Split payment

Split payment: cosa è come funziona

Lo split payment, o scissione dei pagamenti, è una particolare forma di liquidazione IVA applicata ai rapporti di vendita/acquisto tra aziende e/o professionisti e Pubblica Amministrazione e/o società da essa controllate o partecipate.

Questa procedura, inclusa nella Legge di Stabilità 2015, si discosta dalla regola ordinaria secondo la quale l’IVA viene addebitata in fattura al cliente e poi versata dal fornitore e impone invece che sia la Pubblica Amministrazione a farlo direttamente. Per l’applicazione dello split payment è necessario emettere una fattura elettronica verso la PA.

Vediamo quindi più nello specifico cos’è lo split payment, quali sono i soggetti coinvolti e la procedura completa per applicare la scissione di pagamenti ed emettere correttamente la fattura elettronica.

Cos’è lo split payment

Come già accennato, lo split payment (conosciuto anche come scissione di pagamenti) è un particolare regime che stabilisce che il debitore dell’IVA non sia più il cedente/prestatore, ma direttamente il cessionario/committente. Questo approccio si pone l’obiettivo di arginare il fenomeno dell’evasione fiscale e contemporaneamente garantire una maggiore tracciabilità dei pagamenti.

Ciò significa che nelle operazioni soggette a split payment determinati soggetti (che definiremo più avanti) dovranno corrispondere l’IVA direttamente all’erario. Tale meccanismo rimarrà attivo in Italia fino al prossimo 30 giugno 2026, secondo quanto previsto dall’ultima autorizzazione comunitaria in materia (poiché l’IVA è un’imposta comunitaria armonizzata, per discostarsi dall’applicazione delle regole ordinarie è necessario che i singoli Paesi UE ottengano un’apposita autorizzazione).

L’elenco dei soggetti split payment

Il regime dello split payment non vale in qualsiasi transizione, ma può essere applicato solo quando si forniscono beni o servizi alla Pubblica Amministrazione, a prescindere che i soggetti siano imprese o professionisti. Il decreto Dignità stabilisce, invece, che lo split payment non sia applicabile alle prestazioni di servizi effettuate dai professionisti che operano con ritenuta d’acconto ai sensi dell’art. 25 del DPR n. 600/1973.

In via generale, possiamo quindi dire che i soggetti obbligati per legge allo split payment sono tutti quei fornitori che vendono beni o forniscono servizi a:

  • enti pubblici economici nazionali, regionali e locali, comprese le aziende speciali e le aziende pubbliche di servizi alla persona;
  • fondazioni partecipate da amministrazioni pubbliche di cui al comma 1 per una percentuale complessiva del fondo di dotazione non inferiore al 70 per cento;
  • società controllate, ai sensi dell’articolo 2359, primo comma, n. 2), del codice civile, direttamente dalla Presidenza del Consiglio dei ministri e dai Ministeri;
  • società controllate direttamente o indirettamente, ai sensi dell’articolo 2359, primo comma, n. 1), del codice civile, da amministrazioni pubbliche;
  • società partecipate, per una percentuale complessiva del capitale non inferiore al 70 per cento, da amministrazioni pubbliche di cui al comma 1 o da enti e società di cui alle lettere precedenti;
  • società quotate inserite nell’indice FTSE MIB della Borsa italiana identificate agli effetti dell’imposta sul valore aggiunto; con il decreto del Ministro dell’economia e delle finanze di cui al comma 1 può essere individuato un indice alternativo di riferimento per il mercato azionario”.

L’elenco di cui sopra è previsto tassativamente dall’articolo 17-ter del d.p.r. 633/1972.

Ogni anno il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) pubblica gli elenchi specifici, dove è possibile individuare i soggetti (ad esempio le società partecipate o quotate) di cui all’elenco sopra.

Sul portale istituzionale del MEF è possibile quindi effettuare la ricerca delle fondazioni, degli enti o delle società presenti negli elenchi tramite codice fiscale.

Come emettere fattura elettronica con lo split payment

Definito cos’è lo split payment e l’elenco dei soggetti coinvolti nel regime di scissione dei pagamenti, è bene capire come emettere fattura con split payment. In tale regime, i fornitori procederanno alla compilazione della fattura elettronica seguendo tre semplici passaggi.

Prima di tutto è necessario creare la fattura in formato XML, inserendo il valore “S” (che significa appunto scissione dei pagamenti) nel campo/tag 2.2.2.8 del file e riportando in nota la dicitura “Operazione soggetta a split payment”; la fattura elettronica va poi firmata con firma digitale e inviata tramite il sistema di interscambio (SdI), un sistema informatico gestito dall’Agenzia delle Entrate.

Le sanzioni in caso di fattura elettronica omessa o errata con lo split payment

Per i soggetti che erogano beni e/o servizi verso soggetti obbligati allo split payment sono previste sanzioni nel caso di errata, omessa o tardiva emissione della fattura elettronica.

In linea generale, per fatture errate oppure omesse è applicabile la sanzione amministrativa di cui all’articolo 9, comma 1, del Decreto Legislativo numero 471/1997: da 1.000 a 8.000 euro.

L’omesso o ritardato pagamento dell’IVA relativa ad operazioni di split payment da parte dell’ente pubblico sarà invece sanzionato in base all’articolo 13 del Decreto Legislativo 471/1997, quindi con sanzione base fissata al 30%.

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