Il franchising: cos’è e come aprirne uno

26.03.2024 - Tempo di lettura: 13'
Il franchising: cos’è e come aprirne uno

Il Franchising è un modello d’affari che nasce negli Stati Uniti e si diffonde contestualmente anche in Francia, radicandosi in Italia negli anni ’70 con notevoli successi. Questa formula si basa su valori fondamentali come la buona fede, la lealtà e la riservatezza tra imprenditori, che condividono uno stesso modello strategico per raggiungere l’obiettivo.

Il Franchising si configura come un vero e proprio contratto con cui un franchisor concede ai suoi franchisees il diritto – e impone l’obbligo – di intraprendere un’attività economica in base alla formula di business da lui elaborata, in cambio di un corrispettivo finanziario (diritto di entrata o royalties).

Il franchisee è tenuto a usare il nome commerciale, i marchi commerciali e distintivi, i marchi di servizio, il know-how, i metodi commerciali e le strategie, le procedure e gli altri diritti di proprietà industriale e intellettuale del franchisor, impegnandosi quindi a far propria la politica commerciale e l’immagine del franchisor, nel loro interesse reciproco e in quello dei clienti.

La procedura per aprire un franchising necessita, dunque, di una collaborazione di lungo periodo tra imprenditori giuridicamente ed economicamente autonomi l’uno dall’altro: l’affiliante franchisor (colui che è proprietario di un marchio/catena) e l’affiliato franchisee (colui che apre un’attività con il medesimo marchio). I vantaggi, come vedremo, riguardano entrambe le parti: chi concede il marchio e il know-how ottiene un’entrata senza investire direttamente nell’apertura di una nuova attività, mentre chi ne fa uso può operare sul mercato partendo da una solida base, con un brand spesso già conosciuto sul mercato e il supporto di una realtà che si occupa dei vari aspetti di marketing e commerciali.

Franchising: cosa aprire?

Quando si decide di avviare un franchising, la decisione su cosa aprire è cruciale per il successo dell’impresa. Diversi settori offrono, infatti, opportunità di franchising, ognuna con caratteristiche uniche. Inutile dire che il primo elemento essenziale sono le proprie passioni e competenze; quindi, la ricerca di un settore che rispecchi le proprie inclinazioni, perché solo in questo modo si può avere la certezza di lavorare in un contesto soddisfacente e stimolante.

Al di là di questo punto, si può poi ragionare sulle singole possibilità commerciali e imprenditoriali.

Aprire un franchising di distribuzione

Un’opzione comune, per esempio, è il franchising di distribuzione, adatto per coloro che desiderano gestire un negozio al dettaglio. Settori come arredo, cosmetici, abbigliamento e attrezzature sportive offrono numerose formule di successo con cui affiliarsi, tanto da essere ormai letteralmente dominati da brand che adoperano questa formula.

Aprire un franchising di servizi

Se invece si è più orientati verso prestazioni di natura professionale, il franchising di servizi può essere la scelta ideale. Questo include infatti attività come intermediazione immobiliare, ristorazione, agenzie di viaggi, istituti di formazione e servizi nel settore della bellezza.

Aprire un franchising industriale

Per chi ha una vocazione imprenditoriale più orientata all’industria, infine, il franchising industriale potrebbe essere la risposta giusta. In questo caso, la concessione di licenze per la produzione e commercializzazione di prodotti basati sul know-how del franchisor può rappresentare un’opportunità di successo. Oltre a essere partner commerciali, il franchisor e il franchisee sono imprenditori d’industria; il primo concede al secondo la licenza del brevetto di fabbricazione e i marchi, trasmette tutta la tecnologia, il know-how e le tecniche di vendita al franchisee, insieme a una costante assistenza tecnica, mentre quest’ultimo produce e commercializza il prodotto nella propria unità secondo i criteri del franchisor. Un esempio classico? Coca-Cola.

Il processo di apertura di un Franchising

Per giungere all’apertura di un’attività in Franchising è necessario che vi sia un accordo pieno tra le parti – frinchisor e frinchisee – che stabiliscono modalità di funzionamento dell’accordo, durata del contratto e ogni altro vincolo o diritto riservato ai soggetti che vi partecipano. Molti franchisor, per esempio, chiedono precise garanzie sul luogo di apertura dell’attività, sul bacino di utenza, oltre a imporre regole di comportamento volte a tutelare l’immagine della casa madre.

Quanto costa aprire un franchising?

Scegliendo la formula del Franchising, si è tenuti a sostenere in linea di massima le stesse spese previste per una qualsiasi altra attività imprenditoriale, fatti salvi alcuni costi che il contratto può lasciare in capo all’azienda franchisor (per esempio gli allestimenti del negozio o le materie prime).

In generale, aprire un franchising comporta:

  • costi di start-up;
  • affitto del locale;
  • spese pubblicitarie;
  • pagamenti diretti o indiretti all’azienda madre, come entry fee e royalties mensili.

Di conseguenza è sempre fondamentale effettuare un’analisi preventiva per capire se l’investimento è valido, evitando gli errori più comuni legati a una mancanza di attenzione allo sviluppo della rete o alla scarsa cura della promozione sul territorio.

