Gestire e garantire la sicurezza informatica anche con lo smart working

09.02.2024 - Tempo di lettura: 11'
Gestire e garantire la sicurezza informatica anche con lo smart working

L’emergenza sanitaria legata alla diffusione del Covid-19 ha innescato una rapida transizione verso lo smart working, una pratica che ha permesso alle aziende di preservare la continuità operativa durante il periodo della pandemia. Tuttavia, parallelamente agli evidenti benefici del ricorso al lavoro agile, sono emersi significativi rischi in termini di sicurezza informatica e cybersecurity. In questo contesto, diventa dunque fondamentale per aziende e professionisti comprendere come gestire in modo efficace la sicurezza informatica, permettendo a smart working e cybersecurity di camminare di pari passo.

L’impatto dello smart working sulla cybersecurity

Il ricorso allo smart working è stato, dal 2020 in poi, un fenomeno in continua ascesa, che ha aperto nuovi scenari e interessanti discussioni riguardo ai reali vantaggi che questa modalità di lavoro può offrire sia ai dipendenti che alle imprese. Solo in Italia, per esempio, gli smart workers sono passati dai 570mila del 2019 a oltre 6.580.000 nel 2020, rappresentando una crescita straordinaria di oltre il 1.000%.

L’esplosione dello smart working ha portato con sé un notevole aumento della forza lavoro remota, ma anche una serie di sfide senza precedenti in termini di sicurezza informatica: un cambiamento radicale che ha posto le organizzazioni di fronte a una nuova realtà.

La prima reale conseguenza del maggior uso dei dispositivi informatici, per lavoro e non solo è stato il significativo aumento degli attacchi informatici, che hanno finito per coinvolgere settori eterogenei e soggetti pubblici e privati a tutti i livelli.

Gli attacchi, poi, si sono evoluti notevolmente adattandosi alle nuove modalità lavorative, con l’obiettivo, da parte degli hacker, di adottare soluzioni sempre più efficaci per accedere ai dati di terzi.

Non da ultimo, l’aumento dello stress e delle preoccupazioni personali ha reso la forza lavoro più suscettibile agli errori umani. La distrazione e la sottovalutazione del rischio sono diventati infatti fattori critici che richiedono un’attenzione particolare, che riguardi sia l’uso di sistemi di protezione avanzati che l’implementazione di programmi di benessere aziendale.

Cybersecurity e smart working: le principali minacce alla sicurezza informatica

La transizione rapida verso lo smart working ha rappresentato dunque una svolta significativa nel modo in cui le aziende affrontano il lavoro, ma al tempo stesso ha evidenziato diverse questioni critiche in ambito di cybersecurity. In particolare, secondo quanto espresso dal MIT Sloan Management Review, le minacce alla sicurezza informatica sono non solo aumentate, ma anche migliorate sensibilmente. Ciò rende necessario un approccio differente al problema che consenta di combattere i pericoli esistenti e di prevenire quelli futuri.

Social Engineering e Phishing

Gli strumenti digitali e la connessione costante a Internet offrono sì numerosi vantaggi, ma espongono le aziende a diverse minacce alla sicurezza informatica, che si manifestano con varie possibilità di attacco. Tra le principali problematiche da fronteggiare, le tecniche di ingegneria sociale rappresentano oggi circa un terzo delle violazioni complessive, con il 90% attribuibile al phishing. Quest’ultimo consiste nell’invio di messaggi fraudolenti al fine di ottenere informazioni sensibili estorcendole con l’inganno al malcapitato: attraverso e-mail e altre tipologie di messaggi apparentemente provenienti da mittenti affidabili, gli hacker riescono attraverso il phishing a farsi “consegnare” direttamente dalla vittima password e altri dati privati, utilizzandoli successivamente a proprio vantaggio.

Ransomware e DDoS

I ransomware sono invece programmi dannosi che criptano i dati e richiedono un pagamento per ripristinarli. Questa tipologia di attacco è frequente nei confronti delle aziende che, avendo grossi archivi contenenti informazioni importanti, si ritrovano costrette a versare denaro agli hacker pur di recuperare file e documenti importanti.

Un’altra minaccia è rappresentata dalle DDoS (Distributed Denial of Service), che comportano un’elevata congestione del traffico dannoso verso i siti web e i servizi digitali, causando un aumento dei costi per le aziende colpite.

Vulnerabilità del Cloud Computing e Software di Terze Parti

A mettere a repentaglio la sicurezza aziendale sono, infine, le vulnerabilità nei software di terze parti e le violazioni informatiche legate al Cloud Computing, in netto aumento con una crescita del 250% solo dal 2019 al 2020.

Minacce interne

Accanto a tutti questi pericoli provenienti dall’esterno dell’organizzazione, non vanno dimenticate però le minacce interne. Queste originano da utenti autorizzati come dipendenti, appaltatori e partner commerciali e possono mettere in serio pericolo la sicurezza informatica dell’azienda, a maggior ragione perché legate a individui che hanno già accesso a software e informazioni importanti.

