Comunicazione studi legali: trasformate il vostro quotidiano in materiale per il progetto di comunicazione
Spesso mi è capitato che nel corso del primo incontro con i professionisti di uno studio, mi sia stata manifestata la chiara preoccupazione di voler intraprendere un percorso di comunicazione, ma al contempo, di essere assaliti dalla “paura” di non sapere cosa dire.
Quando si parla di comunicazione, e in special modo, quella rivolta ai media, alcuni professionisti che si approcciano per la prima volta a questa tipologia di progetto, sono spaventati da cosa poter dire, come dirlo e soprattutto immaginandosi di dover intercettare chissà quali tematiche.
Uno dei primi suggerimenti è proprio quello di iniziare eliminando le preoccupazioni: preoccupazioni quali la cosiddetta sindrome del foglio bianco; l’ansia di avere poco tempo, ossia del non sapere come e quando incastrare questa attività, avendo già le agende fitte di impegni e; infine, il blocco dovuto alla propria professione, che ha lasciato un forte retaggio ereditato dalla tradizione della riservatezza in riferimento alla materia che si tratta.
E allora scardiniamo una per una di queste convinzioni che spesso bloccano il progetto di comunicazione.
Partiamo dal: cosa dico? Cosa scrivo? Cosa posso proporre ai media?
All’inizio magari il vostro retaggio culturale opporrà resistenza, ma dopo un accurato allenamento, vi assicuro, che riuscirete a scardinare ogni blocco.
Il primo passo è quello di dedicare una mezzoretta a fine giornata ad analizzare ciò che avete portato a termine a livello lavorativo, nel corso delle ore precedentemente trascorse in studio. Presto vi accorgerete che la risposta al cliente sul come affrontare una nuova normativa, l’articolo letto che riguarda un nuovo provvedimento europeo, un contenzioso chiuso oltreoceano che può fare da antesignano ad una serie di altre vicende, possono trasformarsi in materiale di comunicazione.
Vi faccio qualche esempio: se il cliente x vi ha scritto chiedendovi le direttive per applicare una nuova normativa, è probabile che x altri clienti e possibili tali abbiamo bisogno delle medesime indicazioni, è allora che quella risposta, meglio articolata ed esplosa può trasformarsi in una proposta per la stampa, in un post su linkedin, in una newsletter.
E così lo stesso per una particolare chiave di lettura per un nuovo provvedimento sul quale avete fatto una vostra personale riflessione, o quella vicenda accaduta oltreoceano che può fare da apripista ad una serie di altre vicende. Lasciate che il vostro istinto vi guidi, e se durante il giorno avete avuto modo di affrontare dei ragionamenti con altri colleghi, con i clienti, probabilmente tali ragionamenti possono interessare un pubblico più ampio. Non ponevi limiti, non riempitevi di blocchi, accorciate le distanze e fate in modo che il vostro lavoro quotidiano possa essere trasformato in materiale di comunicazione.
Il tempo, altra variabile impegnativa per i professionisti, che si ritrovano agende fitte di impegni tra i quali devono barcamenarsi: l’udienza, la scadenza, l’incontro con il cliente, la call, il convegno etc etc e allora come incastrare. Il mio consiglio è quello di tenere un’agenda, un foglio word sul computer, un blocchetto di post-it, scegliete il mezzo che preferite e appuntate lo spunto, uno schema, dei bullet point, che in quella mezz’ora quotidiana riorganizzerete e trasformerete in materiale fruibile dal vostro consulente, che quindi si occuperà di scegliere il canale e la modalità più idonea per trasmettere quel tema.
Non suggerisco mai, ai professionisti che seguo di scrivere di getto un articolo, ma di lavorarci solo nel momento in cui verrà definita la sua destinazione, così da ottimizzare il tempo impiegato ed evitare inutili sprechi.
Terzo tema, ma non meno importante è il patto di riservatezza con il cliente. Che ovvio per nessun motivo può e deve essere violato, ma qualora il tema per particolarità, difficoltà, o settorialità merita di essere raccontato può diventare una narrazione senza la descrizione dei professionisti ma con un ampliamento del racconto e della materia di specie.
Nei casi in cui, invece, fosse lo stesso cliente a raccontare la vicenda, basterà farsi “trasportare” dalla corrente della sua comunicazione.
Insomma imparate a guardare le attività che svolgete quotidianamente con occhi diversi, nuovi, cambiando punto di vista, e vi accorgerete che ciò che a voi pare scontato e poco interessante perché lo trattate ogni giorno, per altri potrebbe essere una rivelazione.
Allenatevi a comunicare senza cercare parabole straordinarie, ma ponendo attenzione al vostro ordinario.