L’AI negli Studi Legali: il nuovo quadro normativo italiano tra opportunità e responsabilità

25.09.2025 - Tempo di lettura: 5'
L’AI negli Studi Legali: il nuovo quadro normativo italiano tra opportunità e responsabilità

Un momento di svolta nella regolamentazione dell’Intelligenza Artificiale in Italia è il Disegno di Legge 1146, presentato dal Governo Meloni nel maggio 2024 e approvato in via definitiva dal Senato il 17 settembre 2025, dopo un iter parlamentare che ha visto più letture e modifiche. L’Italia diventa così il primo Paese europeo a dotarsi di una legge quadro nazionale in materia di Intelligenza Artificiale, in armonia con l’AI Act europeo. Per la prima volta, il Legislatore italiano affronta in modo organico e sistematico l’impatto delle tecnologie AI su tutti i settori della società, con particolare attenzione alle professioni intellettuali e all’attività giudiziaria.

Un approccio antropocentrico all’innovazione tecnologica

La legge si caratterizza per un approccio decisamente antropocentrico, che pone l’essere umano al centro dell’ecosistema tecnologico. La filosofia di fondo è chiara: l’Intelligenza Artificiale deve essere uno strumento al servizio dell’uomo, non un suo sostituto. Questo principio assume particolare rilevanza per le professioni intellettuali, dove il valore aggiunto deriva proprio dalla capacità di analisi, interpretazione e giudizio tipicamente umane.

Il testo normativo stabilisce principi fondamentali che ogni Professionista deve conoscere: trasparenza, proporzionalità, sicurezza, protezione dei dati personali, accuratezza, non discriminazione e sostenibilità. Si tratta di un vero e proprio “decalogo” che orienterà l’uso professionale dell’AI nei prossimi anni.

L’AI negli Studi Legali: supporto, non sostituzione

L’articolo 12 della legge rappresenta il cuore della disciplina per gli avvocati. La norma è cristallina: l’utilizzo di sistemi di AI nelle professioni intellettuali è consentito esclusivamente per attività strumentali e di supporto, con prevalenza del lavoro intellettuale oggetto della prestazione. Questa formulazione apre scenari interessanti per l’innovazione negli Studi legali. Vediamo come potrà essere utilizzata l’AI in Studio:

  • Ricerche giurisprudenziali avanzate
    grazie agli algoritmi capaci di analizzare migliaia di sentenze in pochi secondi.
  • Redazione automatizzata di atti processuali standard
    compilazione di template intelligenti che si adattano al caso specifico.
  • Analisi contrattuale
    sistemi di review automatica per identificare clausole critiche o anomale.
  • Due diligence documentale
    screening automatico di grandi volumi di documenti aziendali.
  • Gestione dello Studio
    ottimizzazione di agenda, scadenze e pratiche.

La decisione finale, l’interpretazione giuridica e la strategia processuale rimangono in ogni caso saldamente nelle mani del Professionista umano.

Obblighi di trasparenza verso i clienti

Una delle innovazioni più significative introdotte dalla legge riguarda l’obbligo di trasparenza verso il cliente. L’articolo 12, comma 2, infatti, stabilisce che le informazioni relative ai sistemi di AI utilizzati devono essere comunicate al cliente “con linguaggio chiaro, semplice ed esaustivo”.

Questo introduce un nuovo standard deontologico: l’avvocato non può più utilizzare strumenti tecnologici avanzati senza informare il cliente. Si configura così un vero e proprio diritto all’informazione tecnologica, che rafforza il rapporto fiduciario e garantisce la consapevolezza del cliente sui metodi di lavoro utilizzati dallo studio. La norma entrerà in vigore nei prossimi mesi con obblighi concreti di adeguamento per gli Studi professionali.

L’attività giudiziaria nell’era digitale

L’articolo 14 della legge disciplina l’uso dell’AI nell’attività giudiziaria, stabilendo un perimetro molto preciso: i sistemi di Intelligenza Artificiale possono essere utilizzati solo per determinate finalità. In particolare:

  • Organizzazione e semplificazione del lavoro giudiziario
  • Ricerca giurisprudenziale e dottrinale
  • Supporto amministrativo e gestionale.

Rimane in ogni caso “sempre riservata al magistrato la decisione sulla interpretazione della legge, sulla valutazione dei fatti e delle prove e sulla adozione di ogni provvedimento”. Questa disposizione tutela l’indipendenza del potere giudiziario e garantisce che la giustizia rimanga un atto umano per eccellenza.

