Il turismo esperienziale come chiave per la ripartenza

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Il turismo esperienziale come chiave per la ripartenza
27/11/2020 | Redazione TeamSystem Hospitality | gestione-hotel| revenue| marketing| digitalizzazione

Da consumatori a "Consumattori": il turismo esperienziale come chiave per la ripartenza

a cura della Redazione TeamSystem Hospitality

 

IL TURISMO ESPRIENZIALE COME CHIAVE PER LA RIPARTENZA           

La “ripartenza” del settore alberghiero passa anche dal sapere proporre emozioni ed esperienze ai propri clienti. Il concetto di vacanza, infatti, negli ultimi anni è cambiato arricchendosi di nuove sfaccettature. Permane sempre l’idea centrale della fuga della routine di tutti i giorni, ma spesso non è incentrata solo sul relax.

Secondo una ricerca di mercato (condotta pre Covid dall’Osservatorio Innovazione Digitale nel Turismo del Politecnico di Milano), il 26% del budget di un soggiorno è dedicato a servizi ancillari ed esperienziali. La percentuale supera il 31% in caso di week end e vacanze brevi. In merito a cosa ci si aspetti da una vacanza, il 65% degli intervistati risponde di voler sperimentare qualcosa di nuovo; il 35% punta a riposo e relax. Quello che conta, insomma, è fare un viaggio ricco di emozioni, vivere un’esperienza, interagire con il territorio ed essere protagonisti.

La tendenza è stata confermata nell’estate 2020. Se l’esperienza della pandemia Covid ha portato alcuni viaggiatori alla ricerca dell’isolamento e di esperienze “safe”, dall’altro lato ha portato alla crescita, per usare un neologismo, dei “consumattori”. È una tendenza che ha subito una forte accelerazione in seguito alla quarantena: il turista/consumatore diventa viaggiatore-protagonista, primo attore dell’esperienza che vive.

In generale il turismo esperienziale può riguardare diversi ambiti come quello religioso, archeologico, culturale in genere ed enogastronomico. I tematismi sono ormai alla base di molte scelte di viaggio: dai più diffusi come i piatti tipici o l’arte, a quelle di nicchia legati a passioni, hobbies e sport, e la sfida è intercettare quelle più inusuali e inedite.

In questa fase, chi investe con creatività sulle esperienze e sui territori cattura il trend attuale, incentrato più che mai sull’autenticità, sui sensi. In questo scenario, gli hotel non devono rimanere indietro, in primis perché il turismo esperienziale può portare a nuove fonti di ricavi. Ogni stagione dell’anno può avere proposte specifiche, a seconda delle opportunità che offre il territorio circostante.

Tra “le esperienze” che un hotel può proporre ci sono: pranzi e cene, biglietti per musei e attrazioni, tour, fitness e spa, massaggi e trattamenti wellness. Ma anche: corsi di cucina, degustazione di vini e specialità locali, tour alla scoperta dei prodotti tipici.

Gli hotel che offriranno attività all’aria aperta hanno, soprattutto quest’anno, una marcia in più. Anche in quest’ambito, le possibilità sono numerose: corsi fitness all’aria aperta, noleggio di bici o di altre attrezzature sportive, gite in barca, trekking, rafting, pescaturismo…  

Per garantire che i servizi siano di qualità, alberghi e strutture ricettive dovranno organizzarsi internamente con personale competente, oppure appoggiarsi a realtà esterne, fare convenzioni, collaborare con altri professionisti del turismo nella propria regione.

Il turismo esperienziale apre quindi nuove opportunità commerciali per il mondo dell’ospitalità, che è “avvantaggiato” per alcuni aspetti rispetto a un qualsiasi tour operator. Una volta arrivati in hotel, infatti, attraverso la reception i clienti spesso sono ben disposti a comprare servizi esterni: in albergo c’è sempre qualcuno a cui rivolgersi e chiedere informazioni, e risulta più semplice affidarsi ai consigli di una realtà locale a cui si ha già dato fiducia prenotando una camera. La maggior parte delle prenotazioni avviene ancora di persona presso la reception, ma un hotel può iniziare a proporre e vendere “esperienze” anche prima che gli ospiti arrivino nella struttura, ci sono tutte le occasioni e gli strumenti per farlo.

Una fase molto importante, infatti, è quella del pre-stay, in cui si effettuano tra il 50 e il 71% degli acquisti. Ci sono modi efficaci per incentivare la vendita: ad esempio, sfruttando le email automatiche di conferma prenotazione, o attraverso banner e link informativi veicolati nella fase di web check in. Il marketing automatizzato di TeamSystem Hospitality consente di sfruttare al meglio la booking window (il tempo che intercorre fra la data della prenotazione e quella del check-in) e proporre ai clienti servizi extra. Dal punto di vista commerciale, è possibile proporre “pacchetti” oppure slegare le camere dalle proposte esperienziali.

Il gestionale PMS di TeamSystem Hospitality integra inoltre innovativi strumenti che permettono di comunicare con i clienti in modo automatizzato e supportano l’albergatore nelle vendite, attraverso invii di e-mail automatiche sia nel pre-stay che durante il soggiorno. Ad esempio, a un ospite che si ferma per una settimana, perché non proporre una visita organizzata all’attrazione di punta del territorio, piuttosto che un’offerta con cena e relax nella Spa?

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