Transizione 5.0, i nuovi crediti d’imposta per gli investimenti delle imprese

10.04.2024 - Tempo di lettura: 7'
Transizione 5.0, i nuovi crediti d’imposta per gli investimenti delle imprese

È partito il piano Transizione 5.0, che punta a favorire gli investimenti green delle imprese. Il valore dei crediti d’imposta spettanti potrà arrivare fino al 45% delle spese in caso di forte riduzione dei consumi energetici. I dettagli nel Decreto Legge n. 19/2024.

 

Transizione 5.0, è partita la nuova fase di agevolazioni per le imprese.

A definire beneficiari, misura e criteri per l’accesso ai crediti d’imposta sugli investimenti effettuati nel 2024 e nel 2025 è l’articolo 38 del decreto legge n. 19/2024.

La riduzione dei consumi energetici è una delle condizioni fondamentali per poter accedere ai crediti d’imposta del piano Transizione 5.0. All’aumentare della riduzione dei consumi salirà di conseguenza anche il bonus riconosciuto, fino ad un massimo del 45 per cento delle spese.

Transizione 5.0, la struttura dei nuovi crediti d’imposta per gli investimenti delle imprese

Il piano Transizione 5.0 punta a sostenere il processo di transizione digitale ed energetica delle imprese e sarà rivolto, per il biennio 2024-2025, a tutte le imprese residenti e alle stabili organizzazioni nel territorio dello Stato a prescindere da forma giuridica, settore economico di appartenenza, dimensione e regime fiscale adottato.

Presupposto per l’accesso alle agevolazioni è l’effettuazione di investimenti destinati a strutture produttive situate in Italia, che rientrino in progetti di innovazione dai quali derivi un risparmio dei consumi energetici.

Tra i beni materiali e immateriali agevolabili vi rientrano quelli già oggetto del piano Transizione 4.0, ossia gli investimenti in beni strumentali di cui agli allegati A e B annessi alla legge n. 232/2016, interconnessi al sistema aziendale.

Tra i beni di cui all’allegato B si considerano inclusi anche:

  • i software, i sistemi, le piattaforme o le applicazioni per l’intelligenza degli impianti che garantiscono il monitoraggio continuo e la visualizzazione dei consumi energetici  e dell’energia autoprodotta e autoconsumata, o introducono meccanismi di  efficienza energetica, attraverso la raccolta e l’elaborazione dei dati anche provenienti dalla sensoristica IoT di campo (Energy Dashboarding);
  • i software relativi alla gestione di impresa se acquistati unitamente ai software, ai sistemi o alle piattaforme di cui sopra.

La novità principale del piano Transizione 5.0 è rappresentata dal primario obiettivo di riduzione dei consumi energetici che dovrà guidare la scelta degli investimenti ammissibili.

Ai crediti d’imposta Transizione 5.0 si accederà esclusivamente se per effetto degli investimenti effettuati sarà possibile contare su una riduzione dei consumi energetici della struttura produttiva pari almeno al 3%, parametro che sale al 5% se si terrà conto esclusivamente dei processi interessati dall’investimento.

Credito d’imposta Transizione 5.0, bonus per i beni strumentali calibrato in base valore degli investimenti

Del precedente piano Transizione 4.0, il nuovo sistema di incentivi per le imprese riprende la struttura calibrata in relazione all’ammontare dell’investimento effettuato.

Nel dettaglio, il credito d’imposta riconosciuto sarà pari:

  • al 35% del costo, per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni di euro;
  • al 15% per gli investimenti oltre i 2,5 milioni di euro e fino a 10 milioni di euro;
  • al 5% per gli investimenti superiori a 10 milioni di euro e fino al limite massimo di 50 milioni di euro di costi annui ammissibili per ciascuna impresa beneficiaria.

Il valore del credito d’imposta riconosciuto aumenta nel caso di riduzione dei consumi energetici superiori allo standard minimo del 3 o del 5 per cento e, in particolare, passerà rispettivamente al:

  • 40%, 20% e 10%, nel caso di riduzione dei consumi energetici della struttura produttiva localizzata nel territorio nazionale superiore al 6% o, in alternativa, di riduzione dei consumi energetici dei processi interessati dall’investimento superiore al 10%;
  • 45%, 25% e 15%, nel caso di riduzione dei consumi energetici della struttura produttiva localizzata nel territorio nazionale superiore al 10% o, in alternativa, di riduzione dei consumi energetici dei processi interessati dall’investimento superiore al 15%.

Il limite massimo di costi ammissibili è pari a € 50.000.000 per ciascun anno.

La riduzione dei consumi energetici dovrà essere calcolata tenuto conto dei consumi energetici registrati nell’esercizio precedente a quello di avvio degli investimenti, al netto delle variazioni dei volumi produttivi e delle condizioni esterne che influiscono sugli stessi.

I criteri specifici da considerare per le imprese di nuova costituzione dovranno invece essere definiti con apposito decreto attuativo di MIMIT, MEF e MASE.

Comunicazione al GSE per l’accesso al bonus Transizione 5.0

Per accedere al bonus Transizione 5.0 alle imprese saranno richiesti specifici adempimenti, anche al fine di certificare il raggiungimento degli obiettivi sul fronte del risparmio energetico.

La fruizione del credito d’imposta spettante sarà quindi subordinata all’invio di una comunicazione al GSE (Gestore dei Servizi Energetici), ai fini della descrizione del progetto di investimento e del costo dello stesso. Inoltre, le imprese dovranno aggiornare periodicamente il GSE sullo stato di avanzamento dell’investimento, secondo le modalità che saranno definite successivamente mediante apposito decreto attuativo.

Anche una volta concluso l’investimento sarà necessario darne apposita comunicazione e i dati raccolti dal Gestore saranno condivisi con l’Agenzia delle Entrate unitamente all’importo del credito d’imposta richiesto da ciascun beneficiario. Questo l’adempimento che sbloccherà l’utilizzo del credito d’imposta in compensazione da parte dell’impresa beneficiaria.

Pena la decadenza dal beneficio, la comunicazione trasmessa a conclusione dell’investimento dovrà inoltre essere corredata dalle certificazioni rilasciate da valutatori indipendenti, secondo i criteri e le modalità che verranno definiti con decreto MIMIT.

In ogni caso, la certificazione dovrà attestare sai il rispetto dei requisiti di ammissibilità del progetto che:

  • ex ante, la riduzione dei consumi energetici conseguibili tramite gli investimenti nei beni;
  • ex post, l’effettiva realizzazione degli investimenti conformemente a quanto previsto dalla certificazione ex.

Per le piccole e medie imprese, le spese sostenute per l’invio della comunicazione a conclusione dell’investimento, tra cui quelle per le certificazioni obbligatorie, saranno riconosciute in aumento del credito d’imposta per un massimo di 10.000 euro.

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