Fatturazione e regime forfettario: dove si applica la marca da bollo

01.09.2022 - Tempo di lettura: 2'
Fatturazione e regime forfettario: dove si applica la marca da bollo

Come applicare la marca da bollo su una fattura per un regime forfettario? Cosa cambia con il passaggio obbligatorio alla fatturazione elettronica?

Ecco tutto quello che c’è da sapere.

Marca da bollo: cos’è e come si usa

La marca da bollo è da ritenere come una carta valore certificata dallo Stato, sul quale compaiono la stampa della data, dell’orario di emissione, del logo dell’Agenzia delle Entrate, dell’ologramma di veridicità e del codice identificativo, relativi all’emissione di una fattura.

La marca da bollo per i forfettari si riferisce ad una carta valore di 2 euro che è obbligatorio apporre su tutte le fatture con corrispettivi superiori a 77,47 euro non assoggettati ad iva. La marca da bollo deve essere apposta quindi sulla fattura dal soggetto emittente e deve avere una data uguale o antecedente a quella della fattura.

Fattura cartacea e fattura elettronica: come apporre la marca da bollo?

Fino al 30 giugno 2022 i forfettari potevano emettere sia fattura cartacea che fattura elettronica. In caso di fattura cartacea la marca da bollo doveva essere apposta in modo tale da essere visibile e facilmente accessibile e doveva essere presente sulla copia originale consegnata al cliente. Tutte le altre copie della medesima fattura dovevano riportare la dicitura “imposta di bollo assolta sull’originale”.

Dal 1° luglio 2022 anche i contribuenti in regime forfettario hanno l’obbligo di emettere fatturazione elettronica. Di conseguenza varia la metodologia di applicazione della marca da bollo, che rimane comunque obbligatoria. Nel caso specifico la marca da bollo deve essere apposta in forma telematica dal soggetto emittente, che può addebitarla in fattura al soggetto acquirente.

Come apporre l’imposta di bollo virtuale?

Con l’obbligo di fatturazione elettronica i forfettari sono tenuti a dotarsi di un software di fatturazione elettronica, come ad esempio Fatture in Cloud.

In questo modo è possibile emettere la fattura in formato XML, come richiesto dal legislatore, e inviarla al Sistema di Interscambio dell’Agenzia delle Entrate (“SDI”). Dopo aver compilato la fattura con le informazioni sul mittente, le informazioni sul destinatario e i dati della fattura (importo, prestazioni, data di pagamento, etc.) è necessario applicare la marca da bollo virtuale, per corrispettivi non assoggettati ad IVA e superiori a 77,47€.

Con la soluzione Fatture in Cloud, questo processo è molto semplice: è necessario valorizzare “SI” il campo denominato “Bollo Virtuale”. Al termine di ogni trimestre i forfettari potranno così trovare nella propria area riservata l’elenco di tutte le fatture a cui è stata applicata la marca da bollo di 2 euro. L’importo totale dovrà essere versato attraverso bonifico all’IBAN indicato o tramite il pagamento di un F24.

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