La crescente complessità delle minacce informatiche richiede alle aziende di adottare misure proattive per proteggere la propria infrastruttura e i propri dati da potenziali attacchi. La consapevolezza e la formazione del personale, insieme a solide politiche di sicurezza informatica e all’utilizzo di strumenti di difesa avanzati, sono, come vedremo, fondamentali per mitigare tali minacce e garantire un ambiente informatico sicuro e protetto.

L’importanza della formazione per la cybersecurity aziendale

La formazione nell’ambito della cybersecurity non dovrebbe essere considerata una mera formalità, bensì un processo continuo che si adatta alle nuove sfide e alle crescenti complessità del mondo digitale. Comprendere i concetti di base della sicurezza informatica, riconoscere le minacce comuni come il phishing e acquisire competenze nell’uso sicuro delle tecnologie digitali sono solo alcuni degli aspetti fondamentali che una formazione di successo dovrebbe comprendere.

Un programma di formazione efficace deve anche tener conto delle specificità dello smart working, fornendo linee guida chiare su come mantenere la sicurezza mentre si lavora da remoto. La consapevolezza dei rischi connessi all’utilizzo di dispositivi personali, la sicurezza delle connessioni remote e la gestione delle informazioni aziendali al di fuori dell’ambiente tradizionale dell’ufficio, sono tutti argomenti che richiedono attenzione speciale.

La formazione, peraltro, non dovrebbe limitarsi ai dipendenti del reparto IT; al contrario, deve coinvolgere tutti i livelli e i dipartimenti dell’organizzazione. Ogni individuo, indipendentemente dalla sua posizione, è un potenziale punto di accesso per gli hacker, ma può anche essere una risorsa preziosa per rilevare e segnalare attività sospette se adeguatamente formato.

Un altro aspetto di cui tener conto nel campo della formazione in materia di cybersecurity è anche la sua natura interattiva. Attraverso simulazioni di attacchi, esercitazioni pratiche e casi di studio, i dipendenti possono infatti mettere in pratica le conoscenze acquisite in un ambiente controllato, una metodologia che non solo rafforza la comprensione dei concetti di sicurezza, ma prepara anche i dipendenti ad affrontare situazioni reali con maggiore sicurezza e prontezza.

Cybersecurity per lo smart working: best practices di sicurezza informatica

Affrontare le complesse sfide della sicurezza informatica nell’ambito smart working richiede dunque l’adozione di strategie avanzate e pratiche consolidate, che consentano di proteggere adeguatamente i dati sensibili che circolano online. Le misure da adottare in tal senso sono differenti e riguardano sia le tecnologie da utilizzare per massimizzare la sicurezza che il comportamento stesso degli utenti, dal quale dipende in larga misura il successo degli attacchi.

Sviluppare un approccio basato sul rischio, per esempio, è un passaggio cruciale. Identificare e valutare gli asset aziendali più rilevanti consente di adottare misure di sicurezza mirate e di sviluppare un approccio personalizzato al rischio che si adatta alle specificità di ogni organizzazione, garantendo una protezione efficace.

Accanto a ciò occorre puntare sulla già citata formazione e sulla sensibilizzazione dei dipendenti sui rischi informatici, poiché educare costantemente il personale sulle minacce emergenti riduce il rischio di errori umani. Inoltre, la raccolta continua di feedback favorisce un coinvolgimento attivo, trasformando i dipendenti in veri guardiani della sicurezza informatica.

Altro passaggio fondamentale è l’implementazione di una robusta policy di sicurezza informatica, che fornisca una guida organizzata all’interno della struttura aziendale. La verifica costante delle procedure, compreso il controllo dell’accesso remoto, assicura che le politiche siano aggiornate e aderenti agli standard di sicurezza più recenti.

In termini tecnologici, poi, esistono oggi soluzioni che permettono di lavorare in maniera decisamente più sicura e di proteggere le informazioni circolanti. Le reti VPN, per esempio, rappresentano un baluardo essenziale per garantire un accesso sicuro ai dati aziendali. L’utilizzo di connessioni cifrate infatti fornisce uno scudo virtuale contro possibili minacce esterne, garantendo la riservatezza e l’integrità delle informazioni.

L’implementazione di sistemi avanzati di autenticazione a più fattori, invece, costituisce una barriera difensiva per evitare che terze persone possano accedere a dati aziendali e dei lavoratori, anche qualora i malintenzionati riescano a recuperare le prime credenziali di accesso. I backup regolari, invece, rappresentano una strategia vincente contro gli attacchi ransomware: garantire la disponibilità di copie sicure dei dati consente alle aziende di ripristinare le informazioni senza cedere alle richieste dei criminali informatici.

Infine, non bisogna sottovalutare l’importanza di limitare l’uso di dispositivi personali per l’accesso ai dati aziendali, in modo da:

  • ridurre al minimo il rischio di vulnerabilità;
  • mantenere un ambiente di lavoro digitale sicuro;
  • moderare gli accessi concedendo agli utenti solo i permessi minimi necessari, proteggendo da accessi non autorizzati e salvaguardando così i dati aziendali sensibili.

Adottare queste best practices non solo protegge le organizzazioni dagli attacchi informatici, ma crea anche una cultura di sicurezza informatica diffusa, coinvolgendo attivamente tutto il personale nello sforzo collettivo di preservare l’integrità dei dati aziendali.

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