diversi social network:

  1. Facebook, per la condivisione di stati, pensieri e fotografie;
  2. YouTube, per la visione di video e musica;
  3. Instagram, per la condivisione di immagini e fotografie della nostra vita quotidiana;
  4. WhatsApp, per la messagistica istantanea;
  5. Google Plus;
  6. Twitter, per la condivisione e la visione di notizie in real time;
  7. LinkedIn, per il mondo lavorativo.

Dall’indagine è emerso che:

  • Il 28% degli intervistati ha aderito a 7 o più canali social;
  • Il 45% gestisce dai 4 ai 6 canali;
  • Il 27% ha tra 1 e 3 social network.

Gli intervistati con età tra i 15 e i 17 anni utilizzano Facebook, ma dedicano più tempo a Instagram e YouTube; al contrario, dai 18 anni Facebook è il social network più utilizzato.
Inoltre, è emerso che gli intervistati non hanno timore ad eliminarsi da un social network. Tra i diversi canali, Snapchat, Pinterest e Twitter risultano essere i social più abbandonati – rispettivamente dal 25% e dal 10% nei casi di Pinterest e Twitter.
Ma quali sono i motivi più diffusi per cui si utilizzano i social network?

  • Curiosità e interesse, per il 21% degli intervistati;
  • Creazione di nuovi rapporti, per il 17% del campione;
  • Svago e piacere, per il 14%;
  • Condivisione e recensioni, per il 13% degli intervistati;
  • Lavoro e ricerca di informazioni, per non oltre il 6%.

[nota]* Dati Wired, Marzo 2017[/nota]

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