Credere in sè stessi: la chiave di volta per la riuscita personale

01.03.2016 - Tempo di lettura: 8'
Credere in sè stessi: la chiave di volta per la riuscita personale

Sì, perchè tanto nello sport quanto nel mondo del lavoro, credere in se stessi, sviluppare la cosiddetta “Intelligenza agonistica”, progettare, affrontare, superare e prevedere le sfide con sè, con gli altri e con l’ambiente risulta fondamentale per la crescita, il miglioramento delle performance e la realizzazione personale.

Sport ed HR condividono la dimensione umana, la tensione al miglioramento, la relazione con le debolezze, i successi e i fallimenti dell’individuo nelle sue sfide quotidiane.

Giuseppe Vercelli, psicologo, psicoterapeuta, coach e docente universitario ne ha parlato a lungo. A lui ci rifacciamo, dando voce diretta a uno dei suoi scritti accademici: “Quaderni di Psicologia del Lavoro e delle Organizzazioni” – Tecniche di Allenamento Mentale.

“C’è intelligenza agonistica nell’atleta che si prepara alla gara, nel rischio d’impresa, negli interrogatori di polizia volti a scoprire la verità  nascosta nella persona sospettata, nelle scelte delle operazioni finanziarie. C’è intelligenza agonistica nel paziente che chiede aiuto al terapeuta e mette in atto una sfida nei confronti del proprio malessere, nel bambino che impara, nel corteggiamento fra uomo e donna, nel comprendere se stessi. Sia che ne siamo o no consapevoli, la vita nella sua essenza è una sfida alla nostra intelligenza. Accettare la sfida significa crescere, evolvere, conoscere, a volte vincere. Intelligenza agonistica è intelligenza del corpo che conosce la soluzione prima che la mente ne diventi consapevole”.
“In principio era la competizione. Se noi esistiamo è solo perchè qualcuno ha vinto una gara”.
Sviluppare l’Intelligenza agonistica altro non è che entrare in contatto con alcuni dei motivi ancestrali che hanno spinto l’essere umano al progresso continuo, tessere una relazione privilegiata con le leggi della natura.

Ogni individuo possiede in sé simili capacità . Chi si trova ad affrontare difficoltà , tensioni, problematiche e sfide significative è senza dubbio consapevole di possedere questa risorsa. Il principio ordinatore della realtà  è la capacità  dell’individuo di mettere in relazione gli eventi, nel tentativo di sovvertire il caos e trasformarlo in ordine.

“Da quel momento in poi, dal momento in cui il nuovo ordine prende forma, tutto fluisce naturalmente verso la meta desiderata, anche le difficoltà  appaiono come parte integrante e stimolante del cammino verso l’obiettivo desiderato”.

Nello sport e nelle sfide della vita lavorativa, alcuni fattori possono giungere in nostro soccorso, al fine di allenarci alla concentrazione, alla focalizzazione degli obiettivi, all’armonia con noi stessi e con l’ambiente circostanze, in vista del superamento delle difficoltà . Lo sport si configura in questo senso come un palcoscenico, una sintesi delle dinamiche che ogni individuo vive quotidianamente nella sua vita professionale e personale.

Lo sport possiede una caratteristica fondamentale. Spinge l’individuo a porre particolare attenzione alle sensazioni, ai rimandi dell’ambiente, alle percezioni del “noi” all’interno del contesto d’azione. Ascoltare il nostro “intorno” è fondamentale per orientare le decisioni, le scelte strategiche e tattiche. Raccogliere le informazioni provenienti dall’ambiente circostante non è però sufficiente: occorre selezionare gli stimoli utili allo scopo perseguito. Lo sforzo orientato alla massima prestazione è “un’azione diretta sull’inconscio e sull’intelligenza del corpo”. L’inconscio, aggiunge Vercelli, “è quella parte dell’individuo che permette il contatto con la vera realtà , che conduce a un livello superiore nel gioco che sto giocando, mi pone in contatto con la mia squadra, il popolo che c’è in me. Questo è il motivo per cui competere e cercare la vittoria nella sfida in atto è quasi per tutti gli uomini un’azione affascinante e desiderabile, la competizione ha direttamente a che fare con la nostra storia evolutiva come esseri umani”.

