Rapporto FIRE 2025, Energy Manager in aumento, figura chiave per l’efficienza energetica

Cresce ancora in Italia il numero degli Energy Manager, figure sempre più centrali nella gestione dell’energia e nella transizione ecologica del Paese. Lo certifica il nuovo Rapporto della Federazione Italiana per l’Uso Razionale dell’Energia (FIRE).
Nel 2024 sono state registrate 2.571 nomine, con un aumento del 4% rispetto al 2020. Un trend che evidenzia il ruolo ormai strutturale dell’Energy Manager nella definizione delle strategie energetiche, sia in ambito aziendale che istituzionale. Particolarmente significativo è il dato relativo all’adozione di questa figura anche al di fuori degli obblighi normativi: delle 2.571 nomine, infatti, 1.752 provengono da soggetti tenuti per legge a designare un responsabile dell’energia – ovvero realtà con consumi annui superiori alle soglie previste – mentre 819 incarichi sono stati conferiti da organizzazioni non obbligate. Un dato che conferma come la gestione efficiente dell’energia stia diventando una scelta strategica sempre più diffusa, integrata nelle politiche aziendali anche in assenza di vincoli formali.
Un segnale chiaro: il tema dell’efficienza energetica è entrato stabilmente nelle agende strategiche di molte organizzazioni, indipendentemente dai vincoli normativi. Il ruolo dell’Energy Manager non si esaurisce nella semplice attività di monitoraggio dei consumi, ma comprende l’elaborazione di interventi mirati alla riduzione degli sprechi, all’ottimizzazione dei costi, all’integrazione delle fonti rinnovabili e all’adozione di modelli di gestione energetica strutturati e sostenibili.
Dal punto di vista operativo, la maggior parte degli Energy Manager è stata nominata come figura interna all’organizzazione (1.459), mentre 382 svolgono il ruolo come consulenti esterni. Esiste poi una piccola quota di professionisti (28) che coprono entrambi i ruoli, in base al tipo di committente. Interessante, in questo contesto, è il dato relativo alla certificazione EGE – Esperto in Gestione dell’Energia – considerata un indicatore di competenza tecnica avanzata: solo il 16% degli energy manager interni risulta certificato, contro il 58% degli esterni e il 61% di coloro che operano in entrambi i ruoli. Percentuali in calo rispetto all’anno precedente, a conferma della necessità di rafforzare la formazione e la qualificazione professionale. Non mancano criticità, in particolare sul piano dell’inquadramento contrattuale e della rappresentanza di genere. Il 62% degli Energy Manager ricopre posizioni medio-alte, da quadro a dirigente fino all’amministratore, ma resta elevato il numero di figure inquadrate a livelli troppo bassi per poter incidere in modo concreto sulle scelte aziendali. Una situazione che rischia di depotenziare il valore stesso del ruolo. A questo si aggiungono le disparità di genere: tra le Energy Manager donne, solo il 4% ha una posizione apicale come amministratore, il 14% è dirigente, mentre la grande maggioranza resta relegata ai ruoli di quadro o impiegata.
Segnali incoraggianti arrivano invece dal fronte della gestione certificata dell’energia. Secondo i dati FIRE, nel 2024 sono 451 i soggetti che, oltre ad aver nominato un Energy Manager, risultano in possesso della certificazione ISO 50001, standard internazionale che definisce i criteri per un sistema efficace di gestione dell’energia. Un numero in crescita del 13% rispetto all’anno precedente, che segnala una maggiore attenzione a un approccio strutturato e continuo all’efficienza energetica.
In occasione della presentazione del rapporto, FIRE ha avanzato alcune proposte concrete alle istituzioni per rafforzare il quadro normativo e valorizzare ulteriormente la figura dell’Energy Manager. In particolare, si propone di abbassare la soglia di nomina obbligatoria a 1.000 tonnellate equivalenti di petrolio (tep) annue per tutti i settori a partire dal 2026, di estendere l’obbligo di nomina a tutte le Regioni, Province e Comuni sopra i 20.000 abitanti e di subordinare l’accesso agli incentivi pubblici per efficienza energetica e generazione distribuita alla regolare designazione dell’Energy Manager nei casi previsti dalla legge. Quest’ultima misura, in particolare, ricalcherebbe quanto già avviene per i certificati bianchi.
Il Rapporto FIRE 2025 si inserisce nell’ambito della convenzione tra FIRE e il Ministero dello Sviluppo Economico per la promozione e la formazione della figura del tecnico responsabile per l’uso razionale dell’energia, ai sensi della legge 10/1991. Un’iniziativa che, anno dopo anno, contribuisce a delineare l’evoluzione di un ruolo sempre più determinante per la sostenibilità del sistema energetico nazionale.