Cosa paga il Franchisee?

Le spese che deve sostenere il franchisee sono diverse e di differente natura. Analizziamole nel dettaglio.

  • Spesa di Entry Fee: si tratta della quota che chi decide di avviare l’attività paga all’azienda madre, per avere la possibilità di utilizzo del marchio e di ricezione di know how e assistenza.
  • Royalties: sono spese fisse o variabili, che il franchisee deve retrocedere al franchisor con cadenza mensile. Quando si tratta di spese variabili solitamente vengono calcolate con una percentuale sul fatturato.
  • Spese di avvio e mantenimento: si tratta delle spese di affitto di un locale, della sua sistemazione per accogliere il negozio, e delle spese mensili che rientrano nella gestione del locale stesso (utenze come energia elettrica, acqua, tasse sui rifiuti, etc.). Da considerare, in questo ambito, anche le spese relative alla creazione di un nuovo soggetto giuridico (l’azienda franchisee).

Quanto si può guadagnare con un negozio in Franchising?

Anche per le attività in franchising il guadagno può dipendere da tantissimi fattori: sebbene con questa formula si possa contare sull’appoggio di un’azienda forte alle spalle, rischi e opportunità sono sempre molto variabili. Al di là dell’ovvio rischio imprenditoriale, le percentuali di guadagno possono comunque dipendere anche da specifici aspetti di immagine e contrattuali.

Il prestigio del brand, per esempio, può essere determinante per avvicinare i clienti all’attività, mentre prezzi al pubblico e percentuali sulle vendite sono in genere stabiliti all’interno del contratto e possono pesare sensibilmente sul reale guadagno del franchisee. Decisiva, però, è anche la proattività del franchisee stesso, che oltre a contare sul supporto del franchisor deve essere abile a operare sul proprio mercato di riferimento in autonomia aumentando vendite e fatturati.

Franchising che funzionano: alcuni esempi

Il mondo del franchising è ricco di esempi di successo che dimostrano la validità di questa formula imprenditoriale. Un brand che ha fatto la storia del franchising è, per esempio, McDonald’s, diventato un’icona globale grazie al suo modello di ristorazione veloce. La costante uniformità del menù, unita a un’efficace strategia di marketing, ha reso il franchising McDonald’s un esempio di come la coerenza e l’affidabilità possano contribuire al successo.

Sul mercato italiano troviamo poi tanti altri brand ormai iconici: pensiamo a Jean Louis David nel settore della bellezza e dell’hairstyling, oppure ai tanti marchi di abbigliamento distribuiti esclusivamente seguendo questa formula commerciale, da OVS, un brand che ha conquistato il mercato italiano con la sua proposta di moda accessibile e di tendenza e una presenza capillare sul territorio, a Primigi per ciò che riguarda l’abbigliamento per bambini, passando per le calzature Geox e gli articoli per la casa Kasanova. Insomma, nomi che oggi dominano la scena e che vantano centinaia di punti vendita in Italia e non solo.

Quali sono gli obblighi di Franchisor e Franchisee

Essendo quello di Franchising un contratto di collaborazione tra due diversi soggetti imprenditoriali prevede, in automatico, dei diritti e degli obblighi reciproci.

Gli obblighi del franchisor:

  • obbligo di informativa precontrattuale: l’art 4 della legge 129/2004 impone ai Franchisor di consegnare al Franchisee l’informativa precontrattuale, ovvero la copia completa del contratto da sottoscrivere, almeno 30 giorni prima della data di sottoscrizione dell’affiliazione;
  • obbligo di trasmissione dei segni distintivi: tutti i diritti di proprietà industriale o intellettuale del marchio legato al Franchisor devono essere trasferiti tramite licenza al Franchisee;
  • obbligo di trasmissione del Know-How: il Franchisor è obbligato a trasmettere al Franchisee il know-how aziendale per consentire un’adeguata preparazione dell’offerta commerciale;
  • obbligo di assistenza: obbligo per il Franchisor di effettuare assistenza tecnica e commerciale al Franchisee.

Gli obblighi del franchisee:

  • obbligo di Location Clause: il Franchisee non può spostare la sede, se indicata dal contratto, senza consenso del Franchisor;
  • obbligo di riservatezza: il Franchisee e i collaboratori dello stesso, anche dopo la conclusione del contratto, sono tenuti a mantenere la massima riservatezza riguardo ai contenuti del contratto di Franchising, al know-how ricevuto e alle informazioni commerciali del Franchisor;
  • obbligo di conformazione alle procedure del Franchisor: per garantire l’uniformità commerciale in termini di vendita di prodotti e servizi;
  • obbligo di corresponsione delle Royalties: obbligo di versare il canone mensile previsto dal contratto di Franchising;
  • obbligo (o Patto) di Non concorrenza: divieto di promuovere o vendere beni e servizi in concorrenza con quello del Franchisor. Spesso il divieto viene esteso anche dopo lo scioglimento del contratto di Franchising.
  • obbligo di acquisto esclusivo: il Franchisee può rifornirsi di materiale da rivendere esclusivamente dal Franchisor.

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