Nuove responsabilità penali e civili

La legge introduce un’importante novità che riguarda il panorama penale: l’articolo 25 prevede una nuova aggravante per i reati commessi “mediante l’impiego di sistemi di ntelligenza artificiale” quando questi costituiscano “mezzo insidioso” o abbiano “aggravato le conseguenze del reato”.

Particolarmente rilevante è il nuovo articolo 612-quater del Codice Penale, che punisce con la reclusione da uno a cinque anni “l’illecita diffusione di contenuti generati o alterati con sistemi di intelligenza artificiale” (i cosiddetti deepfake). Questa norma è ora pienamente operativa e avrà un impatto significativo su diversi ambiti del diritto, dalla tutela della privacy alla diffamazione online.

La tutela del diritto d’autore nell’era dell’AI

Anche una delle questioni più complesse dell’era digitale viene disciplinata dalla legge: la protezione del diritto d’autore. L’art. 24 chiarisce che le opere generate con AI godono di tutela autoriale solo se costituiscono “risultato del lavoro intellettuale dell’autore”. Questo principio ha implicazioni importanti per gli Studi legali che utilizzano AI per la redazione di pareri, contratti o altri documenti professionali. La paternità intellettuale rimane in capo al Professionista umano, che dovrà dimostrare l’apporto creativo e intellettuale specifico.

Formazione e competenze: la sfida del futuro

L’articolo 22 della legge stabilisce che gli ordini professionali saranno obbligati ad organizzare “percorsi di alfabetizzazione e formazione all’uso dei sistemi di intelligenza artificiale”. Non si tratta più di una facoltà, ma di un vero e proprio obbligo che cambierà la formazione continua degli avvocati. La norma prevede inoltre la possibilità di riconoscere “un equo compenso modulabile sulla base delle responsabilità e dei rischi connessi all’uso dei sistemi di intelligenza artificiale”. Questo apre la strada a una nuova modalità di determinazione degli onorari professionali, che tenga conto delle competenze tecnologiche acquisite e dei rischi assunti.

Il coordinamento con la normativa europea

Le disposizioni della legge si coordinano con l’AI Act europeo. L’articolo 22 prevede esplicitamente una delega al Governo per l’adeguamento della normativa nazionale a quella comunitaria, garantendo così uniformità e coerenza nell’applicazione delle regole. Questa scelta strategica evita frammentazioni normative e assicura che i Professionisti italiani operino con gli stessi standard dei colleghi europei, in vista della piena applicabilità dell’AI Act dal 2026.

Conclusioni

La legge sull’Intelligenza Artificiale segna l’ingresso definitivo della professione legale nell’era digitale. Il messaggio del legislatore è che l’innovazione tecnologica è benvenuta, ma deve essere governata da principi etici solidi e da una forte responsabilità professionale.

La nuova normativa rappresenta quindi una svolta per la professione legale italiana in quanto, da un lato, legittima e incoraggia l’uso dell’AI come strumento di innovazione e efficienza, dall’altro, stabilisce limiti chiari e responsabilità precise. Per gli Studi legali, questo comporterà:

– Investimenti formativi obbligatori per acquisire le competenze necessarie
– Revisione dei contratti con i clienti per includere le clausole informative sull’uso dell’AI
– Aggiornamento delle procedure interne per garantire compliance normativa
– Valutazione dei fornitori tecnologici secondo i nuovi standard di trasparenza e sicurezza.

Per gli avvocati, tale scenario futuro non rappresenta una minaccia, ma un’opportunità straordinaria di evoluzione. L’AI non sostituirà mai il giudizio umano, l’empatia verso il cliente, la capacità di interpretazione creativa del diritto. Piuttosto, libererà i Professionisti dalle attività routinarie, permettendo loro di concentrarsi su ciò che davvero aggiunge valore: la consulenza strategica, la risoluzione di problemi complessi, la tutela dei diritti.

Con l’approvazione definitiva, l’Italia ha introdotto un modello normativo che può costituire un riferimento anche a livello europeo. Per i professionisti intellettuali la sfida ora è duplice: cogliere le opportunità dell’AI e garantire al tempo stesso piena conformità a regole che sono già in vigore.

TeamSystem Studio Legal AI
L'Intelligenza Artificiale per Studi legali che automatizza atti, e-mail, scadenze e gestione documentale.

Articoli correlati