Rendicontazione di sostenibilità: aziende e direttiva CSRD

03.11.2025 - Tempo di lettura: 6'
Rendicontazione di sostenibilità: aziende e direttiva CSRD

La rendicontazione di sostenibilità rappresenta oggi un passaggio fondamentale per molte imprese.

In un contesto in cui la digitalizzazione continua a trasformare i modelli di business, la sostenibilità si afferma come un secondo pilastro imprescindibile per garantire competitività, accesso al credito e fiducia da parte di stakeholder e mercato.

Anche per le PMI la capacità di misurare e comunicare il proprio impatto ambientale, sociale e di governance non è più un tema rimandabile. In questo scenario si inserisce la nuova direttiva europea CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive), che estende l’obbligo di redazione del bilancio di sostenibilità, un documento strutturato che racconta in modo trasparente le performance ESG di un’impresa, a circa 50.000 aziende in Europa.

In questo articolo vedremo quali aziende sono coinvolte dalla direttiva e quali strumenti possono supportare le imprese nell’affrontare la rendicontazione in modo efficace e consapevole.

La rendicontazione di sostenibilità delle aziende

Nel contesto economico attuale, la sostenibilità è diventata un criterio chiave per valutare l’affidabilità di un’impresa. Investitori, clienti, istituzioni e partner commerciali prestano crescente attenzione alle performance ESG (ambientali, sociali e di governance), considerate oggi indicatori fondamentali di solidità, trasparenza e lungimiranza aziendale.

Per questo, la rendicontazione di sostenibilità, oltre a essere un adempimento normativo, rappresenta anche uno strumento strategico per raccontare il proprio impegno verso uno sviluppo responsabile.

Redigere un bilancio di sostenibilità significa raccogliere, analizzare e comunicare dati e informazioni sulle proprie attività in ambiti come l’impatto ambientale, le politiche sul personale, l’etica aziendale e la gestione dei rischi. È un esercizio di trasparenza che aiuta a consolidare la reputazione dell’impresa, ad attrarre capitali e talenti e a costruire relazioni di fiducia con tutti gli stakeholder.

Cos’è la direttiva CSRD e obiettivi

Alla luce della crescente centralità delle performance ESG nel mondo imprenditoriale, diventa essenziale disporre di strumenti chiari e condivisi per comunicare in modo trasparente il proprio impatto e le strategie messe in atto.

È in questa prospettiva che si inserisce la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), la nuova normativa europea che ridefinisce le regole della rendicontazione di sostenibilità. Approvata nell’ambito del Green Deal e del Pacchetto per la Finanza Sostenibile, la direttiva risponde all’esigenza di rendere le informazioni ESG più complete, comparabili e affidabili.

Entrata in vigore a gennaio 2023 ed effettivamente recepita in Italia con il D.Lgs. n. 125 del settembre 2024, la CSRD amplia notevolmente il campo di applicazione della precedente direttiva NFRD, coinvolgendo circa 50.000 aziende europee, comprese molte PMI. Al centro della norma vi è il principio della doppia materialità. Gli obiettivi principali della CSRD sono:

  • migliorare la qualità, coerenza e accessibilità delle informazioni ESG;
  • fornire maggiore trasparenza agli investitori e agli stakeholder;
  • ridurre i rischi legati al cambiamento climatico;
  • orientare i capitali verso attività sostenibili;
  • supportare il percorso dell’UE verso la neutralità climatica entro il 2050.

A quali aziende si applica la direttiva CSRD

L’estensione dell’ambito di applicazione della CSRD rappresenta uno dei suoi aspetti più significativi. Dopo anni in cui la rendicontazione di sostenibilità ha coinvolto un numero limitato di grandi aziende, oggi la normativa impone un cambio di passo a un’ampia platea di imprese, molte delle quali non avevano finora obblighi formali in materia.

L’obiettivo è rendere la trasparenza ESG una prassi diffusa, non solo tra i grandi gruppi ma anche nel tessuto imprenditoriale più articolato dell’Unione. Entro il 2028, saranno tenute a conformarsi alla CSRD:

  • tutte le imprese quotate in borsa su mercati regolamentati dell’UE, ad eccezione delle microimprese;
  • le grandi imprese con sede nell’UE, quotate o non quotate, che rispettano almeno due dei seguenti criteri: 25 milioni di euro di attivo, 50 milioni di euro di fatturato, 250 dipendenti in media annua;
  • le imprese extra-UE che generano almeno 150 milioni di euro di fatturato all’interno dell’Unione e che possiedono una filiale o una controllata significativa nel territorio europeo.

Per molte aziende, e in particolare per le PMI coinvolte per la prima volta in questo tipo di rendicontazione, ciò implica la necessità di strutturarsi, dotarsi di competenze e strumenti adeguati e iniziare un percorso di compliance graduale, ma strategico.

Software di gestione della rendicontazione di sostenibilità: i vantaggi

Il binomio sostenibilità–tecnologia rappresenta una vera e propria leva di trasformazione per le imprese che vogliono rispondere con efficacia agli obblighi normativi e alle attese del mercato.

In questo contesto, i software di gestione evoluti giocano un ruolo fondamentale nel supportare le aziende, grandi o piccole, nella raccolta, analisi e rendicontazione dei dati ESG richiesti dalla CSRD.

Strumenti come l’ERP TeamSystem Enterprise rappresentano una soluzione completa per affrontare in modo strutturato questa sfida. Grazie a una piattaforma integrata e scalabile, le imprese possono:

  • automatizzare la raccolta dei dati economici, ambientali e sociali in modo preciso e coerente;
  • tracciare KPI e metriche ESG rilevanti per il bilancio di sostenibilità;
  • garantire la conformità alle normative europee grazie a moduli aggiornati e processi verificabili;
  • gestire in un unico ambiente le informazioni aziendali strategiche, semplificando audit e controlli;
  • migliorare la collaborazione interna e la governance attraverso workflow digitali e reportistica avanzata.

Per le PMI in particolare, poter contare su un ERP come quello di TeamSystem significa dotarsi di uno strumento solido ma flessibile, capace di accompagnare l’impresa in un percorso di crescita consapevole, allineato ai nuovi standard della sostenibilità.

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