Big data e cambiamenti nel settore fitness. Dove va il mercato?

Siamo alla fine 2018 e gli imprenditori ed i gestori più visionari ed orientati al futuro si chiedono quali sviluppi avrà il nostro mercato, che direzioni prenderà e quali tendenze metteranno radici e contraddistingueranno la vita dei nostri club e delle nostre strutture?
Non è facile rispondere a queste aspettative ed intercettare ciò che ragionevolmente accadrà, ma ci sono alcuni punti di riferimento intorno ai quali sviluppare dei ragionamenti estremamente sensati e concreti.
Facciamo un passo indietro e torniamo nel presente, cerchiamo di contestualizzare ciò che sta accadendo e da questo sviluppiamo una proiezione attendibile.
Secondo gli esperti verso la fine del 2014 è iniziata una fase storica senza precedenti, una fase che coinvolgerà ogni settore della nostra vita sia privata sia professionale, sia come singoli, sia come gruppi di lavoro, una rivoluzione digitale della portata pari all’avvento di internet e alla creazione dei social online.
Questa fase che sta caratterizzando ed ancor più caratterizzerà gli anni a venire è chiamata Big Data e riguarda l’enorme numero di dati ed informazioni che mai come prima saranno disponibili in numero, qualità e dettaglio.
Ma tutti questi dati cosa riguardano? Quali aspetti della nostra vita verranno coinvolti?
Istintivamente risponderei tutti ed approfondendo il ragionamento ripeterei tutti! Ma per semplicità e per chiarezza comunicativa proviamo a fare degli esempi quindi internet, applicazioni di ogni tipo, social, organizzazione aziendale, sicurezza, salute, cura della persona, comportamenti, automobili, elettrodomestici, internet of things, e chi più ne ha più ne metta.
Gli oggetti si rendono riconoscibili ed acquistano intelligenza grazie al fatto di poter comunicare dati su se stessi ed accedere ad informazioni aggregate da parte di altri. Le sveglie suonano prima in caso di traffico, le scarpe da corsa trasmettono tempi, velocità e distanza per gareggiare in tempo reale in tutto il globo, i contenitori di medicine ci avvisano nel caso ci sia dimenticati di prendere i farmaci e tanti altri esempi più semplici o più complessi potrebbero venir fatti.
L’enorme numero di dati disponibili sono considerati a tutti gli effetti “il nuovo petrolio di questo secolo”.
Ma è davvero così? Sono davvero così preziosi i dati disponibili?
Rispondo con lucidità a questa annosa domanda, ni! Cioè cosa vuol dire che non sono così importanti? O il contrario?
Per spiegare meglio questo paradosso occorre portare alla luce una differenziazione che appare tanto semplice ma che in realtà determina una diversa visione, la differenza tra dato ed informazione. Il dato di per se è un numero, un testo, un segnale video o audio; si tratta di una semplice segnalazione che ha sicuramente un valore proprio, ma può assumere significati differenti a seconda del contesto in cui si trova. Ad esempio il numero 100 può suscitare una sensazione di calore se parliamo di gradi centigradi, di tempi lunghi se parliamo di giorni, o di una dimensione ben precisa se parliamo di millimetri o kilometri, di più o meno piacere se si tratta di un’entrata piuttosto che un’uscita di denaro.
Il suono di una sirena da solo suscita solo fastidio, ma se siamo per strada è un segnale ben preciso e sappiamo di dover dare la precedenza, se siamo in un ambiente chiuso sappiamo che si tratta di un allarme e quindi ci dobbiamo allontanare dal pericolo.
Ecco quindi che l’informazione è il dato nel suo contesto e l’estrazione del valore è direttamente proporzionale alla qualità del passaggio cognitivo che ci permette di trovare davvero il petrolio.
Questo lungo ragionamento, questa lunga premessa dove vuole portarci?
Ritornando da dove siamo partiti, quali cambiamenti nel settore fitness ci saranno dovuti all’avvento dei Big data?
Molte sono già le cose che si stanno trasformando in questo senso, le applicazioni legate alla salute personale, le possibilità di dotarsi di programmi d’allenamento digitali, software gestionali che sempre più sofisticati in grado fornirci dati articolati, CRM che automatizzano azioni che rendono semplici processi organizzativi di grande complessità, programmi di business intelligence ed analytics che organizzano e monitorano budget e fatturati e tanto altro ancora.
Da un punto di vista strategico appare sempre più evidente come titolari e gestori di Club debbano strutturarsi per cavalcare e non farsi sopraffare da quest’onda. Prevedo da una parte un’attenta analisi e selezione degli applicativi digitali che vengono utilizzati per estrarre dati rilevanti e dall’altra parte, certamente non meno importante, la capacità di formare dal livello più semplice a quello più complesso, figure professionali in grado di creare informazione specifica e dettagliata, in grado di riempire di contenuto di valore i dati che emergono.
Per concludere questo passaggio porterà i decision maker a prendere scelte strategiche raffinate che sono sempre più basate sulla personalizzazione della propria organizzazione e della conoscenza specifica del nostro cliente, criteri che da un punto di vista competitivo saranno e faranno sempre più la differenza tra chi cresce e chi stalla.
Nascono i Digital Club che affondano radici profonde all’interno della cultura data driven e dei quali parleremo all’interno dei prossimi articoli.
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