Fringe Benefit: cosa sono e cosa possono comprendere?
Quali servizi e importi possono rientrare nei fringe benefit? Il punto sulle regole per il 2024 e le possibili novità per il 2025.
Cosa sono i fringe benefit e quali spese possono comprendere? In linea generale si tratta di prestazioni in natura consistenti nell’uso di beni e servizi, riconosciute dal datore di lavoro al lavoratore dipendente in busta paga.
Sono diverse le prestazioni che possono essere riconosciute a titolo di fringe benefit, così come sono vari i servizi che possono rientrare fra le misure di welfare aziendale.
Il punto sui limiti di non tassabilità e le regole previste per il 2024, con un focus sulle possibili novità in arrivo per il 2025.
Fringe benefit: cosa sono
In diversi casi i fringe benefit vengono definiti impropriamente come “bonus dipendenti”. Si tratta infatti di prestazioni consistenti nell’uso di beni e servizi, affiancati allo stipendio dei lavoratori dipendenti.
Vengono concessi dal datore di lavoro generalmente tramite una retribuzione in natura o attraverso beni e servizi aggiuntivi.
L’utilizzo dei fringe benefit è vantaggioso sia per i lavoratori che per i datori di lavoro. Per i primi, infatti, nel rispetto di determinate soglie, non concorrono alla formazione del reddito imponibile da lavoro dipendente. In altre parole “non sono tassati”. Per i datori di lavoro, inoltre, sono nella maggior parte dei casi interamente deducibili.
In linea generale, il tetto massimo dei fringe benefit da tenere in considerazione è di 258,23 euro. Da diversi anni, in risposta all’esigenza di aumentare tale soglia, sono stati previsti interventi normativi ad hoc.
Per il 2024, a partire dallo scorso 1° gennaio, sono state previste due diverse soglie:
- 000 euro per la generalità dei lavoratori dipendenti;
- 000 euro per i lavoratori dipendenti con figli a carico.
Nel caso dei dipendenti con figli a carico, possono rientrare anche i dipendenti con figli nati fuori del matrimonio riconosciuti, figli adottivi o affidati. Devono in ogni caso essere rispettati i requisiti reddituali per definire il figlio “a carico”, ovvero con un reddito nell’anno di imposta:
- non superiore a euro 2.840,51 euro;
- non superiore a 4.000 euro, per i figli fino a 24 anni di età.
La condizione deve essere verificata al 31 dicembre di ciascun anno.
Fringe benefit: quali spese possono comprendere
Vediamo ora quali spese possono rientrare nei limiti previsti a titolo di fringe benefit.
Gli importi possono comprendere:
- le utenze domestiche del servizio idrico integrato;
- le utenze dell’energia elettrica e del gas naturale;
- le spese per il contratto di locazione della prima casa;
- le spese per gli interessi sul mutuo relativo alla prima casa.
Nel caso di erogazione in denaro, con una somma aggiuntiva nella busta paga del lavoratore dipendente, potranno essere coperte le spese relative alle bollette di acqua, luce e gas. Restano validi i chiarimenti forniti nella circolare numero 23/2023 dell’Agenzia delle Entrate.
Nel ventaglio dei fringe benefit che possono essere riconosciuti dal datore di lavoro rientrano le auto aziendali, per le quali si deve applicare regole diverse a seconda della data di stipula del contratto: precedente o successiva al 1° luglio 2020.
Qualora l’auto sia concessa in uso promiscuo dal datore di lavoro al lavoratore, per calcolare il relativo importo che concorre al reddito di lavoro dipendente è innanzitutto necessario, convenzionalmente, determinare il 30 per cento dell’importo corrispondente a una percorrenza convenzionale di 15 mila chilometri. Dalle Tabelle ACI, approvate annualmente, si ricava il costo chilometrico di esercizio.
Relativamente alle auto concesse in uso tramite contratto stipulato con il beneficiario prima del 1° gennaio 2025, si devono inoltre considerare anche i valori di emissione di anidride carbonica del veicolo, che determinano, al crescere delle emissioni, l’aumento della percentuale da applicare all’imponibile convenzionale e, pertanto, un maggiore importo che concorre alla formazione del reddito del lavoratore dipendente.
Possono rientrare tra i fringe benefit anche i buoni pasto riconosciuti ai dipendenti, a patto che l’importo giornaliero non superi i 4 euro (o 8 euro se in forma elettronica).
Infine, tra le altre tipologie di fringe benefit, rientrano:
- i fabbricati concessi al dipendente;
- i beni e servizi ceduti gratuitamente al dipendente;
- le polizze sanitarie;
- i prestiti concessi al dipendente.
Fringe benefit: le novità in arrivo con la Legge di Bilancio 2025
Quali sono le novità in arrivo per i fringe benefit a partire dal 1° gennaio 2025? Per avere certezza sulle modifiche al quadro delle agevolazioni di welfare aziendale si dovrà attendere la conclusione dell’iter parlamentare della Manovra.
Nel Disegno di Legge di Bilancio è stata inserita una proroga dei limiti attualmente previsti per l’anno in corso. Anche per il prossimo triennio, ossia per gli anni 2025, 2026 e 2027, dovrebbero essere approvati i limiti di 1.000 euro per la generalità dei lavoratori dipendenti e di 2.000 euro per i dipendenti con figli a carico.
Oltre alla riconferma triennale, un’ulteriore novità inserita nel testo del DDL di Bilancio interessa l’innalzamento della soglia di non tassabilità nel caso di lavoratori fuori sede.
Per i nuovi assunti a partire dal 1° gennaio, che accettano di trasferire la residenza di oltre 100 chilometri e che hanno un reddito fino a 35.000 euro nell’anno d’imposta precedente a quello dell’assunzione, il limite sarà fissato a 5.000 euro. In tale ipotesi, il beneficio non riguarda i contributi.
Per l’ufficialità si dovrà attendere l’approvazione della Legge di Bilancio 2025.