Strategie ESG per la gestione dei rifiuti nel settore moda

La gestione dei rifiuti nelle aziende rappresenta un pilastro fondamentale delle strategie ESG (Environmental, Social and Governance), oggi imprescindibili per garantire sostenibilità, conformità normativa e competitività sul mercato globale. In questo articolo analizzeremo quali pratiche adottare per gestire in modo responsabile i rifiuti aziendali nel fashion system, secondo i criteri ESG e gli obiettivi europei per l’economia circolare.
ESG: significato
L’acronimo ESG si riferisce a tre criteri fondamentali per valutare la sostenibilità di un’azienda: ambientale (Environmental), sociale (Social) e di governance (Governance). L’applicazione di questi criteri implica l’adozione di pratiche sostenibili lungo l’intera supply chain dalla produzione al consumo finale. Si tratta di una metodologia che considera un’azienda come buona solo se è ben governata, se tiene conto dell’ambiente che la circonda e dell’impatto che le sue attività hanno sulle persone e sulle comunità coinvolte. In termini pratici vuol dire garantire rispetto per l’ambiente, diritti per i propri dipendenti e una gestione responsabile e trasparente dell’azienda. Secondo gli standard ESG la gestione dei rifiuti aziendali è un aspetto cruciale; una gestione circolare dei rifiuti migliora le performance ESG, consente infatti di ridurre l’impatto ambientale, ottimizzare l’uso delle risorse e migliorare l’efficienza operativa oltre a rispondere alle crescenti aspettative di consumatori e investitori in tema di responsabilità ambientale. Il settore della moda non fa eccezione, essendo l’industria del fashion uno dei maggiori inquinatori al mondo e tra le principali responsabili di emissioni di CO2, rilascio di microplastiche e uso di sostanze chimiche tossiche.
Come gestire i rifiuti nel settore moda
In base ai dati rivelati dal Rapporto Rifiuti Urbani 2024 di ISPRA, i rifiuti prodotti dal tessile costituiscono una sfida importante per l’industria della moda. Le cifre pubblicate ci dicono che nel 2023 l’Italia ha differenziato 171,6 mila tonnellate di rifiuti tessili, ovvero il 7% in più rispetto alle 160,3 mila tonnellate dell’anno precedente. A Milano dove si svolge la Fashion Week la raccolta differenziata del tessile ammonterebbe a 4.107 tonnellate, ovvero 3 kg per abitante.
Applicare strategie per una moda circolare è diventato cruciale al punto da spingere l’Europa ad adottare diversi provvedimenti normativi come la direttiva UE 2018/851 che dal 1 gennaio 2025 impone l’obbligo per gli Stati Membri di introdurre la raccolta differenziata per i rifiuti tessili. Uno degli aspetti più interessanti della normativa è l’introduzione della Responsabilità Estesa del Produttore (EPR), una misura che obbliga i produttori del tessile a farsi carico dell’intero ciclo di vita dei loro prodotti e del loro smaltimento, promuovendo così la progettazione di capi più facilmente riciclabili. Gioca un ruolo chiave anche il regolamento sulla progettazione ecocompatibile dei prodotti compresi i tessuti, così da renderli più durevoli, riparabili, riutilizzabili, riciclabili.
Strategie ESG per una gestione sostenibile dei rifiuti
La sostenibilità nella moda è diventata una necessità. Ecco alcune delle principali pratiche per una corretta gestione dei rifiuti aziendali nel tessile.
- Incentivare l’upcycling e il riutilizzo dei materiali. Si tratta di una pratica che permette di trasformare rifiuti o prodotti inutilizzati in nuovi articoli di maggiore valore. Progettare prodotti che facilitino il riutilizzo e il riciclo riduce al minimo i rifiuti; utilizzando materiali riciclati o facilmente riciclabili contribuirà a ridurre il consumo di acqua, le emissioni di CO2 e la produzione di rifiuti.
- Implementare l’uso di tecnologie innovative, come il Digital Product Passport (DPP), ovvero il passaporto digitale per i prodotti tessili, che raccoglie e rende accessibili informazioni sul ciclo vita dei capi, dalla produzione al riciclo consentendone la tracciabilità e facilitando il riciclo e il riutilizzo. Anche l’uso di software per la gestione dell’inventario o la semplificazione dei processi produttivi può ridurre gli sprechi e ottimizzare la gestione dei rifiuti.
- Utilizzare il riciclo chimico, una tecnologia che permette di recuperare fibre sintetiche come il poliestere dai capi di abbigliamento. In questo modo si riduce la quantità di rifiuti da smaltire, abbassando costi di trasporto e dismissione.
- Usare materiali sostenibili, come il cotone organico e le fibre riciclate favorisce la riduzione dei rifiuti e il miglioramento dell’efficienza energetica.
- Adottare pratiche di ecodesign, ovvero progettare i capi per facilitarne il riciclo alla fine del loro ciclo vita, consentendo il recupero dei materiali.
- Aumentare la raccolta differenziata di tessuti per favorire il riciclo e ridurre il quantitativo di rifiuti inviati in discarica.
- Limitare la distruzione di capi invenduti (come previsto dal regolamento europeo UE 2023/1234) e incentivare il loro riutilizzo attraverso canali alternativi.
In conclusione, la sostenibilità nel settore della moda richiede un impegno continuo per ridurre l’impatto ambientale e promuovere pratiche responsabili. L’adozione di tecnologie innovative come il Digital Product Passport (DPP) e la gestione efficiente dei rifiuti sono fondamentali per un futuro più green. Inoltre, l’upcycling, il riutilizzo dei materiali e l’ecodesign giocano un ruolo cruciale nella creazione di una moda circolare. È quindi essenziale che tutti gli attori del settore si impegnino attivamente per monitorare e ridurre gli sprechi in ogni fase della produzione.