BIM obbligatorio per le opere pubbliche oltre il milione di euro

13.02.2024 - Tempo di lettura: 3'
BIM obbligatorio per le opere pubbliche oltre il milione di euro

Dal primo gennaio 2025, il BIM diventerà obbligatorio per tutti gli appalti pubblici relativi a lavori di costruzione, ristrutturazione e manutenzione di opere pubbliche con un importo superiore a un milione di euro. Si tratta di una svolta epocale per il settore edile italiano, che si avvia verso una digitalizzazione completa dei processi progettuali e costruttivi.

Il BIM, acronimo di Building Information Modeling, è una metodologia di lavoro collaborativa che permette di creare un modello digitale tridimensionale di un’opera edile, contenente tutte le informazioni geometriche, fisiche e funzionali dell’edificio. Questo modello digitale rappresenta una vera e propria “copia digitale” dell’opera, che può essere utilizzata per l’analisi, la progettazione, la simulazione, la costruzione e la gestione dell’opera stessa.

Come vedremo di seguito in questo articolo di TeamSystem dedicato al cosiddetto Nuovo Codice Appalti, sarà necessario riorganizzarsi in modo opportuno per rispondere in modo efficace alla normativa, tramite infrastrutture hardware adeguate, software specifici e formazione del personale mirata.

BIM obbligatorio: contesto e dettagli della normativa

L’obbligo del BIM negli appalti pubblici è stato introdotto dal Nuovo Codice Appalti, e in particolare dall’art. 43 comma 1, che prevede l’utilizzo obbligatorio del BIM dal primo gennaio 2025 per gli appalti di importo pari o superiore al milione di euro.

In particolare, la normativa italiana prevede l’obbligo di adozione del BIM dal 2025 per:

  • Importi superiori a 1 milione di euro
  • Progettazione e realizzazione di opere di nuova costruzione
  • Interventi su costruzioni esistenti

Al contrario, non sarà obbligatorio per:

  • Importi inferiori a 1 milione di euro
  • Interventi di manutenzione ordinaria
  • Interventi di manutenzione straordinaria

Ciò resta valido a meno che non si tratti di interventi su opere già eseguite con l’uso di metodi e strumenti di gestione informativa digitale; ed è assolutamente in linea con quanto previsto dal decreto BIM Baratono D.M. 560/2017 (come modificato dal D.M. 312/2021), che fissava l’impiego del BIM “per le opere di nuova costruzione, ed interventi su costruzioni esistenti, fatta eccezione per le opere di ordinaria e straordinaria manutenzione di importo a base di gara pari o superiore a 1 milione di euro, a decorrere dal 1° gennaio 2025”.

L’obbligo di BIM per gli appalti pubblici è stato introdotto gradualmente nel nostro paese:

  • Dal 2019 per le opere di oltre i 100 milioni di euro
  • Dal 2020 per i lavori di oltre i 50 milioni di euro
  • Dal 2022 per le opere superiori ai 15 milioni di euro
  • Dal 2023 per i lavori superiori ai 5,35 milioni di euro
  • Dal 2025 per le opere di oltre 1 milione di euro

L’obiettivo di tale normativa è quello di favorire la digitalizzazione del settore edile e di migliorare l’efficienza e la qualità dei processi di progettazione, realizzazione e gestione delle opere pubbliche.

 

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Come impatta il BIM obbligatorio nel settore degli appalti pubblici

L’introduzione del BIM obbligatorio negli appalti pubblici avrà un impatto significativo sul settore edile. I principali vantaggi previsti sono:

  • Migliore efficienza dei processi: il BIM permette di ridurre i tempi di progettazione e realizzazione delle opere, di ottimizzare i costi e di migliorare la qualità del prodotto finale.
  • Maggiore collaborazione: il BIM favorisce la collaborazione tra tutti gli attori coinvolti nel processo edilizio, dalla progettazione alla costruzione alla gestione.
  • Migliore sostenibilità: il BIM può essere utilizzato per migliorare la sostenibilità ambientale delle opere, grazie a una migliore gestione delle risorse e dei rifiuti.

Tuttavia, l’introduzione del BIM presenta anche alcune sfide potenziali:

  • Necessità di formazione: le imprese e gli enti pubblici dovranno formare il proprio personale all’utilizzo del BIM.
  • Costi di implementazione: l’adozione del Building Information Modeling richiede un investimento iniziale in software e hardware.
  • Interoperabilità: è necessario garantire la compatibilità tra i diversi software BIM utilizzati dai diversi attori del processo edilizio.

BIM nei processi di appalto

Il Building Information Modeling sarà integrato nei processi di appalto in diverse fasi:

  • Fase di progettazione: il BIM sarà utilizzato per la progettazione dell’opera, dalla definizione del concept fino alla stesura dei disegni esecutivi.
  • Fase di gara: il BIM sarà utilizzato per la redazione del capitolato informativo e per la valutazione delle offerte delle imprese.
  • Fase di esecuzione: il BIM sarà utilizzato per la gestione del cantiere, per il controllo dei costi e per la pianificazione delle attività.
  • Fase di gestione: il BIM sarà utilizzato per la gestione dell’opera durante il suo ciclo di vita, per la manutenzione e per le eventuali ristrutturazioni.

L’aggiornamento in questo campo è fondamentale per le imprese e gli enti pubblici che vogliono essere competitivi nel mercato degli appalti pubblici. Un software BIM dedicato può aiutare a gestire l’intero processo, dalla progettazione alla costruzione alla gestione, garantendo efficienza, collaborazione e qualità.

In conclusione, l’obbligo del BIM negli appalti pubblici rappresenta una grande opportunità per il settore edile italiano. Le sfide da affrontare non sono poche, ma i potenziali vantaggi sono enormi. Con un adeguato investimento in formazione e tecnologia, il Building Information Modeling può contribuire a rendere il settore edile italiano più efficiente, competitivo e sostenibile.

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