L’intelligenza agonistica, se sviluppata, è ciò che permette di stabilire una connessione tra la mente, il corpo e l’ambiente, un’armonia in cui le azioni si orientano in maniera fluida, spontanea e ordinata: “i confini si perdono, l’esperienza quasi si spersonalizza, l’uomo ritrova la sua originaria congiunzione con la natura che gli consente di utilizzare al meglio le sue capacità  razionali, ma soprattutto di recuperare e avvalersi di quelle irrazionali e più istintuali.”

Il controllo razionale e cosciente della nostra persona è direttamente collegato alla padronanza della noosfera (dimensione inconscia), ciò che l’individuo non sa di dover sapere. Quanto più si è in grado di visitare questa dimensione, tanto più si sarà  in grado di controllarla.

“Quando ci sono molte informazioni provenienti da fonti diverse, con intensità  diverse, anche la mente più forte di fronte a un evento ad alto impatto emotivo, può entrare in uno stato di confusione, che si può intendere come l’esatto opposto dello stato di integrazione. […] Ogni fenomeno è definito da una polarità , tra i cui estremi si sviluppa un ritmo, un’oscillazione: un polo conduce all’altro tramite un flusso di energia costante. Anche vittoria e sconfitta sono solamente due polarità  di uno stesso continuum che possiamo chiamare competizione, cioè dirigersi verso: quando vinco la direzione è stata coerente con le migliori sensazioni, quando perdo la direzione è coerente con il bisogno di apprendimento continuo”.

Sincronia, Forza, Energia Ritmo e Attivazione sono i nomi dei nostri Power Rangers interiori. Insieme costituiscono il metodo SFERA, un principio ordinatore in grado di minimizzare la casualità  delle prestazioni, facilitare il problem solving, favorire l’automotivazione, incrementare la corrispondenza tra prestazione potenziale e prestazione reale, utilizzare le emozioni come alleate e generare apprendimento costante.

SINCRONIA: essere presente
è l’attitudine a focalizzarsi sul presenze, senza rimorsi rispetto al passato e ansie verso il futuro. E’ la capacità  di restare concentrati sul qui e ora. “In situazioni potenzialmente ansiogene, dove è in atto una competizione, i momenti che la mente va ad anticipare o a ricordare sono tendenzialmente negativi. […] In una situazione di perfetta sincronia si perdono i confini, si diventa un tutt’uno in cui pensieri e azioni si con-fondono nel senso che si uniscono, sono una cosa sola, l’ambiente è in me e ne percepisco ogni minimo segnale. […] Il soggetto diventa l’azione che sta svolgendo”.

ESSERE IN SINCRONIA ESSERE FUORI SINCRONIA
  • Pensiero rivolto all’azione in atto
  • Capacità  di realizzare esattamente ciò che si ha in mente
  • Mente concentrata su ciò che il corpo fa
  • Percezione delle migliori sensazioni durante l’azione svolta
  • Mantenimento dell’attenzione per l’intera durata della performance
  • Pensiero rivolto al futuro, al passato, a un altro luogo
  • Paura di sbagliare
  • Pensiero rivolto al giudizio degli altri in caso di errore
  • Presenza di aspettative eccessive
  • Percezione di disturbo da parte delle persone presenti


PUNTI DI FORZA: sentirsi capace

E’ la consapevolezza delle nostre abilità  e capacità , la nostra percezione di autoefficacia. “Padroneggiare tale fattore significa ricordarsi, durante i momenti prima della competizione e durante la sfida stessa, di tutte le cose che si è assolutamente certi di possedere”.

