Una guida per gestire i rischi di cantiere

14.02.2024 - Tempo di lettura: 4'
La gestione del rischio in cantiere è uno dei punti deboli di tutto il processo produttivo del comparto edilizio, infatti, così come non siamo abituati a redigere il budget per controllare tempi e costi, non teniamo in considerazione i rischi derivanti da una errata gestione della commessa.

Esiste una metodologia per questo, che pur essendo una delle aree di conoscenza del Project Management ha acquisito negli anni una allocazione strategica nelle imprese Italiane, in particolar modo quelle impegnate all’estero, creando a sua volta l’esigenza di una professionalità specifica che è sempre più ricercata ovvero il Risk manager. I rischi legati ad una commessa, ai quali ci riferiamo, possono essere molteplici ad esempio quelli legati alle lavorazioni, la progettazione, la fornitura di materiali e subappalti e quelli legati all’esecuzione dei lavori. Vediamo quali sono i passaggi più importanti per una corretta gestione. L’identificazione dei rischi è il primo passo al quale seguono, l’analisi, la definizione di risposta all’accadimento ed infine il controllo e la mitigazione.

Identificazione dei rischi

L’identificazione dei rischi è un processo che viene applicato in fase di pianificazione di una commessa e dà valore qualitativo aggiunto a tutto il budget. Consiste nell’individuare e strutturare i rischi assegnando poi competenze e responsabilità in risposta alla probabilità che accada. Il processo, pur richiedendo una forte dose di esperienza, è sequenziale e collegato: 1) individuare il rischio 2) Assegnare un nome o ID 3) descrizione completa dell’evento 4) individuare cause e origine 5) individuare le conseguenze con i relativi impatti su tempi e costi 6) definire quando possa accadere e la durata 7) assegnare un responsabile che debba occuparsi del rischio individuato ed infine come processo di output stilare una lista completa. Uno dei metodi è l’analisi SWOT. Un’analisi di tipo SWOT è uno strumento di identificazione dei fattori in grado di influenzare l’andamento di un progetto. L’analisi si propone di identificare i punti di forza e di debolezza che differenziano il progetto dai suoi simili, al fine di far emergere le opportunità e le minacce che derivano dal contesto esterno, in base alle quali si cerca di interpretare e di prevedere l’evoluzione del progetto. Per completezza vanno citati anche la Tecnica Delphi e le tecniche a diagramma di cui la più famosa è quella Ishikwa o a spina di pesce. Nell’identificare i rischi, una delle tecniche più usate e più efficaci, pur essendo quella che richiede più esperienza, è quella dell’identificazione per categorie di rischi. Se ne contano almeno otto:

  • 1 Rischi correlati alla Sicurezza sul lavoro
  • 2 Rischi connessi all’appaltatore
  • 3 Rischi tecnici
  • 4 Rischi connessi al committente
  • 5 Rischi amministrativi
  • 6 Rischi Finanziari (di investimento)
  • 7 Rischi Politici
  • 8 Rischi connessi al sito di costruzione

Tralasciando la parte di salute e sicurezza sul lavoro in quanto ha un impianto normativo ed una bibliografia che ormai in Italia vanta una cultura ultradecennale, ad esempio tra i rischi connessi all’appaltatore ci posso essere:

  • a – Scarsa capacità degli appaltatori
  • b – Scarse performance dei subappaltatori
  • c – isoluzione di contratti di subappalto
  • d – Dimissioni di personale qualificato
  • e – Difficoltà culturali

E così per tutti gli otto punti sopra elencati. Tale lavoro è possibile sicuramente farlo assieme a persone del team che hanno una storica esperienza lavorativa (il famoso parere degli esperti), se non è lo stesso Risk Manager a poterlo fare, ma che in ogni caso deve andare ad alimentare un registro (in questo caso aziendale) che studia la casistica per accadimento su ogni singolo progetto passato, in maniera tale da poter avere uno storico che può essere consultato ad ogni nuovo progetto.

In questa fase si analizza qual’ è l’impatto che ogni singolo rischio può avere su tempi, costi e ambito attraverso alcuni indici. L’output dell’analisi dei rischi è il fattore di rischio che è dato dalla moltiplicazione dell’indice di probabilità per l’indice di impatto. (fig.1) L’indice di probabilità ci indica appunto la probabilità che un evento rischioso accada ed è una scala ad esempio che va da 1 a 5 dove 1 il rischio è molto basso 10-20%, 2 il rischio è basso 20-30% 3 rischio medio 40-50%, 4 rischio alto 50-70%, 5 rischio critico >70%. I rischi con una probabilità d’impatto superiore al 90% rappresentano una certezza pertanto la loro gestione passa per altri processi.

