Dichiarazione IVA

Cosa è la dichiarazione IVA

La dichiarazione IVA è una delle dichiarazioni fiscali che ogni contribuente, titolare di partita IVA, deve presentare annualmente all’Agenzia delle Entrate, e riporta tutte le operazioni rilevanti ai fini IVA di una determinata attività nel periodo fiscale di riferimento, ovvero l’anno antecedente a quello a cui si presenta il modello (ad esempio, nell’anno 2023 si presenta la dichiarazione IVA relativa all’attività dell’anno 2022).

Si tratta di un adempimento fiscale che consente al contribuente di sapere se, per l’anno di riferimento, dovrà provvedere al versamento dell’IVA, avendo maturato un debito, oppure avrà diritto al rimborso/compensazione dell’IVA, avendo maturato un credito.

Dichiarazione IVA: cos’è

La dichiarazione IVA è un modello dichiarativo che viene presentato telematicamente tramite l’apposito servizio dell’Agenzia delle Entrate, con cui i soggetti passivi IVA comunicano le diverse operazioni effettuate nell’anno d’imposta rilevanti ai fini IVA.

Sono tenuti a presentare la dichiarazione IVA tutti i contribuenti esercenti attività d’impresa, professionali o artistiche, titolari di partita IVA, a esclusione di determinati soggetti individuati dalla normativa di riferimento (come, ad esempio, i contribuenti che per l’anno d’imposta hanno registrato esclusivamente operazioni esenti, i contribuenti forfettari e minimi).

Ogni fattura emessa dal contribuente contiene un importo a titolo di aliquota IVA che deve essere versata allo Stato, mentre ogni fattura ricevuta dal contribuente riporta una somma a titolo di aliquota IVA che il contribuente ha già versato allo Stato, per il tramite del fornitore del bene o servizio acquistato, e che ha dunque diritto a portare in detrazione [dipende dalla tipologia di contribuente e di operazione – l’IVA, ad es. potrebbe anche non esserci].

In sintesi, con la dichiarazione IVA si fa la somma dell’IVA portata dalle fatture emesse, a cui viene sottratto l’intero ammontare dell’IVA corrisposta con le fatture ricevute: se il risultato è positivo, il contribuente è tenuto a effettuare il relativo versamento, [liquidazione e versamento dell’IVA sono due cose completamente distinte!] mentre se il risultato è negativo il contribuente ha diritto a chiedere il rimborso dell’IVA, oppure a portare la relativa somma in compensazione con altre imposte.

Scadenza dichiarazione IVA

La dichiarazione annuale IVA deve essere presentata in via telematica nel periodo compreso tra il 1° febbraio e il 30 aprile di ciascun anno, con riferimento al periodo di imposta precedente, utilizzando l’apposita modulistica messa a disposizione dall’Agenzia delle Entrate.

Se la dichiarazione IVA viene presentata entro 90 giorni dalla scadenza ordinaria si considera comunque valida, seppure tardiva: in questo caso il contribuente è tenuto a versare una sanzione compresa tra 250 e 2.000 euro, che può essere ridotta a 1/9 grazie al meccanismo del ravvedimento operoso.

Dichiarazione IVA integrativa

Nel caso in cui ci si accorga di aver commesso errori od omissioni, è consentito procedere alla rettifica del modello già presentato, trasmettendo una nuova dichiarazione IVA integrativa, completa in tutte le sue parti, che sostituisce quella inviata in precedenza, purché nei termini.

In caso di dichiarazione IVA integrativa “a sfavore” del contribuente, fermo restando l’obbligo di versare la maggiore imposta dovuta, sono previsti diversi regimi sanzionatori:

  • se la correzione è effettuata nei 90 giorni dalla scadenza ordinaria e riguarda errori non rilevabili in sede di controllo automatizzato, il contribuente è tenuto a versare una sanzione di 250 euro ridotta a 1/9, oltre alla sanzione per omesso versamento pari al 30% del dovuto (sanabile con ravvedimento operoso);
  • se la correzione è effettuata nei 90 giorni dalla scadenza ordinaria e riguarda errori rilevabili in sede di controllo automatizzato, il contribuente è tenuto a corrispondere la sanzione per omesso versamento, sanabile con ravvedimento operoso;
  • se la dichiarazione integrativa è presentata oltre i 90 giorni dalla scadenza e riguarda errori non rilevabili in sede di controllo automatizzato, il contribuente deve pagare una sanzione pari al 90% della maggiore imposta dovuta o della differenza del credito utilizzato;
  • se la dichiarazione integrativa è presentata oltre i 90 giorni dalla scadenza e riguarda errori rilevabili in sede di controllo automatizzato il contribuente è tenuto a corrispondere la sanzione per omesso versamento, sanabile con ravvedimento operoso.

Nel caso di dichiarazione IVA integrativa “a favore” del contribuente non è prevista, invece, l’applicazione di alcuna sanzione.

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