Cosa sono i Legal Chatbot e a che punto siamo

06.11.2023 - Tempo di lettura: 1'
Cosa sono i Legal Chatbot e a che punto siamo

Abbiamo già affrontato in articoli precedenti come la tecnologia caratterizzata dall’Intelligenza Artificiale Generativa stia velocemente innovando il mondo del diritto sotto diversi punti divista e sia destinata a modificare profondamente l’organizzazione della professione forense. Da ottobre 2022, quando la società Open AI ha lanciato sul mercato il chatbot più famoso, Chat GPT, le novità si sono susseguite a ritmo settimanale, se non quotidiano. I chatbot promettono di modificare l’interazione dell’uomo con le macchine, fino a rendere i robot e i relativi algoritmi su cui basano il proprio funzionamento veri e propri colleghi di lavoro e interlocutori privilegiati.

Chatbot legali in Italia

Prima di entrare nel vivo della scoperta dei chatbot legali, è utile chiarire cosa sono e come funzionano. I chatbot legali sono programmi di intelligenza artificiale progettati per simulare conversazioni umane al fine di fornire informazioni legali agli utenti. Sono essenzialmente assistenti virtuali automatizzati che comprendono domande legali in linguaggio naturale e forniscono risposte pronte. I chatbot legali analizzano i testi con tecniche di elaborazione del linguaggio naturale (NLP) e machine learning per identificare l’intento dell’utente e estrarre concetti chiave. Sulla base di questa comprensione, possono rispondere a domande, fornire consigli legali elementari, completare moduli o persino creare documenti legali.

Il machine learning dei chatbot migliora la loro comprensione del linguaggio legale specifico e dell’emulazione del ragionamento umano. Ciò li rende assistenti sempre più preziosi per gli studi legali.

A differenza dei Paesi anglosassoni, in Italia l’uso dei chatbot legali è ancora agli inizi, scontrandosi con molte diffidenze e poca abilità nell’utilizzo delle nuove tecnologie anche da parte della popolazione dei professionisti forensi.

Ci sono numerosi progetti pilota in Italia, in particolare nell’ambito accademico e presso Tribunali e Corti d’Appello. Un esempio è il chatbot utilizzato dalla Corte d’appello di Perugia per ricercare e consultare sentenze e pronunce utilizzando l’intelligenza artificiale. Questo consente agli utenti di interagire con un assistente virtuale e porre domande per ottenere più facilmente le informazioni che cercano. Altri progetti sono in corso presso Università e Centri di ricerca sull’Intelligenza Artificiale applicata al diritto, per fornire mediante i chatbot informazioni su leggi e procedimenti giudiziari in Italia. Il loro scopo è fornire assistenza giuridica a coloro che hanno bisogno di interpretare leggi e regolamenti, siano essi cittadini, studenti e professionisti del diritto.

Chatbot legali in altri paesi

Come accennato, i chatbot legali sono più diffusi in altri Paesi, soprattutto in quelli anglofoni, e aiutano gli avvocati e i cittaadini a ricevere assistenza legale. Il chatbot DoNotPay, rilasciato nel 2015, ne è un esempio: Parliamo di uno dei chatbot legali dedicati ai cittadini più noti per contestare multe e richiedere risarcimento per voli aerei per passeggeri. Inoltre, aiuta a creare documenti legali come atti, ricorsi e istanze, accessibili tramite app mobili e sito web. Questi chatbot sono attualmente in funzione sia negli Stati Uniti che nel Regno Unito.

CaseCrunch è un chatbot creato in Inghilterra che si concentra sulla materia della previdenza sociale. Gli studi legali lo utilizzano per automatizzare le richieste in tema di assicurazione sociale e disabilità. Dal suo lancio nel 2016, ha prodotto oltre 170.000 lettere di reclamo.

LISA, sviluppato da LawGeex, è un robot legale che rivede i contratti commerciali e trova clausole rischiose o non conformi. Per fornire una prima bozza di revisione in pochi secondi, utilizza machine learning addestrato su migliaia di contratti. In servizio in oltre 25 nazioni.

CARA è un chatbot di Casetext implementato da studi legali americani e funge da assistente virtuale rispondendo a domande dei clienti e degli avvocati. Può anche eseguire ricerche legali su 20 milioni di documenti pubblicati.

A cosa servono i Legal Chatbot

I chatbot di intelligenza artificiale in campo legale possono essere utili strumenti sia per i professionisti del diritto, che per gli utilizzatori finali. Essi, infatti, utilizzano l’intelligenza artificiale per rispondere ai quesiti che vengono loro sottoposti, analizzando gli enormi dati con cui sono stati addestrati (sentenze, normativa, documentazione legale) in modo da fornire risposte appropriate e quanto più precise possibili alle domande poste dall’utente. Ad esempio, un avvocato potrebbe utilizzare un chatbot per cercare giurisprudenza o normativa, correggere un atto o cercare clausole contrattuali. Il chatbot può far risparmiare molto tempo e risorse all’avvocato, creando atti e documenti, fornendo risposte precise e approfondite. Un chatbot può analizzare un contratto per trovare errori, incongruenze o mancanze e suggerire modifiche per renderlo più efficace e conforme alla legge. I chatbot legali, se utilizzati correttamente, possono non solo far risparmiare tempo, ma possono anche migliorare la qualità del lavoro e consentire risposte più veloci ai clienti, migliorando la qualità della consulenza a tutti i livelli.

Per riassumere, i chatbot legali possono risultare di grande utilità per:

  • Ricerche normative e giurisprudenziali
  • Produzione di atti e documenti
  • Integrazione di documentazione legale
  • Screening di casi e valutazione di fattibilità
  • Risposte a quesiti legali semplici da parte dei clienti
  • Monitoraggio del tempo e fatturazione
  • Organizzazione delle attività in studio

Possiamo, dunque, concludere che i chatbot di intelligenza artificiale rappresentano il futuro anche per la professione forense e la gestione della giustizia. Essi offrono un’opportunità per gli avvocati e gli studi legali di migliorare performance e ottimizzare i processi di lavoro, a condizione che vengano utilizzati con competenza e senso di responsabilità. Il fatto che siano e devono continuare ad essere strumenti complementari e mai sostitutivi del lavoro dei professionisti legali è dovuto al fatto che le implicazioni etiche e i rischi legali che ne derivano sono già presenti nelle cronache quotidiane. Pertanto, per utilizzarli correttamente, sono necessarie cultura e mentalità adeguate, oltre alle capacità tecniche di utilizzo.

Netlex in Cloud
Il software che rende telematico lo studio legale: in cloud, semplice, multipiattaforma e sicuro.

Articoli correlati