Il professionista: da 2.0 a 4.0, attraverso il contratto di rete online e offline

07.06.2018 - Tempo di lettura: 3'
Il professionista: da 2.0 a 4.0, attraverso il contratto di rete online e offline

Come già saprai il 2017 è stato un anno molto importante per i professionisti come te perché hanno visto la luce due riforme: la normativa sulle società tra professionisti e il contratto di rete. Se la prima novità riguarda più da vicino il mondo forense la seconda in realtà estende il concetto di rete a tutti i professionisti.

Ho scritto nel titolo “da 2.0 a 4.0” proprio perché ormai anche i professionisti sono parificati dalla legge a PMI (Piccola e Media Impresa) e quindi si deve necessariamente guardare alla quarta rivoluzione industriale, Impresa 4.0. Con la creazione di contratti di rete inoltre anche i professionisti che vi aderiscono possono partecipare ai bandi pubblici, accessibili fino all’anno scorso solo alle imprese.

Il mondo degli studi si apre quindi a importanti novità che pongono nuove sfide ma che consentono loro di sfruttare nuove risorse economiche e di utilizzare nuove competenze per lo sviluppo della propria attività, che deve sempre più essere improntata a criteri di gestione imprenditoriale.

Infatti la funzionalità e la redditività di uno studio, anche se piccolo, si devono basare su quegli elementi di efficienza che sono tipici di un’impresa, seppure in scala ridotta:

  • Efficienza organizzativa, cioè organizzazione del lavoro tra colleghi e collaboratori, anche esterni;
  • Efficienza comunicativa, cioè utilizzo di strumenti di marketing per affermare il nome dello studio, parificabile ormai a un “brand” (un marchio) per procacciarsi nuovi clienti;
  • Efficienza di processo attraverso un corretto utilizzo delle tecnologie informatiche.

Questo comporterà la fine dei piccoli studi, che garantivano ai propri clienti un servizio artigianale ma di alta qualità? Direi di no, anzi direi esattamente il contrario.

Se hai letto attentamente avrai notato due concetti (Rete e Tecnologie Informatiche) che si possono tradurre in una parola: Web.

Il web è la piattaforma naturale per dare sostanza al concetto di contratto di rete con queste finalità:

  • Creare reti interdisciplinari dove il professionista si apre alla collaborazione sinergica con altri colleghi in modo da garantire un servizio, anche specialistico, di alto livello;
  • Dimostrare trasparenza verso il mercato in modo da fugare ogni dubbio sulla professionalità;
  • Aumentare la visibilità di questa nuova sinergia attraverso la comunicazione digitale o sfruttando i social network, ideali per l’attivazione di questa strategia digitale;
  • Creare maggior valore per il cliente che usufruisce dei servizi della tua rete.

Ovviamente, come già scritto nei post precedenti, i punti elencati in precedenza richiedono da parte dei professionisti che intendono aderire a questi contratti di rete collaborazione e trasparenza.

Questi due valori però pagano in termini di recensioni, il passaparola digitale, che si esprime sempre attraverso il web e quindi crea un circolo virtuoso che supporta le nuove “imprese” di professionisti in questa nuova avventura. E così per i clienti diventerà anche più facile trovare studi che riescano ad accontentare le loro richieste perché si potranno affidare a una community che raggruppa numerosi esperti che si presenteranno per cercare di comunicare tutta la loro affidabilità e dei quali si potrà valutarne l’operato attraverso i giudizi espressi da chi ha già potuto usufruire dei loro servizi.

Possiamo considerare il web uno strumento “semplice e democratico” e proprio per questi due motivi importante perché riesce a conciliare il grande bisogno di indipendenza del singolo professionista con la necessità di un sempre maggiore coordinamento imposta dal mercato, che va oltre gli aspetti prettamente finanziari di condivisione di costi e punta alla fornitura di uno standard di servizi di elevata qualità.

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