Detassazione delle mance, come funziona nel 2025? Le istruzioni per i datori di lavoro

La Manovra 2025 ha potenziato la detassazione delle mance, intervenendo sui diversi limiti previsti: le regole che i datori di lavoro devono conoscere per applicare correttamente l’imposta sostitutiva
Raggio d’azione più ampio per la flat tax del 5 per cento sulle mance lasciate dai clienti ai lavoratori e delle lavoratrici che operano nelle strutture ricettive, nei ristoranti e nei bar.
Si alza il limite da rispettare per beneficiare di questo speciale trattamento fiscale messo in campo dalla Legge di Bilancio 2023.
L’imposta sostitutiva dell’IRPEF e delle addizionali è riservata ai titolari di un reddito di lavoro dipendente fino a 75.000 euro ed è applicabile al 30 per cento delle somme complessivamente percepite.
Regole e istruzioni per i datori di lavoro sulla detassazione delle mance nel 2025
Dopo le novità introdotte dalla Legge di Bilancio 2025, che ha rinnovato l’impianto normativo delle detassazione delle mance, può essere utile una panoramica delle regole da seguire per chi impiega personale nelle attività di ristorazione e bar.
La flat tax del 5 per cento è stata prevista dalla Manovra 2023, in particolare all’articolo 1 commi da 58 a 62, e deve essere applicata in via automatica dai datori di lavoro che operano come sostituti d’imposta, a meno che il dipendente non abbia presentato una rinuncia scritta alla tassazione sostitutiva.
Si tratta, quindi, del regime naturale da prevedere per le mance in presenza delle condizioni riportate di seguito:
- il lavoratore o la lavoratrice non deve superare il limite reddituale dei 75.000 euro, la soglia deve essere verificata tenendo conto anche dei rapporti di lavoro che riguardano settori diversi da quello alberghiero e della ristorazione;
- l’incidenza delle mance sul totale delle somme percepite: non è possibile, infatti, beneficiare dell’imposta sostitutiva oltre la soglia del 30 per cento.
Ed è proprio su questi requisiti che l’ultima Legge di Bilancio è intervenuta: il limite di reddito, infatti, precedentemente era fissato a 50.000 euro e la percentuale delle mance da detassare si fermava al 25 per cento.
Detassazione mance 2025: istruzioni per i datori di lavoro
Considerando queste regole, il datore di lavoro, che agisce come sostituto d’imposta, deve applicare la flat tax. In presenza di più contratti del dipendente e, quindi, dell’impossibilità di verificare le condizioni, dovrà essere il lavoratore ad attestare di avere le carte in regola per beneficiare della tassazione al 5 per cento.
Dalla teoria alla pratica, è necessario fare qualche precisazione:
- il superamento del limite reddituale per l’accesso alla flat tax determina l’esclusione dalle agevolazioni dall’anno successivo a quello in cui si verifica;
- oltre il limite del 30 per cento, non si perde del tutto il diritto a beneficiare del trattamento di favore: la tassazione ordinaria si applica solo alla cifra eccedente.
In ogni caso per individuare correttamente il peso delle mance sul totale degli importi incassati dal personale è necessario:
- sommare tutti i redditi di lavoro dipendente percepiti nell’anno per le prestazioni di lavoro rese nel settore turistico alberghiero e della ristorazione, incluse le somme lasciate volontariamente dai clienti;
- considerare tutti i rapporti in essere, anche se con datori diversi.
Detassazione mance 2025: come rimediare se non si applica l’imposta sostitutiva
Potrebbe, quindi, non essere semplice avere un quadro chiaro del rispetto dei diversi limiti, ma è possibile aggiustare il tiro anche in corso d’opera.
Se il datore di lavoro si rende conto che il lavoratore o la lavoratrice ha le carte in regola per accedere alla flat tax solo dopo aver corrisposto le mance, può comunque applicare l’imposta sostitutiva e recuperare le maggiori ritenute operate con la prima retribuzione utile, senza attendere le operazioni di conguaglio.
In ogni caso l’ultima parola spetta sempre ai diretti interessati. Informando il lavoratore, il sostituto d’imposta può fare riferimento al regime che considera più vantaggioso, ma il destinatario delle somme lasciate dai clienti tramite la dichiarazione dei redditi può comunque seguire la strada che ritiene più favorevole.
Infine, particolari istruzioni devono essere seguite anche per la compilazione delle Certificazioni Uniche: il sostituto deve indicare separatamente nella CU sia le mance assoggettate a imposta ordinaria sia quelle assoggettate a imposta sostitutiva, “nonché l’importo di quest’ultima trattenuto sulle somme erogate al lavoratore”, ha chiarito l’Agenzia delle Entrate con la circolare numero 26/E del 2023.
