I nuovi incentivi fiscali europei alle aziende industriali

Cosa prevede la raccomandazione UE 2025/1307
L’Unione Europea ha recentemente pubblicato la raccomandazione numero 2025/1307, avente ad oggetto incentivi fiscali a sostegno del patto per l’industria pulita e disciplina degli aiuti di Stato nell’ambito del “patto per l’industria pulita”.
Il provvedimento stabilisce i principi guida comuni per orientare gli Stati membri nell’introduzione e nell’elaborazione di incentivi fiscali intesi a contribuire agli obiettivi di crescita e sviluppo delle aziende industriali europee.
La raccomandazione punta, in particolare, a sostenere gli investimenti puliti, con riferimento esplicito:
- agli investimenti nella capacità di produzione di tecnologie pulite;
- agli investimenti nella decarbonizzazione dell’industria;
- agli investimenti in innovazione che consentano di dare massima efficacia alle due categorie di investimenti di cui sopra.
Ma in cosa consiste questo patto per l’energia pulita in Europa?
Si tratta, come si legge all’interno del testo ufficiale della raccomandazione, della “giustificazione economica della decarbonizzazione come fonte di crescita e prosperità”.
All’interno del patto viene prevista una vera e propria tabella di marcia comune per la decarbonizzazione e la competitività dell’industria europea, che conferma l’impegno dell’Unione a favore dell’ambiente.
Vengono in questo contesto disegnate misure di incentivi fiscali e commerciali all’industria per decarbonizzare in Europa, anche attraverso pratiche di economia circolare, e, di conseguenza, rafforzare la competitività delle aziende europee.
L’obiettivo della comunicazione sul patto per l’industria pulita è quindi riunire e promuovere l’azione per il clima e la competitività nell’ambito di un’unica strategia di crescita.
Destinatarie sono le aziende ad alta intensità energetica, che necessitano di un sostegno urgente per i futuri piani di investimenti; ma anche, in generale, le aziende operanti nel settore delle tecnologie pulite, che fungono da fulcro della competitività futura nazionale e comunitaria.
Flessibilità alle regole sugli aiuti di Stato fino al 2030
Nell’attuazione della raccomandazione, e nella misura in cui i provvedimenti fiscali futuri comporteranno aiuti di Stato e copriranno lo stesso ambito di applicazione della nuova disciplina, agli Stati membri sarà consentita una parziale e temporanea deroga ai limiti agli aiuti di Stato medesimi.
Il legislatore italiano potrà in particolare:
- prevedere dei sussidi alle bollette elettriche alle imprese energivore;
- prevedere dei sussidi alla produzione di nuovi reattori nucleari.
In entrambi gli esempi di cui sopra, tuttavia, l’Italia – così come gli altri Paesi UE – dovrà tenere conto della temporaneità delle misure, che dovranno considerare la scadenza del 2030 e il relativo piano di misure europee che verranno attuate sino ad allora.
Allargando l’orizzonte di osservazione, la nuova impostazione consentirà di prevedere aiuti di Stato in cinque settori:
- lo sviluppo di fonti rinnovabili;
- l’alleggerimento temporaneo delle bollette elettriche per le imprese energivore;
- la decarbonizzazione di impianti produttivi già esistenti;
- la creazione di capacità produttiva nel campo della tecnologia pulita;
- la riduzione del rischio degli investimenti nell’energia pulita, nella decarbonizzazione, nelle tecnologie pulite, così come nei progetti di infrastrutture energetiche e di economia.
Due tipologie di agevolazioni per le aziende: ammortamento accelerato e nuovo credito d’imposta per gli investimenti
Come si traduce in termini pratici l’introduzione di misure di flessibilità di questo tipo per le aziende italiane?
Secondo quanto previsto dalla stessa raccomandazione 2025/1307 in due modi:
- la possibilità di utilizzare l’ammortamento accelerato;
- l’introduzione di un nuovo credito d’imposta dedicato.
L’ammortamento accelerato consentirà alle aziende di dedurre le spese per gli investimenti in tecnologie pulite ammissibili più velocemente, o addirittura contestualmente, ovvero proprio nell’anno di acquisto o di leasing. In questo modo le aziende potranno migliorare il cash flow e ridurre le imposte del periodo considerato.
I beni ammortizzabili (“cespiti”) oggetto di agevolazione (tramite “ammortamento accelerato”) dovranno;
- essere nuovi;
- essere utilizzati principalmente per le attività strumentali delle aziende beneficiarie.
La nuova disciplina stabilisce, inoltre, che non è necessario calcolare l’equivalente sovvenzione lorda e che l’ammortamento accelerato potrà essere concesso in aggiunta a qualsiasi altro aiuto di Stato o sostegno proveniente da fondi dell’Unione gestiti a livello centrale in relazione agli stessi costi ammissibili. E questo ovviamente potrà rappresentare una grandissima opportunità per le aziende.
In passato, infatti, misure di questo tipo erano state limitate dal criterio della cumulabilità.
Il nuovo credito d’imposta raccomandato dall’UE andrebbe ad agevolare i progetti di investimento nelle tecnologie pulite (ad esempio, energie rinnovabili e macchinari di efficientamento energetico) e per la decarbonizzazione industriale.
Secondo le indicazioni Ue, gli incentivi fiscali dovrebbero essere “efficaci in termini di costi”, quindi specificatamente individuati e semplici da utilizzare per le imprese. In alcuni casi, i progetti avviati in aree assistite o realizzati da piccole e medie imprese potrebbero ottenere maggiori agevolazioni fiscali da parte degli Stati membri. E anche questo aspetto appare potenzialmente importantissimo per il sistema economico italiano, che com’è noto è per la gran parte composto da aziende di piccole e medie dimensioni.
La raccomandazione prevede anche una serie di parametri numerici entro i quali i singoli Stati dovranno impostare le agevolazioni fiscali future:
- l’importo dell’aiuto non potrà superare i 150 milioni di euro per progetto e l’intensità massima di aiuto il 15 % dei costi ammissibili;
- oppure 200 milioni di euro o 350 milioni di euro per progetto con intensità massima di aiuto del 20 % o del 35% dei costi ammissibili.
In arrivo altri strumenti dal diritto comunitario
Gli strumenti previsti dalla raccomandazione 2025/1307 non rimarranno i soli dedicati agli incentivi che nei prossimi anni il diritto dell’Unione Europea prevederà per le imprese industriali.
Nella proposta di bilancio pluriennale europeo 2028-2034 trova spazio una riorganizzazione complessiva dei fondi comunitari.
Verrà istituito, in particolare, il Fondo Europeo per la Competitività, di valore pari a circa 409 miliardi di euro e destinato a finanziare l’innovazione industriale europea in settori strategici come l’industria green, ma anche la transizione digitale, le biotecnologie e la difesa.
Il nuovo fondo ingloberà alcuni strumenti preesistenti come:
- InvestEu;
- Digital Europe;
- Connecting Europe Facility;
- Chips Act.
In questo contesto sarà rifinanziato il programma Horizon Europe, che passerà da 95 a 200 miliardi di euro e sarà destinato alle attività di ricerca e sviluppo delle imprese industriali europee
