Intelligenza Artificiale e Identità digitale

01.12.2023 - Tempo di lettura: 8'
Intelligenza Artificiale e Identità digitale

Nell’era digitale l’Intelligenza Artificiale (IA) si sta affermando come una forza trainante per affrontare il prossimo “salto tecnologico” in modo estremamente pervasivo. È dunque lecito chiedersi che cosa può succedere se le strade della IA dovessero incrociare quelle della identità digitale. Un incontro sicuramente ricco di suggestioni, ma anche capace di sollevare profonde questioni sulla privacy, la sicurezza e l’autenticità nella nostra “vita online”.

In questo articolo, esploreremo quali aree di contatto l’IA sta avendo con i temi dell’identità digitale e come l’IA può essere utilizzata per supportare le verifiche dell’identità digitale.

L’intelligenza Artificiale potrebbe modificare i processi di identità digitale?

Il numero e la tipologia dei servizi di cui è possibile usufruire anche o esclusivamente online è in costante e inarrestabile ascesa. Il fine più nobile all’origine di questo trend è quello di semplificare il rapporto tra cittadini, pubblica amministrazione e imprese. Oggi la domanda più ricorrente che ci si pone è come l’Intelligenza Artificiale (IA) si relazionerà con i servizi digitali esistenti, vale a dire quale sarà l’impatto, quali rischi si correranno e quali saranno le opportunità.

Guardando al flusso dell’interazione tra utenti e servizi il passaggio preliminare è l’identificazione della persona che intende utilizzare un determinato servizio. La verifica dell’identità digitale è un aspetto cruciale per garantire che solo le persone autorizzate abbiano accesso a servizi online, dati particolari o risorse digitali. In questo contesto, l’Intelligenza Artificiale sta giocando un ruolo sempre più importante nel migliorare e semplificare il processo di verifica dell’identità digitale.

I sistemi di IA utilizzati per verificare l’identità digitale di chi accede ad un servizio online spesso si basano su algoritmi di deep learning, creano un database di parametri, raccolgono i parametri del singolo individuo e ad ogni accesso li confrontano con quelli raccolti in fase di registrazione. Se i due parametri coincidono con un certo grado di affidabilità, l’accesso al servizio è autorizzato.

Ecco alcuni esempi.

1. Biometria e riconoscimento facciale

L’identificazione tramite la biometria facciale è una delle applicazioni più facilmente riconducibili all’IA. Questa tecnologia utilizza algoritmi di deep learning per analizzare e confrontare le caratteristiche facciali di una persona con i dati precedentemente registrati. Ecco come funziona:

  • Raccolta dei dati facciali: inizialmente, l’utente registra la propria faccia attraverso una telecamera o uno smartphone. L’IA acquisisce dati sulle caratteristiche uniche del volto, come le proporzioni tra gli occhi, il naso e la bocca.
  • Creazione di una firma facciale: l’IA elabora i dati raccolti e crea una “firma facciale” unica per l’utente. Questa firma rappresenta una serie di parametri che identificano in modo univoco la persona.
  • Verifica dell’identità: quando l’utente cerca di accedere a un servizio online o a un dispositivo, il suo volto viene nuovamente catturato e confrontato con la firma facciale memorizzata. Se i dati coincidono entro una determinata soglia di confidenza, l’accesso viene autorizzato.

2. Riconoscimento delle impronte digitali

Un’altra applicazione ben consolidata dell’IA nella verifica dell’identità digitale è il riconoscimento delle impronte digitali. Questo metodo utilizza modelli di deep learning per analizzare e confrontare le impronte digitali uniche di una persona. Funziona in modo simile all’accesso tramite biometria facciale:

  • Scansione delle impronte digitali: l’utente registra le proprie impronte digitali utilizzando un apposito lettore che cattura l’immagine delle impronte e le converte in informazioni digitali.
  • Creazione di un modello: l’IA elabora i dati delle impronte digitali e crea un modello unico basato su pattern specifici, come archi, valli e minuzie.
  • Verifica dell’identità: quando l’utente cerca di accedere a un sistema o un’applicazione, le sue impronte digitali vengono nuovamente acquisite e confrontate con il modello memorizzato. Se c’è una corrispondenza, l’accesso è autorizzato.

3. Riconoscimento vocale

Il riconoscimento vocale è un altro metodo di verifica dell’identità digitale che sfrutta l’IA. Questa tecnologia analizza le caratteristiche uniche della voce di una persona per confermare la sua identità, e prevede:

  • Registrazione della voce: l’utente registra la propria voce pronunciando frasi specifiche. L’IA cattura i tratti distintivi della voce, come tono, timbro e intonazione.
  • Creazione di una firma vocale: l’IA elabora i dati vocali e crea una “firma vocale” che rappresenta l’utente, basata su parametri vocali unici.
  • Verifica dell’identità: quando l’utente cerca di accedere a un sistema o a un’applicazione, la sua voce viene registrata nuovamente e confrontata con la firma vocale memorizzata. Se c’è una corrispondenza, l’accesso è autorizzato.

