Come organizzare una pesca di beneficenza: normative, pianificazione e premi

Come organizzare una pesca di beneficenza in modo efficace? Un evento di questo tipo può essere estremamente prezioso per un ente non profit in cerca di nuove risorse, e non presenta difficoltà particolarmente alte a livello organizzativo: per questo, la pesca di beneficenza parrocchiale e altri eventi simili organizzati da associazioni d’altro tipo sono tutt’altro che rari.
Tutto questo non significa, però, che l’organizzazione delle pesche di beneficenza possa essere presa sottogamba o sottovalutata eccessivamente: esistono infatti diverse normative e scadenze da rispettare, nella consapevolezza che per gli enti trasgressori possono esserci conseguenze anche molto serie; va poi sottolineato il fatto che, affinché un evento di questo tipo possa essere effettivamente positivo per l’associazione, è bene evitare errori a livello di gestione e di promozione, per non ritrovarsi a dover sopportare costi superiori alle entrate.
In questa guida vedremo dunque delle indicazioni pratiche per organizzare una pesca di beneficenza in modo sicuro, spaziando dalla richiesta delle autorizzazioni fino alla gestione dei premi.
Pesca di beneficenza: chi può organizzarne una
Ancor prima di vedere quali sono le regole per organizzare una pesca di beneficenza, è bene sottolineare una cosa: non tutti possono organizzare un evento di questo tipo. La questione è spiegata nella normativa di riferimento, ovvero il D.P.R. 26 ottobre 2001 n. 430, il quale va a definire norme e criteri per le pesche di beneficenza ma anche per manifestazioni locali simili (definite in gergo tecnico “manifestazioni di sorte locali”) come lotterie, riffe, banchi e tombole.
All’articolo 13 della normativa si legge che “è vietata ogni sorta di lotteria, tombola, riffa e pesca o banco di beneficenza nonché ogni altra manifestazione avente analoghe caratteristiche” ma che sono tuttavia consentite quelle promosse da:
- “da enti morali, associazioni e comitati senza fini di lucro, aventi scopi assistenziali, culturali, ricreativi e sportivi disciplinati dagli articoli 14 e seguenti del Codice civile”;
- “dalle organizzazioni non lucrative di utilità sociale di cui all’articolo 10 del decreto legislativo 4 dicembre 1997, n. 460, se dette manifestazioni sono necessarie per far fronte alle esigenze finanziarie degli enti stessi”;
- “dai partiti o movimenti politici di cui alla legge 2 gennaio 1997, n. 2, purché svolte nell’ambito di manifestazioni locali organizzate dagli stessi”;
- “le tombole effettuate in ambito familiare e privato, organizzate per fini prettamente ludici”.
Visto chi può – e quindi anche chi non può – organizzare una pesca di beneficenza, vediamo le altre regole da conoscere per promuovere e gestire un evento di questo tipo.
Premi e biglietti per pesca di beneficenza: cosa dice la normativa
Nel già citato DPR n.430 le pesche di beneficenza vengono definite e distinte dalle lotterie e dalle riffe. Qui si legge infatti che “per pesche o i banchi di beneficenza s’intendono le manifestazioni di sorte effettuate con vendita di biglietti, le quali, per la loro organizzazione, non si prestano per la emissione dei biglietti a matrice, una parte dei quali è abbinata ai premi in palio”.
Come si può intuire, le principali regole per organizzare una pesca di beneficenza hanno a che fare direttamente con i biglietti e con i premi. Per prima cosa, la vendita dei biglietti deve essere limitata al solo territorio del Comune in cui viene effettuata la manifestazione stessa. In nessun caso il ricavato dalla vendita dei biglietti della pesca di beneficenza deve essere superiore alla somma di 51.645,68 euro (questa peculiare soglia è da ricondurre a quanto contenuto originalmente dalla normativa, la quale fissava il limite a 100.000.000 di lire).
Per quanto riguarda invece i premi della pesca di beneficenza, è possibile mettere in palio sia beni mobili che servizi; la normativa è però chiara nel proibire premi come denaro, titoli, carte di credito, valori bancari di qualsiasi tipo oppure metalli preziosi.
