Cessione del credito verso le pubbliche imprese: quello che c’è da sapere

16.01.2024 - Tempo di lettura: 7'
Cessione del credito verso le pubbliche imprese: quello che c’è da sapere

La cessione del credito è un contratto previsto dal Codice civile che viene utilizzato da un creditore (detto cedente) per trasferire ad un altro soggetto (il cessionario) la titolarità del credito vantato nei confronti di un debitore (ceduto), dietro versamento di un corrispettivo dal cessionario al cedente.

Si tratta di un negozio giuridico a causa variabile che può essere impiegato con scopi diversi e che interessa anche le pubbliche imprese.

La cessione del credito nei confronti della Pubblica Amministrazione, in particolare, presenta una disciplina caratterizzata da differenze più o meno marcate rispetto alla codicistica della cessione del credito tra privati di cui agli articoli 1260 e seguenti del Codice civile.

In questo articolo vedremo, quindi, come funziona la cessione del credito in generale, focalizzandoci poi su tutto quello che c’è da sapere sulla cessione crediti verso le pubbliche imprese e su una soluzione innovativa ed efficace per le aziende che desiderano ottenere liquidità immediata riducendo i tempi di incasso dei crediti verso gli Enti Pubblici.

Cos’è e come funziona la cessione del credito

Prima di analizzare nel dettaglio le caratteristiche peculiari della cessione del credito verso la Pubblica Amministrazione, è bene andare a definire questo prezioso e a tratti controverso strumento giuridico. Come già detto, per cessione del credito si intende un accordo tramite cui il cedente trasferisce ad un acquirente il suo credito verso un debitore.

La normativa prevede due tipologie di cessione, quella pro-soluto e quella pro-solvendo.

La prima prevede che l’onere del pagamento sia responsabilità del creditore, sul quale il cessionario va a rivalersi in caso di insolvenza, liberando quindi il cedente da eventuali azioni di regresso e trasferendo anche il rischio di insolvenza del debitore in capo all’acquirente. Con la cessione pro-solvendo, invece, il cedente garantisce al cessionario non soltanto l’esistenza del credito ceduto, ma anche la solvibilità del debitore ceduto.

All’atto pratico, con le cessioni del credito, un’azienda vende le proprie fatture commerciali ad un acquirente ottenendo liquidità e, allo stesso tempo, un’assicurazione contro il rischio del mancato pagamento del proprio cliente. Il debitore riceve una notifica tramite PEC dell’avvenuta cessione e provvede a pagare l’importo della fattura direttamente all’acquirente. Il corrispettivo della cessione viene erogato all’azienda che ne fa richiesta: l’azienda cedente ha la possibilità di ricevere un acconto sull’importo complessivo, mentre il resto del corrispettivo verrà saldato alla riscossione del credito ceduto, al netto dei costi dell’operazione di cessione.

Le caratteristiche della cessione del credito verso la Pubblica Amministrazione

La disciplina che regola la cessione del credito verso la Pubblica Amministrazione implica il rispetto di oneri formali più rigidi rispetto a quelli previsti dalla normativa relativa alla cessione del credito tra soggetti privati. Prima di tutto, a cambiare è la forma richiesta per l’atto di cessione: la forma nella cessione comune è completamente libera, mentre quella dei crediti della P.A. è vincolata all’atto pubblico o alla scrittura privata autenticata, con l’obbligo di notificare alla P.A. l’accordo.

Non solo, se il rapporto tra cedente e debitore ceduto è ancora pendente al momento della cessione del credito, il legislatore ritiene necessaria l’adesione alla cessione da parte della Pubblica Amministrazione, rendendo il perfezionamento della cessione più difficoltoso. Esiste però un’eccezione degna di nota, relativa a contratti di appalto, concessione, concorso di progettazione di lavori/servizi/fornitura pubblici. In questo caso, la cessione è efficace e opponibile alla P.A. se non vi è il rifiuto della cessione del credito da parte della Pubblica Amministrazione, con comunicazione da notificarsi al cedente e al cessionario entro 45 giorni dalla notifica.

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