Buoni pasto, i vantaggi per le aziende

I buoni pasto rappresentano un beneficio importante per il lavoratore, ma anche uno strumento utile per le aziende intenzionate a porre in essere piani di welfare. Un utile vademecum sui vantaggi fiscali
L’uso di buoni pasto è sempre più frequente. Nati come servizio sostitutivo della mensa aziendale, nel tempo sono diventati uno dei benefici premiali più comunemente riconosciuti dalle aziende ai dipendent
Riconoscere i ticket ai dipendenti, nei casi in cui non è previsto obbligatoriamente dal CCNL applicato, rappresenta una scelta strategica per le aziende che desiderano integrare il pacchetto retributivo dei lavoratori.
Il motivo è legato ai vantaggi fiscali, che rendono i buoni un valido strumento di welfare con benefici diretti anche per i datori di lavoro.
Nel lavoro di pianificazione, i Consulenti del Lavoro hanno il ruolo di studiare le vie fiscalmente più convenienti anche per le aziende eroganti. Guardare quindi alla normativa specifica applicabile ai buoni pasto appare quindi centrale.
Buoni pasto: vantaggi fiscali e contributivi diretti per le aziende
L’erogazione dei buoni pasto, quando destinata alla generalità o a categorie omogenee di lavoratori, permette alle aziende di ottimizzare significativamente i costi grazie a specifiche agevolazioni.
Le spese sostenute per l’acquisto dei buoni pasto da attribuire ai dipendenti sono interamente deducibili dal reddito d’impresa. Questo è uno dei vantaggi principali: il costo sostenuto dall’azienda viene riconosciuto totalmente ai fini fiscali, limitando l’incidenza sul bilancio.
A questo si aggiunge l’esenzione ai fini previdenziali e contributivi, che rende l’erogazione dei buoni pasto come benefit molto più conveniente rispetto a un aumento in busta paga.
La normativa vigente (Art. 51, comma 2, lett. c del TUIR) stabilisce che il valore del buono pasto non concorre alla formazione del reddito da lavoro dipendente (e dunque non è soggetto a tassazione IRPEF e a oneri previdenziali e assistenziali) entro determinate soglie.
Per i buoni pasto elettronici il limite è pari a 8 euro, valore che scende invece a 4 euro per quelli cartacei.
L’esenzione comporta benefici premiali anche per le aziende eroganti: entro i limiti di cui sopra i buoni sono esenti dal versamento dei contributi previdenziali. L’effetto? È possibile di fatto integrare la retribuzione dei dipendenti, senza però un aumento del costo del lavoro.
Detraibilità dell’IVA integrale per i buoni pasto elettronici
Nel guidare le scelte delle aziende nella gestione del personale, è utile per i Consulenti ricordare che i buoni pasto prevedono benefici fiscali anche sul fronte dell’IVA.
In generale, l’aliquota applicata è pari al 4 per cento e, in caso di buoni elettronici, l’imposta è integralmente detraibile. Attenzione invece a quelli cartacei: ferma restando l’applicazione dell’aliquota agevolata, l’IVA risulterà indetraibile.
Nel caso, invece, di titolari di partita IVA individuale che acquistano buoni pasto per sé stessi, la deduzione è ammessa nel limite del 75 per cento dei costi e, in ogni caso, per un importo complessivamente non superiore al 2 per cento dell’ammontare dei compensi percepiti nel periodo di imposta (art. 54, comma 5, e art. 109, comma 5, del TUIR).
I buoni pasto come via ottimale per il welfare aziendale e la gestione del personale
La scelta di riconoscere buoni pasto ai propri dipendenti ha anche vantaggi indiretti. Si tratta infatti di un valido strumento reputazionale, nonché di gestione delle risorse umane, che impatta positivamente sul clima aziendale e sull’attrattività dell’impresa.
Il motivo è evidente: si garantisce ai dipendenti un’integrazione del reddito netto, senza aggravi fiscali e contributivi, garantendo un aumento del potere d’acquisto.
Offrire un benefit pratico e quotidiano è un elemento chiave del welfare aziendale.
L’utilizzo versatile dei buoni pasto, spendibili per pasti in orario d’uffico ma anche ad esempio per fare la spesa al supermercato, contribuisce ad accrescere l’immagine dell’azienda e a incrementare la soddisfazione dei dipendenti.
Si tratta di vantaggi non tangibili che tuttavia contribuiscono al benessere complessivo delle aziende.
Il ruolo dei Consulenti è anche questo: rendere le aziende consapevoli che per il successo del proprio business è centrale saper curare il personale in forza, ma anche attrarre nuovi talenti con strumenti di welfare vantaggiosi fiscalmente e non solo.