Come organizzare una pesca di beneficenza: comunicazioni e documenti obbligatori
Per organizzare una pesca di beneficenza non è sufficiente preparare e vendere i biglietti, così come non è sufficiente selezionare dei premi attraenti e rispondenti alle normative. Questo evento deve infatti essere conosciuto e autorizzato: ne consegue, dunque, che ci sono delle comunicazioni da fare, a diversi soggetti. La prima comunicazione da fare è quella nei confronti del Ministero dell’Economia e delle Finanze – Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato (AAMS), ai sensi dell’art. 39 comma 13-quinquies della L. 326/2003, per ottenere il nulla osta per l’evento in questione: questa comunicazione va fatta almeno 30 giorni prima dell’evento; la mancata risposta da parte dell’AAMS nel 30 giorni successivi è da intendersi come nulla osta regolarmente rilasciato.
Sempre con un anticipo di almeno 30 giorni, ma dopo aver fatto la comunicazione all’AAMS, l’associazione che desidera organizzare la pesca di beneficenza deve trasmettere i dati essenziali dell’evento al Comune di riferimento (e più nel dettaglio all’ufficio del Sindaco) e al Prefetto competente. Queste comunicazioni devono contenere luogo e data della pesca di beneficenza, nonché numero e prezzo dei biglietti.
Al termine della manifestazione, l’organizzatore è chiamato a controllare i biglietti venduti – alla presenza di un incaricato del sindaco – e a redigere un verbale complessivo, il quale dovrà essere a sua volta inviato al Sindaco e al Prefetto.
La gestione fiscale dell’evento da parte dell’ente non profit
È bene sottolineare che tutte le somme pagate dai partecipanti a una pesca di beneficenza sono escluse da IVA; nel caso di manifestazioni occasionali come le normali pesche di beneficenza, sia i costi sostenuti che i proventi sono ritenuti irrilevanti ai fini delle imposte sui redditi.
Altro elemento importante da conoscere è quello relativo alla ritenuta a titolo di imposta pari al 10% del valore dei premi al quale sono assoggettati tutti i premi di manifestazioni come queste. La ritenuta deve essere versata entro il giorno 16 del mese successivo all’evento, con modello F24 e codice tributo 1046. Nel caso in cui i premi siano stati donati da privati e quindi non acquistati o accompagnati da un prezzo, sta all’ente attribuire un valore ai premi per calcolare la base imponibile della ritenuta, con riferimento al valore di mercato.
Le sanzioni previste
Organizzare una pesca di beneficenza senza rispettare le regole vigenti vuol dire esporsi a sanzioni anche molto pesanti. Si parla infatti di una multa tra i 1.032,91 e i 10.329,14 euro nell’ipotesi di svolgimento di manifestazioni al di fuori dei casi consentiti; per la promozione di manifestazione non consentite, le sanzioni possono arrivare fino a 3.098,74 euro, cifra che raddoppia nel caso in cui la promozione sia fatta mediante TV, radio o stampa. Non è peraltro da trascurare il fatto che in certi casi possono essere multati anche gli stessi giocatori o sottoscrittori.
Idee per pesca di beneficenza: i premi
Uno degli aspetti più delicati nell’organizzazione di una pesca di beneficenza è data dalla selezione dei premi: devono essere sufficientemente attraenti da spingere il pubblico ad acquistare un buon numero di biglietti, ma non devono esporre l’associazione organizzatrice a spese troppo alte.
In molti casi – si pensi alla tipica pesca di beneficenza parrocchiale – molti premi sono frutto di donazioni volontarie; più in generale, i premi “consolatori” hanno tipicamente un valore inferiore a quello dei biglietti, così da garantire a tutti di ricevere qualcosa senza mettere in crisi il funzionamento stesso della pesca. È però importante che il primo premio – o i primi tre – abbia un valore tale da invogliare il pubblico a comprare molti biglietti, per aumentare le opportunità di vittoria.
I vantaggi di Terzo Settore in Cloud per la gestione di un ETS
Si è quindi visto che anche l’organizzazione di un evento tutto sommato semplice come una pesca di beneficenza richiede di seguire attentamente norme precise, di rispettare delle scadenze nonché di versare una ritenuta d’acconto. D’altronde, il rispetto delle norme, delle scadenze e delle normative è una parte importante della gestione di ogni ente non profit. Un gestionale per Enti del Terzo Settore come Terzo Settore in Cloud di TeamSystem, consente di gestire facilmente tutti gli aspetti operativi, amministrativi e contabili di un ente, con la sicurezza di operare su una piattaforma sempre aggiornata secondo le normative in vigore.