4. Analisi del comportamento

Per la verifica dell’identità digitale l’IA può anche essere utilizzata per l’analisi del comportamento. Questa tecnica valuta il modo in cui un utente interagisce con un sistema o un’applicazione, tenendo conto di fattori come lo stile di scrittura, i tempi di risposta e i modelli di navigazione. Questo processo, analogamente ai precedenti, prevede:

  • Raccolta di dati comportamentali: l’IA raccoglie dati sul comportamento dell’utente durante l’uso di un’applicazione o di un sistema. Ciò può includere la velocità di digitazione, i clic del mouse e le abitudini di navigazione.
  • Creazione di un profilo comportamentale: l’IA analizza i dati raccolti per creare un profilo comportamentale unico per l’utente, in relazione a modelli di comportamento specifici.
  • Verifica dell’identità: quando l’utente cerca di accedere a un sistema, l’IA confronta il suo comportamento attuale con il profilo comportamentale memorizzato. Se il comportamento corrisponde, l’accesso è autorizzato.

Questioni etiche e legali

Dal punto di vista normativo, quanto descritto fino ad ora è regolamentato da due diversi filoni giuridici:

  • Il primo, composto dai regolamenti EIDAS 1 e 2, riguarda l’identità digitale, il riconoscimento e la firma digitale in tutte le sue tipologie;
  • il secondo riguarda l’Intelligenza Artificiale e i suoi utilizzi ed è rappresentato dall’AI Act, il regolamento europeo che vedrà la luce entro i primi mesi del 2024.

Nonostante non ci sia ancora una versione ufficiale del testo, è già trapelato che uno dei settori maggiormente attenzionati dal legislatore europeo sarà quello dell’applicazione dell’IA al riconoscimento facciale: non è chiaro se solo per quanto riguarda eventuali utilizzi “predittivi” in luoghi pubblici (ad es. valutare la pericolosità e la propensione a commettere reati di una persona dai suoi tratti facciali), o se ci saranno limitazioni anche negli utilizzi per verificare l’identità digitale.

L’uso dell’IA nella verifica dell’identità digitale solleva importanti questioni etiche, oltre che legali. Uno dei principali dilemmi riguarda la protezione dei dati personali. L’IA raccoglie una quantità considerevole di dati personali per alimentare i sistemi di verifica dell’identità e questo può portare a preoccupazioni sulla sicurezza dei dati e sulla sorveglianza eccessiva.

Inoltre, è essenziale considerare la possibilità di discriminazione o di profili errati. Gli algoritmi di IA possono commettere errori, specialmente se sono addestrati su dati di allenamento non rappresentativi o se sono presenti bias. Questo potrebbe portare a falsi positivi o negativi nell’autenticazione dell’identità, con conseguenze potenzialmente gravi per gli individui coinvolti.

Per affrontare tali questioni è necessaria una regolamentazione rigorosa sull’uso dell’IA nell’identità digitale. Gli organismi di regolamentazione saranno chiamati a collaborare per garantire che vengano rispettati i principi fondamentali della privacy e dell’equità e le aziende stesse dovranno dotarsi solo di strumenti che garantiscano, anche sotto questi punti di vista, il rispetto dei diritti individuali e collettivi.

Il Futuro dell’Identità Digitale

L’IA sta ridefinendo il concetto stesso di identità digitale. Mentre nel passato l’identità era spesso associata a documenti fisici come carte d’identità o passaporti, ora stiamo assistendo a una transizione verso identità digitali basate su dati e comportamento. Questo cambiamento offre numerosi vantaggi, tra cui maggiore comodità ed efficienza nelle transazioni online.

Tuttavia, è essenziale affrontare le sfide legate all’uso dell’IA nell’identità digitale. La sicurezza e la tutela dei dati personali devono infatti rimanere al centro di ogni sistema di autenticazione basato su IA. Inoltre, è necessario un dialogo continuo sulla regolamentazione e sull’etica per garantire un uso responsabile ed etico di questa tecnologia.

In conclusione, l’IA sta rivoluzionando il modo in cui verifichiamo l’identità digitale. Attraverso l’uso della biometria, l’analisi del comportamento utente, l’apprendimento automatico e le reti neurali, stiamo assistendo a un cambiamento significativo nella sicurezza e nella convenienza delle transazioni online.

Tuttavia, è fondamentale affrontare le questioni legate alla privacy e alla discriminazione, per garantire che l’identità digitale sia al contempo affidabile e rispettosa delle libertà individuali. Solo attraverso una regolamentazione adeguata e un dialogo aperto possiamo realizzare pienamente il potenziale trasformativo dell’IA nell’identità digitale.

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