Dalla Nuova Sabatini ai crediti d’imposta Transizione 4.0: le agevolazioni per le imprese nel 2024

29.11.2023 - Tempo di lettura: 6'
Dalla Nuova Sabatini ai crediti d’imposta Transizione 4.0: le agevolazioni per le imprese nel 2024

La Legge di Bilancio 2024 stanzia 100 milioni di euro per il rifinanziamento della Nuova Sabatini e 400 milioni per i contratti di sviluppo. Nessuna novità sul fronte dei bonus per i beni strumentali ed è quindi confermata la struttura dei crediti d’imposta 4.0 così come previsti ad oggi. Focus sulle agevolazioni per le imprese.

Nuove risorse per la Nuova Sabatini e per i contratti di sviluppo, piano Transizione 4.0 a regole invariate.

La Legge di Bilancio 2024 ritocca in minima parte le agevolazioni riconosciute alle imprese che investono in beni strumentali.

Nello specifico, per la Nuova Sabatini arrivano ulteriori 100 milioni di euro per il 2024, risorse che salgono a 400 milioni sul fronte dei contratti di sviluppo.

Confermate invece le regole previste sul fronte dei crediti d’imposta 4.0, per i quali dal prossimo 1° gennaio è prevista una riduzione della percentuale di incentivo spettante.

Per la Nuova Sabatini arrivano 100 milioni di euro nel 2024

Il rifinanziamento della Nuova Sabatini è una delle misure in favore delle imprese previste dalla Legge di Bilancio 2024.

Il comma 3 dell’articolo 54 stanzia un totale di 100 milioni di euro di ulteriori risorse per il prossimo anno, con l’obiettivo di potenziare la misura che sostiene gli investimenti produttivi effettuati da micro, piccole e medie imprese. Alle novità si affiancano le risorse già previste dalla scorsa Manovra, pari a 40 milioni di euro annui dal 2024 al 2026.

La Nuova Sabatini prevede l’erogazione di finanziamenti agevolati e di un contributo in conto impianti alle imprese che acquistano, o acquisiscono in leasing, beni strumentali materiali, ossia macchinari, impianti, beni strumentali all’attività svolta o attrezzature e hardware, così come beni immateriali a uso produttivo.

L’obiettivo è quindi quello di facilitare l’accesso al credito da parte delle imprese, con il fine di incentivare gli investimenti in beni strumentali, attrezzature, impianti ma anche software e tecnologie digitali.

Due le linee di intervento previste:

  • accesso a finanziamenti agevolati per gli investimenti effettuati, che possono essere garantiti dal Fondo di garanzia per le PMI fino all’80% dell’importo richieste. La Nuova Sabatini spetta nel dettaglio per finanziamenti di durata non superiore a 5 anni, di importo compreso da 20.000 euro e 4 milioni di euro ed utilizzati in misura integrale per la copertura degli investimenti ammissibili;
  • un contributo in conto impianti, calcolato in base al tasso di interesse annuo fissato in via convenzionale al 2,75% o al 3,575% per gli investimenti in tecnologie rientranti nell’ambito dell’Industria 4.0 e per gli investimenti green (in relazione a domande presentate a partire dal 1° gennaio 2023).

I dati relativi all’accesso alla Nuova Sabatini evidenziano il largo ricorso alle agevolazioni da parte delle imprese.

Secondo quanto riportato nella Relazione Illustrativa alla Legge di Bilancio 2024, nel 2021 e nel 2022 sono stati concessi contributi da parte del Ministero delle Imprese e del Made in Italy pari rispettivamente a 815 e 960 milioni di euro, con erogazioni in favore dei richiedenti pari rispettivamente a 400 milioni e a oltre un miliardo. Il totale dei finanziamenti agevolati concessi dalle banche è stato invece pari a 19,5 miliardi di euro.

Sul fronte dei contributi statali, nel biennio preso in osservazione sono state assorbite risorse pari a circa 60 milioni di euro al mese, un dato che evidenzia come il rifinanziamento previsto per il 2024, pari a 100 milioni di euro, risulti tutt’altro che sufficiente a garantire la piena operatività della Nuova Sabatini. Il fabbisogno stimato è pari a 578 milioni di euro.

