Dalla Fattura Elettronica PA alla Fattura Elettronica B2B

08.11.2018 - Tempo di lettura: 4'
Dalla Fattura Elettronica PA alla Fattura Elettronica B2B

Si sente tanto parlare di fatturazione elettronica obbligatoria ma ripercorriamo quando è nata, quali figure sono state coinvolte per prime e che impatti avrà a partire da gennaio del prossimo anno.

La nascita della FatturaPA

Tutto ebbe inizio nel 2008, in seguito alla Finanziaria 2008, la quale stabilì che la fatturazione nei confronti delle Pubbliche Amministrazioni (PA) dovesse avvenire esclusivamente in forma elettronica e attraverso il Sistema di Interscambio (SDI). Solo nell’aprile 2013 vennero stabilite e fissare le regole per quanto riguarda le modalità di emissione, trasmissione e ricezione della fattura elettronica: nacque così la FatturaPA, ossia la fattura dal formato unico XML (eXtensible Markup Language).

L’obbligo della fatturazione elettronica PA è poi entrato in vigore ufficialmente il 31 marzo 2015, non limitandosi alla sola emissione, ma anche alla sua trasmissione telematica e conservazione digitale.

La FatturaPA è diventata così la sola ed unica tipologia di fattura elettronica accettata dalle Pubbliche Amministrazioni.

Chi deve emettere Fattura Elettronica PA?

Coloro che sono obbligati ad emettere la FatturaPA sono tutti i titolari di Partita IVA residenti in Italia. Ecco alcuni esempi di pubbliche amministrazioni:

  • le amministrazioni dello Stato, compresi gli istituti e le scuole di ogni ordine e grado e le istituzioni educative;
  • le aziende e amministrazioni dello Stato ad ordinamento autonomo;
  • le Regioni, le Province, i Comuni, le Comunità montane e loro consorzi e associazioni;le istituzioni universitarie;
  • gli istituti autonomi case popolari;
  • le camere di commercio;
  • gli enti pubblici non economici nazionali, regionali e locali (compresi gli ordini professionali);
  • le amministrazioni, aziende ed enti del Servizio sanitario nazionale;
  • le Agenzie fiscali (Entrate, Dogane);
  • il CONI;
  • le autorità indipendenti (AGCOM, AEEG, il Garante per la protezione dei dati personali);
  • la Siae.

Come si deve emettere una Fattura Elettronica alla PA?

Per emettere una fattura elettronica alla Pubblica Amministrazione è necessario veicolarla attraverso il Sistema di Interscambio. Colui che emette una fattura elettronica può crearla, emetterla e trasmetterla autonomamente oppure decidere di avvalersi di un intermediario.

I passaggi fondamentali da seguire sono i seguenti:

  • Creare la fatturaPA e nominare il file in modo che possa essere riconosciuto ed accettato dallo SDI, rispettando la nomenclatura corretta;
  • Firmare la fatturaPA utilizzando un certificato di firma qualificata o digitale, operazione necessaria per garantire l’integrità delle informazioni contenute e l’autenticità dell’emittente;
  • Inviare la fatturaPA passando attraverso lo SDI utilizzando o un indirizzo di posta elettronica certificata (PEC), via web dal sito www.fatturapa.gov.it, attraverso web services o in ultimo mediante un trasferimento di file secondo il protocollo FTP.

Il Sistema di Interscambio, quando riceve la fattura, le assegna un identificativo proprio, effettua i relativi controlli e la inoltra al competente ufficio destinatario.

L’esito dell’inoltro viene poi attestato da specifici messaggi: in caso di esito positivo, viene rilasciata una ricevuta di consegna mentre in caso in cui la trasmissione non fosse possibile (per cause tecniche non imputabili allo SdI) l’esito negativo viene comunicato tramite una notifica di mancata consegna, inviata direttamente al trasmittente.

A partire dal 1° gennaio 2017, il sistema di fatturazione elettronica e il Sistema di interscambio sono utilizzabili anche da chi intende trasmettere fatture elettroniche in ambito B2B, ossia anche nei confronti di soggetti con partita IVA diversi dalla Pubblica Amministrazione.

Dal 1° gennaio 2019 questa possibilità, resa facoltativa per favorire un graduale cambiamento, si tramuterà in obbligo, come stabilito dalla legge di Bilancio 2018.

La Fatturazione B2B

La Legge di Bilancio 2018 infatti ha sancito che a partire dal 1° gennaio 2019 tutte le fatture tra privati, persone fisiche e giuridiche, residenti in Italia, dovranno essere dei documenti elettronici, in un formato ben preciso, il già citato tracciato XML “fatturaPA”. Tutte le fatture per essere riconosciute valide dovranno essere inviate/ricevute attraverso il Sistema di Interscambio (SDI), sviluppato da Sogei e gestito dall’Agenzia delle Entrate.

Cosa cambia rispetto alla fatturazione elettronica PA? Non molto fortunatamente.

La fatturazione elettronica tra privati, o fatturazione elettronica B2B, parte da un processo simile, utilizzando lo stesso tracciato della PA, con lievi modifiche, e lo stesso sistema di trasmissione, ossia l’inoltro tramite il Sistema di Interscambio.

Nello specifico per inviare una fattura elettronica ad un privato bisogna specificare nel campo “CodiceDestinatario” l’identificativo di 7 cifre del destinatario, se questo è iscritto all’anagrafica del Sistema di Interscambio (SdI), altrimenti inserire un codice univoco composto da 7 zeri (0000000) e valorizzare il campo “PECDestinatario” con l’indirizzo PEC del destinatario.

Un privato per ricevere la fattura elettronica, deve iscriversi all’anagrafica del Sistema di Interscambio (SDI) nel caso utilizzi un canale di ricezione come web services o ftp e specificarne il codice destinatario; altrimenti può ricevere le fatture direttamente alla propria PEC.

La fatturazione elettronica sta già dando un forte contributo alla digitalizzazione di tutto il Paese. Permette di ottenere notevoli agevolazioni accelerando le semplificazioni burocratiche. In conclusione possiamo dire che si tratta di uno strumento idoneo all’innovazione digitale, il quale contribuisce allo snellimento delle procedure e dei processi amministrativi, portando con sé grandi vantaggi, sia in termini di miglioramento del lavoro quotidiano sia in termini di risparmio di tempo e costi per la propria attività.

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