PRESENZA DI PUNTI DI FORZA ASSENZA DI PUNTI DI FORZA
  • Sensazione di essere capace di fare
  • Sicurezza di sè
  • Obiettivi chiari e definiti
  • Consapevolezza delle proprie doti
  • Focalizzazione sugli obiettivi
  • Senso di potenza
  • Attribuzione di maggiore qualità  agli avversari (“Lui è più bravo di me”)
  • Cattive sensazioni
  • Preoccupazione di non aver svolto un allenamento adeguato
  • Focalizzazione sui limiti
  • Fuga dai problemi


ENERGIA: vedere meglio

E’ l’aumento dell’energia vitale, della potenza in un determinato momento. Occorre dosarla perchè non si esaurisca prima della fine della prestazione. “Gestire bene l’energia significa controllare solo le cose che dipendono strettamente da noi lasciando perdere tutto ciò che non è direttamente sotto la nostra responsabilità”.

REGOLARE BENE L’ENERGIA REGOLARE MALE L’ENERGIA
  • Sensazione di dosaggio dell’energia sempre presente
  • Capacità  di delega
  • Manifestazione di atteggiamento assertivo
  • Utilizzo delle emozioni come alleate
  • Capacità  di concludere un’azione in modo efficace
  • Manifestazione di aggressività
  • Sensazione di stanchezza e svogliatezza
  • Lasciare troppe porte aperte
  • Demotivazione all’azione
  • Manifestazione di passività
  • Eccesso di emotività


RITMO: sentirsi fluidi

E’ l’eleganza nell’azione. “Trovare il ritmo giusto colora le nostre azioni di armonia, rendendo fluido, libero, sciolto, leggero ogni nostro comportamento; come un’oscillazione che si propaga nell’infinito, non c’è fatica, non c’è sforzo, ma libero fluire, in cui diviene semplice ascoltare e facile fluire.”

GESTIRE IL RITMO PERDERE IL RITMO
  • Percepirsi fluido e armonico
  • Manifestazione di leadership
  • Possedere il controllo di se stessi
  • Governare la situazione
  • Orientamento al cambiamento
  • Percezione di fiducia
  • Avere la sensazione di non riuscire a seguire gli eventi
  • Muoversi nervosamente e a scatti
  • Sentirsi bloccato nell’espressione di sè
  • Perdere la connessione con gli altri, con l’evento in atto


ATTIVAZIONE: divertirsi

E’ il passaggio dalla potenza all’atto. “Non c’è attivazione tutte le volte che non si ha voglia di essere là.” Cosa può determinare la giusta attivazione, se non il divertimento, la gioia di fare quel che si sta facendo? La motivazione, soggetta ad altalene, dovrà  essere costantemente alimentata.

“Portiamo l’esempio di Mozart e della sua sfera più evoluta. Egli compose la sua opera più infantile, il Flauto Magico, popolata da mostri, trabocchetti, animali che ballano, palme di cartone e strumenti magici, e questa risulta essere la sua ultima opera. […] Nel Flauto Magico, l’eroe Tamino rischia la morte perchè perseguitato da un mostro orribile, un drago serpente. Dopo essere svenuto si sveglia faccia a faccia con tre damigelle canterine che gli affidano un flauto magico con il quale potrà  addentrarsi nella foresta (questa è la sua sfida). Ma quali sono le proprietà  di questo flauto magico? […] Ti darà  un grande potere, quello di modificare le passioni umane: il malinconico diventerà  allegro, il solitario si innamorerà …”

GIUSTA ATTIVAZIONE CALO DI ATTIVAZIONE
  • Sentirsi motivato interiormente
  • Lavorare con gioia e divertimento
  • Dare maggiore significato possibile all’esperienza in atto
  • Riuscire a trasmettere la propria passione
  • Sentirsi demotivato
  • Obiettivi non chiari e non stimolanti
  • Non avere voglia
  • Percezione di mancanza di significato di ciò che si sta facendo

Le situazioni sfidanti sono all’ordine del giorno nel mondo dello sport e in quello del lavoro. Un giusto controllo della nostra noosfera può essere un valido alleato nel superamento degli ostacoli e nel raggiungimento del traguardo finale.

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