Se dico greenwashing quanti sanno di che cosa sto parlando? Io credo più o meno tutti, perché anche questo ormai è uno dei termini in cui si inciampa nella stampa un giorno sì e un altro anche. Comunque sia -a scanso di equivoci- si definisce greenwashing l’uso distorto della sostenibilità ambientale a fini promozionali.
Molti studi professionali, nel corso degli ultimi anni, hanno scelto di unire le loro strade e fondersi per generare uno studio che unisse le loro competenze: per essere più forti, più prestanti, per diversificare le competenze e “aggredire” il mercato con maggior vigore.
Nuovi collaboratori e nuovi professionisti per allargare il team di studio, di questo stiamo parlando quando si parla di legal recruiting. Di solito, il pensiero va a chi professionalmente seleziona i legali: head hunter specializzati e società di recruiting.
Negli ultimi quindici giorni mi sono trovata due volte a intervenire in convegni in cui ho parlato di integrazione tra studi. Le ragioni che da tempo ormai spingono verso riflessioni di questo genere sono legate a fattori diversi che comprendono cambiamenti di contesto, ragioni di opportunità economica, possibilità o necessità di competere con realtà che prima non esistevano o non erogavano quei servizi, voglia di cambiare e di misurarsi con sfide diverse.
Va in onda, il prossimo 21 aprile, Utility 2030. Il convegno dedicato al mondo delle Utilities, nato da un’idea di TeamSystem e organizzato e prodotto da 4cLegal, verrà trasmesso in streaming sui nostri canali a partire dalle ore 10:00.
Una delle maggiori novità che ci attendono nel prossimo futuro è senza dubbio l’approdo dell’identità digitale europea, o meglio del “wallet” (portafoglio) dell’identità digitale, la cui architettura è ben descritta all’interno dello “European Digital Identity, Architecture and Reference Framework”.
Tante volte mi sono sentita chiedere cosa può portare la comunicazione ad uno studio, qual è il valore aggiunto che apporta, se genera effettivamente un aumento dei clienti e se è quindi uno strumento di business development?
Ecco, la risposta è una: la comunicazione da valore; la comunicazione è valore per uno studio che decide di portare avanti un piano strutturato e decide quindi di perseguirla con gli strumenti adeguati.
Che cos’è il brand? Come si forma? Come si afferma sul mercato? Cerchiamo di capirne la natura e le dinamiche e comprendere come possiamo costruire il brand e affermarlo sul mercato, in particolare mediante l’utilizzo dei canali di comunicazione offerti del web e dai social network in particolare.
ESG, per quanto riguarda la professione legale, pensare allo sviluppo sostenibile è sicuramente un modo per dare continuità agli studi, conservandone credibilità e indipendenza oltre a mantenerli interlocutori degni di fiducia. Ma esistono anche altri benefici.
La lettura di una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 37542 del 30 novembre ’21, costituisce motivo di interesse non tanto per la vicenda in sé ma piuttosto per alcune riflessioni stimolate dalle argomentazioni utilizzate dalla Corte.
Gli studi professionali e le loro strategie di comunicazione si dividono in due grandi filoni: coloro che sanno cogliere le opportunità del mercato e farle proprie, mettendo in atto la pianificazione di una comunicazione vincente e quelli che, invece, si “approfittano” dei treni in corsa per afferrarli al volo, ma non avendo un bagaglio di competenze adeguato rischiano di deragliare e fornire un’immagine distorta della realtà che rappresentano.