Cos’è il patent box e a chi è rivolto?

09.08.2018 - Tempo di lettura: 2'
Cos’è il patent box e a chi è rivolto?

Il patent box è un regime di agevolazione fiscale opzionale, dedicato ai redditi che derivano dall’utilizzo di opere di ingegno come brevetti industriali, disegni e modelli. Il regime, introdotto dalla Legge di Stabilità 2015, è dato rivisto prima dalla Legge di Stabilità 2016, quindi dal decreto del 28 Novembre 2017. Andiamo a vedere chi sono i soggetti che ne hanno diritto, quali sono i requisiti e le principali caratteristiche.

Il regime agevolato è dedicato ai soggetti titolari di reddito di impresa, fra cui ditte individuali, società di persone e capitali, enti pubblici e privati commerciali: la dimensione e la forma giuridica dell’azienda non sono quindi fondamentali per avvalersi dell’agevolazione. Sono invece esclusi i lavoratori autonomi, i soggetti che determinano il reddito secondo criteri forfettari, le società in amministrazione straordinaria, in liquidazione e fallite.

Tuttavia è fondamentale che questi soggetti svolgano attività di ricerca e sviluppo con l’obiettivo di produrre specifici beni immateriali per la vendita o per la prestazione di servizi, che può essere svolta internamente ma anche con contratti di ricerca con partner esterni, come università, enti di ricerca o aziende di R&D. Si fa infatti riferimento al requisito della c.d. substantial activity, che ha lo scopo di garantire che il beneficiario del Patent Box stia svolgendo un’attività rilevante.

Questa definizione include la ricerca fondamentale e applicata, le attività di design e progettazione, e si estende a tutte le ricerche preventive, come le ricerche di mercato, fino alla comunicazione e comunicazione dei marchi. Sono inclusi quindi i brevetti industriali, e software protetti da copyright, i disegni e modelli tutelabili, i processi, formule e informazioni, e l’utilizzo congiunto di più beni immateriali complementari.

L’agevolazione consiste in una detassazione dei redditi derivanti da queste attività, come i canoni di concessione in uso piuttosto che il contributo diretto al reddito complessivo di impresa, ricalcolata in base al rapporto tra costi di ricerca e sviluppo ed i costi di complessivi per produrre il bene immateriale. Si ricava quindi la quota di reddito a cui applicare la percentuale del 50% nel 2017, aumentata rispetto al 40% nel 2016 e il 30% l’anno precedente. Infine, questa agevolazione può essere richiesta secondo le modalità previste dall’Agenzia delle Entrate, ed è valida per 5 anni, irrevocabile e rinnovabile.

Rispetto all’anno precedente, il decreto del 28 novembre 2017 introduce alcune novità. In primo luogo, vengono esclusi i marchi d’impresa dall’agevolazione, per armonizzare la legge italiana ai principi OCSE, esclusione che non impatta sulle agevolazioni chieste negli anni precedenti. Vengono inoltre introdotte delle disposizioni per il coordinamento, con una clausola di granfathering che regola il periodo in cui è possibile conservare i benefici della normativa precedentemente in vigore, e per l’individuazione delle modalità di scambio spontaneo delle informazioni fiscali con i paesi esteri.

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