L’indice di impatto, anch’esso redatto su una scala, ad esempio, da 1 a 5, ci dà una indicazione qualitativa di come possa incidere su tempi, costi e qualità di un progetto/opera. Tutto questo ci aiuta a capire sotto un profilo qualitativo e di impatto l’importanza il valore critico al quale può seguirne una valutazione economica di tipo analitica. Quantificare il costo del rischio è simile ad una analisi dei costi di lavorazione in quanto i fattori che entrano in gioco sono la manodopera, i materiali ed i noli ai quali si aggiungono valutazioni finanziarie e contrattuali.

Tutto questo ha come output la contigency reserve, ovvero una somma economica, questa volta analitica che verrà usata in caso di accadimento di un rischio preventivato ed è quantificabile moltiplicando la probabilità del rischio, espressa in percentuale, per il costo del rischio individuato.

RISCHIO INDIVIDUATO

(INDICE IMPATTO X INDICE DI PROBABILITA’) x valore economico del rischio = €

Nelle analisi dei rischi va citata l’analisi MONTECARLO che simula statisticamente i possibili scenari futuri. Nel prossimo articolo vedremo quanto sia importante compilare il registro dei rischi su ogni singolo progetto e di come inserire le somme derivanti dall’analisi, in un WBS, oltre ovviamente che parlare della definizione di risposta ai rischi e del loro monitoraggio e controllo.


L’identificazione dei rischi è il primo passo al quale seguono, l’analisi, la definizione di risposta all’accadimento ed infine il controllo e la mitigazione. Ci occuperemo proprio di questi ultimi due processi, senza per prima dimenticare quale siano i documenti importanti per arrivare ad essi. Dopo aver identificato i rischi abbiamo bisogno di “pesarli” in maniera qualitativa e quantitativa.

Un elemento importante che non bisogna dimenticare è quello di inserirli correttamente in una WBS ed in seguito, posizionarli, in maniera adeguata, in una task, che è quella propria della lavorazione ove potrebbe accadere il rischio nel momento temporale programmato.

Il registro dei Rischi

Altro documento importate è il registro dei rischi che rappresenta un documento che, una volta redatto, deve essere continuamente aggiornato in base all’avanzamento dei lavori. Come si nota da un esempio in basso il registro deve avere alcuni riferimenti essenziali che descrivono in maniera tabellare quali sono le informazioni che ci occorrono per una corretta redazione.


La definizione di risposta ai rischi

La prima parte del processo ci ha permesso di fare una analisi qualitativa e dei probabili costi, ora è il momento di individuare quali possono essere le risposte.

Nel Risk Management si tiene in considerazione due tipi di approcci nella risposta ai rischi, ovvero, quello che ci aiuta a prevenirli con misure preventive e quello di tipo reattivo, cioè quello che, nel qual caso avvengano, ci indica come reagire con un piano di recupero.

Le azioni di risposta al rischio che ci indicano le buone pratiche di Risk Management sono:

  • L’eliminazione, la si impiega ad esempio quando un subappaltatore non esegue i lavori in qualità una soluzione può essere quello di sostituirlo.
  • La mitigazione, ad esempio quando i fornitori ritardano le consegne dei materiali potrebbe essere il caso di controllare in maniera costante lo stato di avanzamento delle forniture.
  • La prevenzione, avendo fatto un’analisi ove si prevede che il fornitore non consegni in tempo i materiali, si ordina la consegna prima di quando se ne possa avere effettivamente bisogno.
  • Il trasferimento, questo accade quando nei cantieri insistono dei problemi di tipo specialistico, ad esempio quado si ha un problema di tipo idrogeologico inaspettato e ci si rivolge ad una impresa specializzata per risolverlo. La sorveglianza la si usa su fattori di rischio molto bassi e ci aiuta a controllare un probabile accadimento.
  • L’accettazione infine è un tipo di risposta che si adopera quando siamo disposti a spendere le somme accantonate (contengecy reserve) per risolvere il problema. Spesso viene applicata in maniera strategica per trasformare un accadimento di un rischio previsto in una opportunità che favorisca soggetto economico e stazione appaltante per migliorare la qualità dell’opera che si sta eseguendo.

Monitoraggio e controllo dei rischi

Tutto quanto esposto fino ad ora riguarda la parte preventiva, cioè tutto si dovrebbe svolgere prima della posa in opera della “prima pietra”. Il lavoro è sicuramente molto ma consente, in fase di esecuzione, di controllare e monitorare i rischi in maniera agevole, sapendo infatti quali saranno i probabili rischi, quale sia l’impatto e come prevenirli/risolverli, non resta che impegnarsi per dare continuità al controllo in cantiere.

Chiuderemo di volta in volta le criticità non avvenute, aggiornando il piano dei rischi, riesaminando i costi e producendo dei report periodici sull’andamento della commessa fino al termine dei lavori.

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