Cos’è la ventilazione IVA dei corrispettivi

28.04.2020 - Tempo di lettura: 3'
Cos’è la ventilazione IVA dei corrispettivi

La ventilazione IVA dei corrispettivi è un metodo di registrazione degli incassi giornalieri previsto dalla legge per alcuni determinati soggetti.

Più nel dettaglio, si tratta della registrazione globale dell’ammontare quotidiano degli incassi, senza distinzione per aliquota IVA applicabile, con ripartizione successiva in proporzione agli acquisti effettuati durante l’anno.

Quali soggetti possono usare la ventilazione IVA

I soggetti che possono ricorrere all’IVA ventilata sono, a norma di legge, i commercianti al minuto autorizzati alla vendita di merci comprese nelle seguenti categorie:

  •         prodotti alimentari e dietetici;
  •         articoli tessili e di vestiario, incluse le calzature;
  •         prodotti per l’igiene personale e farmaceutici.

La normativa prevede, però, alcune esclusioni.

Nello specifico, un commerciante autorizzato a vendere anche merci rientranti in categorie diverse dalle sopracitate può ricorrere alla ventilazione IVA dei corrispettivi solo se l’ammontare annuo degli acquisti e delle importazioni di tali merci è pari o inferiore al 50% dell’ammontare di tutti gli acquisti e le importazioni (in caso di superamento del limite del 50%, la ventilazione IVA non può essere applicata nell’anno successivo).

Allo stesso modo, non può avvalersi della ventilazione IVA nell’anno successivo il commerciante il cui ammontare annuo dei corrispettivi relativi alle vendite con emissione di fattura, ad eccezione di quelle relative all’alienazione di beni strumentali, è superiore al 20% dei corrispettivi totali.

Ventilazione IVA 2020: il procedimento operativo

Sono previsti specifiche procedure per quanto riguarda l’annotazione dei corrispettivi e l’emissione delle fatture, per le quali è necessario effettuare in ogni caso la distinzione delle aliquote.

A livello pratico, per effettuare la ventilazione IVA al termine di ciascun periodo di liquidazione (mensile o trimestrale) è necessario:

  •         sommare l’importo degli acquisti dei beni destinati alla rivendita, suddivisi per aliquota, effettuati nel periodo stesso, con l’importo di quelli dei periodi precedenti;
  •         stabilire il rapporto di composizione percentuale per ciascun gruppo di acquisti soggetti alle diverse aliquote;
  •         applicare le percentuali di composizione degli acquisti al totale dei corrispettivi registrati, determinandone così la ventilazione.

Con la ventilazione IVA, gli importi ottenuti sono comprensivi dell’imposta. Pertanto, bisogna scorporare l’IVA in essi contenuta, tramite applicazione delle apposite percentuali, per poi sommare l’IVA a debito sulle eventuali fatture emesse.

È necessario ripetere il medesimo procedimento per ogni liquidazione e in sede di dichiarazione annuale IVA.

È utile ricordare che è possibile gestire la contabilità generale, compresi gli adempimenti IVA, attraverso un software gestionale online come Contabilità in Cloud, che rende l’intero processo più semplice e intuitivo.

Ventilazione IVA e scontrino elettronico

L’Agenzia delle Entrate ha chiarito un nodo emerso con l’introduzione dello scontrino elettronico in Italia e legato alla ventilazione IVA dei corrispettivi telematici: il layout del documento commerciale, infatti, prevede l’esposizione dell’aliquota IVA applicata.

Come può omettere questo dato chi ricorre al metodo della ventilazione IVA dei corrispettivi?

Nella risposta all’interpello numero 420 del 23 ottobre 2019, l’Agenzia delle Entrate ha chiarito che, per la ventilazione IVA, è previsto un codice specifico da inserire nel documento: si tratta della dicitura “AL – Altro non IVA”.

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