Contratti di sviluppo, 400 milioni in Legge di Bilancio 2024

La Legge di Bilancio 2024 stanzia 190 milioni di euro per il 2024 e 210 milioni di euro per il 2024 per il finanziamento dei contratti di sviluppo.

Si tratta del sostegno riconosciuto da Invitalia, per conto del MIMIT, ai grandi progetti di investimento in ambito industriale, turistico, commerciale e ambientale. L’importo minimo previsto per gli investimenti ammessi alle agevolazioni è pari a 20 milioni di euro, totale che scende a 7,5 milioni per i progetti relativi a prodotti agricoli e progetti turistici nelle aree interne del Paese o che prevedano il recupero di strutture dismesse.

L’accesso ai contratti di sviluppo consente di beneficiare di:

  • finanziamenti agevolati, entro il limite del 75% delle spese ammissibili;
  • un contributo in conto interessi;
  • un contributo in conto impianti;
  • un contributo diretto alla spesa.

Si tratta quindi di incentivi articolati, introdotti nel 2011 con il fine di finanziare grandi progetti di investimento in ambito industriale, turistico e per la tutela dell’ambiente. L’effettiva portata delle agevolazioni riconosciute è stabilita in via negoziale tra l’impresa richiedente e Invitalia, con il fine di modellare l’intervento alla tipologia specifica di investimento.

Pur trattandosi di una misura che si può definire strategica, anche al fine di supportare la competitività delle imprese, il Dossier del Servizio Studi del Senato evidenzia, così come per la Nuova Sabatini, che la dotazione finanziaria disponibile risulta tutt’altro che adeguata a garantire la piena operatività dei contratti di sviluppo per il prossimo anno. I 400 milioni di euro complessivamente previsti per il prossimo biennio difficilmente riusciranno a coprire le esigenze delle imprese.

Transizione 4.0 a regole invariate: i crediti d’imposta per i beni strumentali dal 1° gennaio 2024

Luci e ombre quindi sul fronte delle agevolazioni per le imprese previste dalla Legge di Bilancio 2024, che lascia inalterato il piano Transizione 4.0 e non ingrana la marcia sull’atteso piano Transizione 5.0 che, stando a quanto previsto dal PNRR, agevolerà gli investimenti volti alla riduzione dei consumi di energia e per la riduzione delle emissioni.

Le agevolazioni riconosciute alle imprese che investono in beni strumentali restano quindi ancorate alle regole già vigenti che, dal prossimo anno, vedranno ridursi la portata dei crediti d’imposta spettanti.

Si ricorda quindi che per gli investimenti effettuati dal 2023 al 2025, il credito d’imposta per i beni strumentali materiali 4.0 (allegato A, legge 11 dicembre 2016, n. 232) è così strutturato:

  • 20% del costo per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni di euro;
  • 10% del costo per la quota di investimenti oltre i 2,5 milioni di euro e fino al limite di costi complessivamente ammissibili pari a 10 milioni di euro;
  • 5% del costo per la quota di investimenti tra i 10 milioni di euro e fino al limite di costi complessivamente ammissibili pari a 20 milioni di euro;
  • 5% del costo per la quota di investimenti superiore a 10 milioni fino al limite massimo di costi complessivamente ammissibili pari a 50 milioni di euro degli investimenti inclusi nel PNRR, diretti alla realizzazione di obiettivi di transizione ecologica individuati con decreto del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro della transizione ecologica e con il Ministro dell’economia e delle finanze.

Per i beni immateriali 4.0 (allegato B, legge 11 dicembre 2016, n. 232, come integrato dall’articolo 1, comma 32, della legge 27 dicembre 2017, n. 205), il credito d’imposta pari al 20% per l’anno in corso scenderà al 15% dal prossimo 1° gennaio, per poi ridursi ulteriormente al 10% nel 2025.

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