Riconoscimento delle competenze dei volontari: il ruolo degli enti

22.12.2025 - Tempo di lettura: 6'
Riconoscimento delle competenze dei volontari: il ruolo degli enti

Dal volontariato arriva un patrimonio di competenze sociali, civiche e trasversali da valorizzare anche tramite un riconoscimento formale che chiama in causa direttamente gli enti del Terzo settore.

Con il Decreto del 31 luglio 2025, il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali stabilisce le regole per riconoscere le competenze acquisite nello svolgimento di attività o percorsi di volontariato in modo tale che siano spendibili anche nel contesto scolastico e lavorativo.

Le novità interessano tutti i volontari e le volontarie che si impegnano in modo non occasionale ma riguardano anche direttamente gli Enti del Terzo settore, chiamati a validare ufficialmente le abilità conseguite e a definire obiettivi formativi e risultati già nelle fasi di programmazione e progettazione degli interventi.

In quali casi è possibile riconoscere le competenze di volontari e volontarie?

L’articolo 19 del Codice del Terzo Settore mette nero su bianco le strategie per promuovere il volontariato, in particolare tra i giovani, come esperienza di formazione e crescita umana, civile e culturale della persona prevedendo anche il riconoscimento delle competenze acquisite in questo ambito.

Per essere validate le abilità devono risultare in linea con gli standard definiti dal decreto del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali del 9 luglio 2024 ed essere state sviluppate durante le attività degli Enti del Terzo settore, nei percorsi di volontariato e nei progetti utili alla collettività con un impegno minimo di 60 ore nell’arco di un anno.

Sono gli stessi Enti del Terzo settore che mettono in atto le procedure per arrivare al riconoscimento dei risultati raggiunti nell’ambito dell’apprendimento non formale. E l’input può arrivare sia dagli enti stessi che si avvalgono del volontariato che dalle persone interessate.

Come previsto dal provvedimento, sempre su richiesta del volontario o della volontaria, è possibile inoltre valutare la portabilità delle competenze nel Sistema nazionale di certificazione così da assumere valore in ambito scolastico, formativo, universitario e lavorativo, anche ai fini dei concorsi pubblici.

Come funziona il processo di riconoscimento delle competenze acquisite durante il volontariato

In linea generale, perché si possa arrivare all’attestazione del patrimonio di abilità acquisito durante le attività, il rapporto tra volontario ed Ente deve rispettare alcuni standard minimi:

  • informazione iniziale: per garantire parità di opportunità e conoscenza dei requisiti di accesso e fruizione del servizio di individuazione;
  • progetto personalizzato: all’inizio del percorso, il soggetto attuatore e il beneficiario devono sottoscrivere un progetto personalizzato che contenga almeno la durata totale (in ore, giorni o mesi) del percorso, gli obiettivi di apprendimento o i risultati attesi che saranno oggetto di individuazione descritti e riferiti agli standard di qualificazione definiti dall’art. 3 del decreto ministeriale del 9 luglio 2024;
  • affiancamento e tutoraggio del volontario: per tutta la durata del progetto una figura dedicata deve essere di supporto per l’inserimento e lo svolgimento delle attività, raccogliere le evidenze e occuparsi della valutazione dell’esperienza delle attività svolte.

Inoltre è necessario, poi, procedere con il rilascio del documento di trasparenza di valore di parte prima sottoscritto da entrambe le parti, con i risultati di apprendimento o delle attività effettivamente individuati, riferiti agli standard di qualificazione (art. 3 del D.M. 9 luglio 2024) e con la durata effettiva del percorso realizzato (in ore, giorni o mesi) che deve essere pari ad almeno il 75 per cento di quella prevista in principio.

Gli enti, inoltre, devono occuparsi della conservazione e registrazione delle attestazioni, in conformità con le specifiche stabilite dall’art. 7 del decreto ministeriale del 9 luglio 2024

Per tutto il processo che riguarda il riconoscimento delle competenze di volontari e volontarie gli enti del Terzo settore coinvolti in prima linea possono ottenere il supporto operativo da parte dei Centri duale nazionale per lo sviluppo delle competenze professionali, definendo appositi accordi di collaborazione.

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